Violet red

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Richard ignorò il brusio che aveva accompagnato le sue ultime parole e cercò il volto di Agathe tra la folla.

«Auguro a ognuno di voi di essere amato nello stesso modo in cui sono stato amato io: è qualcosa che ti riempie l'anima. E se avrete questa fortuna, non gettatela al vento: custoditela con cura, perché diventerà la vostra stessa vita. Tutto quello che mi rimane da fare, adesso, è chiedere perdono all'unica donna che amerò mai: Agathe Williams».

Il silenzio venne spezzato da una cacofonia di voci urlanti. Richard non batté ciglio: rimase impassibile sul palco, a cerca­re con gli occhi le persone che conosceva. I suoi migliori amici battevano le mani al suo indirizzo, sorridendo e gridando qual­cosa che non poteva capire attraverso la folla rumoreggiante; Penelope aveva l'espressione compiaciuta e annuiva soddisfatta; poco più a destra, Ri­chard scorse Evan rivolgergli uno sguardo furioso e omicida digrignando i denti. Guardando la folla, si rese conto che più d'u­no lo scrutava con disgusto e rimprovero... ma quando incon­trò gli occhi di Agathe e lei non distolse lo sguardo, pensò che valeva la pena affrontare chiunque si fosse messo sulla sua strada solo perché lei lo guardasse ancora.

Richard rimase immobile a fissare Agathe; vide la sua espressione passare dallo shock alla semplice incredulità, e infine il suo volto schiudersi in un largo sorriso. Quel sorriso lo fece sentire come se qualcuno gli avesse riempito il petto, completamente e di colpo, di acqua bollente: sul viso di Agathe c'era tutto quello che aveva sperato e pregato di vedere – amore e perdono.

D'improvviso gli occhi della diciottenne si sgranarono, allarmati; Richard la vide boccheggiare e poi dire qualcosa, ma da quella distanza – e con tutto quel frastuono – il movimento delle labbra di lei non era che un vano aprire e chiudersi.

Lo storico aggrottò le sopracciglia, tentando di capire cosa non andasse, quando Evan saltò i quattro gradini con un'unica falcata e piombò come una furia sul palco.

«Brutto maiale!» ululò l'avvocato; afferrò Richard per la cravatta e portò il naso a un centimetro dal suo, ringhiando furibondo. «Lo sapevo che qualcosa non quadrava!»

Richard lo fissò gelido: sebbene Evan fosse almeno quindici centimetri più alto di lui e decisamente ben piazzato, lo storico non aveva nessuna intenzione di farsi intimorire. Quando aveva deciso di uscire allo scoperto nel tentativo di riconquistare Agathe si era ripromesso di lottare con le unghie e con i denti contro qualsiasi cosa o persona si fosse messo tra lui e la ragazza, e se questo comprendeva farsi pestare da Evan Williams, era pronto ad affrontarlo.

«Temo, Evan, che tu non capisca» disse con voce salda.

«Io non capisco!». L'altro uomo sbuffò come un toro circondato da drappi scarlatti, mentre il suo volto – già paonazzo – raggiungeva una preoccupante sfumatura vicina al marrone. Scrollò Richard, la mano ancora stretta intorno alla sua cravatta di seta. «Tu hai plagiato mia figlia! Ti sei approfittato di lei, e giuro su Dio e tutti i santi del Paradiso che non permetterò a un vecchio porco come te di avvicinarsi ancora alla mia bambina!»

«Tua figlia non è più una bambina, Evan» replicò tagliente Richard. «È una donna, ormai, perfettamente in grado di fare le sue scelte». Non poté impedirsi di rivolgere un sogghigno compiaciuto a Evan. «E lei ha scelto me».

Le ultime tracce dell'autocontrollo di Evan svanirono nel nulla; con un ruggito di rabbia, l'uomo tirò indietro il braccio libero e sferrò un gran pugno alla mascella di Richard.

«Papà!». Agathe, pallidissima, si scaraventò sul palco seguita da alcuni altri, e quando suo padre caricò il braccio per colpire di nuovo Richard, la ragazza gli si aggrappò addosso. «Papà, fermati! Ti prego, fermati!»

99 Shades of...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora