Seventy Sixth Shade [R]

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Le giornate scorrevano veloci e monotone allo stesso tempo.

Gli studenti dell'ultimo anno della St. Margaret non riuscivano a credere alla mole di lavoro che gravava sulle loro spalle: ormai il prato assolato della scuola e la mensa erano un lontano ricordo, e la biblioteca era affollata come non mai.

Agathe, Lare e Thomas non facevano eccezione: chini sui libri, mugugnavano e sbuffavano al pari dei loro compagni che occupavano il resto dei tavoli.

«Poco, manca poco» borbottò la prima. «Continuiamo a ripetercelo e a un certo punto diventerà vero...»

«Sono stanca» si lagnò Lara. «Non pensavo che l'avrei mai detto, ma non vedo l'ora che arrivino gli esami: voglio solo che tutto questo finisca...»

«Scommetto che il primo giorno della sessione ti rimangerai queste parole» sbuffò Thomas, passandosi le dita tra i capelli: l'aveva fatto così tante volte che ormai la sua chioma scura gli stava ritta sulla testa senza bisogno di gel. «Non è possibile tenere nel cervello tutte queste informazioni!»

«Eh, pensa quando saremo al college» replicò Agathe, scoraggiata. «O meglio, quando ci sarete voi» si corresse: il suo volto s'illuminò per un momento. «Io ho scelto l'Accademia di design e arte orafa, sono messa meglio di voi, ah ah...»

«Ripetilo dopo che ti avranno farcito la testa con decine di nozioni sui metalli e la loro lavorazione» disse Thomas, piccato.

Il sorriso di Agathe si spense come una lampadina fulminata.

«Non sopravviverò mai al college, mai, mai, mai» si disperò Lara di colpo. «Se non riesco a sopportare la pressione ora, come posso pensare di riuscirci durante gli esami universitari? È meglio che non ci provi neanche, sarebbe solo tempo perso...»

Né Agathe né Thomas tentarono di fermare le sue farneticazioni. Nell'ultimo mese tutti gli studenti dell'ultimo anno erano stati colti, chi prima e chi dopo, dalla stessa paura: nessuno si era dimostrato immune e alla fine avevano capito che era soltanto un altro modo di sfogare la tensione.

«Dopo aver preso il diploma, dormirò per una settimana intera e farò festa per altre tre» biascicò Agathe.

«Intendi dopo aver detto a tuo padre che non diventerai un avvocato ed essere scappata per avere salva la vita?» chiese sardonico Thomas.

La ragazza si accigliò. «Grazie per avermelo ricordato» borbottò inacidita. «E a te per il sostegno morale» aggiunse in direzione di Lara, che cercava in tutti i modi di soffocare le risate.

«Scusa, Will, ma quando penso alla faccia che farà tuo padre quando scoprirà che non seguirai le sue orme, be'... non posso fare a meno di ridere!» si giustificò.

«Pensa che io invece vorrei soltanto piangere» grugnì la sua migliore amica. «Torniamo a studiare: così almeno non penserò al momento in cui Evan mi disconoscerà!»

******

Agathe era così convinta di essersi liberata di Benedict che quando se lo ritrovò davanti, due passi fuori dalla St. Margaret, non ebbe la prontezza di scappare.

«Finalmente!» esclamò suo fratello non appena Agathe sbucò dalla folla di studenti che sciamavano fuori dal cancello. «Vieni» aggiunse impaziente, afferrandola per un polso e trascinandola nella propria auto: lei, troppo avvilita e rassegnata per opporsi, lo lasciò fare, e si accomodò in silenzio sul sedile del passeggero.

Benedict mise in moto e si avviò rapido verso Londra. Il viaggio trascorse in silenzio: gli unici suoni a riempire l'abitacolo erano gli accordi degli Audioslave e la voce roca del cantante, che vibrava nell'aria.

99 Shades of...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora