Richard era da poco atterrato a Budapest quando ricevette la telefonata di Alan.
«Allora, Rick, quand'è che tornerai?» trillò il giornalista.
Onestamente, Richard si era aspettato che passassero più di un paio di settimane dalla propria partenza prima che l'amico iniziasse a fargli quella domanda: a maggior ragione visto che era stato chiaro sul fatto che il suo viaggio sarebbe stato lungo. «Non tanto presto» rispose. «E la risposta sarà la stessa tra un mese, tra due e tra tre» aggiunse.
«Sei sempre il solito rompiscatole» lo riprese Alan. «Secondo me dovresti tornare, e di corsa».
«Secondo te non sarei dovuto partire affatto» ribatté l'altro. «A meno che non ci sia un ottimo motivo – e so che non c'è – non tornerò. Non quest'anno, almeno».
All'altro capo del telefono, Alan digrignò i denti. Odiava non poter dire al suo migliore amico come stavano le cose, ma Agathe gli aveva fatto giurare che non avrebbe detto o fatto nulla che la riguardasse per spingere Richard a tornare prima che fosse lui stesso a decidere di farlo. Quindi il giornalista decise di tentare un'altra strada.
«Non lo faresti neanche per un amico che te lo chiede per favore?» provò.
«No» rispose secco Richard. «Se ti manco tanto, vieni tu a trovarmi: sono appena arrivato a Budapest».
«Tu, a Budapest? Per fare che?» indagò l'amico.
«Per ampliare i miei affari: la mia nuova collaboratrice pensa che l'Europa dell'Est potrebbe essere il posto giusto per farlo» spiegò lui, facendo un cenno a Camila che, poco distante, aspettava che Richard terminasse la chiamata.
«Hai una nuova collaboratrice?» ripeté Alan, preoccupato: personalmente tifava per Agathe, e voleva riunire la coppietta il prima possibile. Senza contare che, conoscendo Richard, gli sembrava quantomeno bizzarro che avesse già dimenticato la ragazza e si fosse preso una cotta per un'altra donna. «Ci voglio parlare. Passamela!»
«Così che tu possa terrorizzarla? No, grazie!» rispose Richard.
«Ma quando mai ho terrorizzato qualcuno, io?» chiese Alan, piccato. «Smettila di fare il bambino e passamela!»
Richard emise un piccolo sbuffo col naso, irritato. «E va bene, ma attento a quello che dici!» lo ammonì prima di richiamare Camila con un gesto e porgerle il telefono. «Un mio amico vuole parlarti. Purtroppo è un po' matto, bisogna assecondarlo» le spiegò mentre le passava l'apparecchio.
Camila si strinse nelle spalle, confusa, e accostò il telefono all'orecchio. «Pronto?»
«Miss? Sono Alan, un amico di Richard, e avrei piacere di scambiare due parole con lei» esordì rapido l'uomo.
«Salve, Alan. Io sono Camila» rispose lei, osservando Richard che si spostava verso il bar più vicino dell'aeroporto e ordinava un caffè. «La ascolto».
«Bene, Camila. Sappi che sono certo che tu sia una donna deliziosa e intelligente e che non ho niente contro di te, ma ho bisogno che tu mi faccia un favore: stai alla larga da Richard» snocciolò Alan.
«Prego?» esclamò Camila, interdetta.
«Sai, Richard è un brav'uomo, intelligente e tutto, ma è anche uno zuccone. Ha deciso di vagabondare in giro per il mondo fino a data da destinarsi, ma qui c'è una ragazza che lo aspetta, anche se lui non lo sa – be', in realtà forse non lo sa neanche lei, ma...». Alan si rese conto che si stava ingarbugliando nel suo stesso discorso. «Scusami, sto divagando. Il succo della questione è che qui dove viviamo c'è questa ragazza che lo aspetta: lei è pazza di Richard e Richard lo è di lei, ma ci sono state delle... incomprensioni, ecco, che li hanno allontanati. Temporaneamente. Quindi se potessi evitare di iniziare una relazione sentimentale o sessuale con il mio amico, te ne sarei davvero grato».
STAI LEGGENDO
99 Shades of...
Romance[STORIA REVISIONATA] In un mondo come quello moderno, in cui l'unicità di ogni persona rappresenta un Universo a sé, le cose non sono mai o bianche o nere. Eppure, è così che appaiono Richard e Agathe: lui, ormai un uomo fatto, algido, composto, più...