Seventh Shade [R]

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La pioggia cadeva incessante ormai da tre giorni. Per questo Agathe era doppiamente felice che fosse venerdì: una volta arrivata a casa da scuola, per quanto la riguardava, avrebbe potuto riversarsi anche l'intero Atlantico su Hersham e lei non avrebbe battuto ciglio, chiusa al caldo tra le mura di villa Williams.

Restava però da affrontare il temporale per arrivarci, a casa.

Al suono della campanella d'uscita, parte degli studenti si era gettata nella tempesta prima di poterci ripensare; tutti gli altri erano rimasti pigiati nell'ampio ingresso della scuola, restii a tuffarsi in quel muro d'acqua che si riversava giù dal cielo.

«Muovetevi, che dobbiamo chiudere!» abbaiò il custode. «Fuori di qui!»

Agathe e Lara furono tra le ultime a uscire, insieme ai loro compagni di classe.

«Non credo che sia una buona idea, andare in giro con questo tempaccio» disse Agathe mentre cercavano di evitare le pozzanghere. «Magari potremmo organizzarci per una pizza e un film a casa di qualcuno, domani sera. I miei dovrebbero avere una cena a Londra, dubito che rinunceranno. Potremmo fare da me».

«Mi sembra una buona idea» rispose Lara.

«E tu, Tom, che ne dici? Sei dei nostri?». Quando non ottenne risposta, Agathe si fermò e si guardò intorno. «Thomas?»

Lei e Lara si voltarono verso l'ingresso della scuola: Thomas era ancora là, schiacciato contro la porta per ripararsi un po' dalla pioggia, con l'aria mesta e palesemente senza ombrello.

Le due ragazze tornarono indietro.

«Thomas, sei scemo o cosa?» sbottò Agathe, arrabbiata.

«Stamattina papà mi ha dato un passaggio fin qui e ho dimenticato l'ombrello in macchina» rispose il ragazzo in tono di scuse.

«E dirlo prima, no? Che credevi, che ti avremmo lasciato qui?» replicò Agathe, esasperata.

«Agathe ha ragione, Tom» disse Lara con dolcezza. «Vuoi che ti presti il mio ombrello?»

Thomas arrossì. «Non potrei restituirtelo fino a domani sera».

«Allora Lara ti accompagnerà a casa, tanto abiti solo un paio di vie più avanti di noi» rispose Agathe, dopo aver scambiato un'occhiata d'intesa con la sua migliore amica. Prese Thomas sottobraccio e lo spedì sotto l'ombrello di Lara senza tanti complimenti; dopodiché, i tre si incamminarono di nuovo verso casa. «A questo proposito, mentre tu facevi il palo contro il portone della scuola, io e Lara stavamo dicendo che è da pazzi uscire con questo tempaccio e che domani sera potremmo chiamare qualcuno per mangiare una pizza e vedere un film a casa mia» riprese Agathe. «Tu che ne dici?»

Il ragazzo arrossì di nuovo. Lara gli sorrise incoraggiante e persino Agathe si intenerì un po': a volte Thomas le ricordava un cucciolo sperduto. Era molto timido e portava tutte le proprie emozioni scritte in volto, ma Agathe non aveva dubbi sul fatto che in pochi anni il college gli avrebbe dato quella sicurezza in se stesso che l'avrebbe reso un uomo.

Un paio di isolati più avanti, i tre si separarono: Lara e Thomas presero la strada che passava dietro casa della ragazza, diretti alla villa della famiglia Medwall, mentre Agathe imboccò la strada che spezzava a metà l'otto giusto in tempo per essere affiancata da una lussuosa auto grigia.

Il conducente abbassò il finestrino e la guardò con aria perplessa.

«Zio Damon, ciao!» salutò la ragazza. Mise l'ombrello a coprire il finestrino in modo che Damon non si inzuppasse e gli rivolse un gran sorriso.

«Ciao, piccola» rispose lui, guardandosi intorno. «E Lara dov'è?»

«Sta accompagnando a casa un nostro compagno di classe che non aveva con sé l'ombrello» spiegò Agathe. Le venne da ridere di fronte al cipiglio che si era immediatamente formato sul volto dell'uomo. «Tranquillo, è Tom».

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