Seventieth Shade [R]

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Richard aveva il fondato sospetto che la vecchiaia stesse avanzando su di lui a passo di marcia. Altrimenti come si spiegava il fatto che le persone riuscissero regolarmente a prenderlo alla sprovvista?

Quel giorno toccò a suo padre fargli rischiare l'infarto.

«Papà» salutò stizzito lo storico, recuperando le chiavi che aveva lasciato cadere sul marciapiede. «A cosa devo il piacere?»

«Un padre non può semplicemente far visita a suo figlio?» chiese offeso Edward. Richard gli rivolse uno sguardo scettico e lui sbuffò. «Volevo solo accertarmi che stessi bene e che avessi davvero smesso di fare il vagabondo in giro per l'Europa».

«E...» lo incalzò Richard, non del tutto persuaso.

«Deve per forza esserci altro?» replicò in tono innocente Edward.

Richard sbuffò forte dal naso. «Con te c'è sempre qualcos'altro» dichiarò. «Raramente lasci Hallstatt, e mai senza un buon motivo. Allora?»

Edward si rassegnò: suo figlio era davvero troppo intelligente. «Speravo di riuscire a incontrare l'amabile Miss Williams» rivelò.

«Scordatelo» replicò all'istante suo figlio.

«Perché?» chiese Edward, imbronciandosi come un ragazzino. «Forse ti vergogni di me?»

«No: voglio soltanto evitare che la terrorizzi» ribatté Richard.

«Quindi non c'è nessuna possibilità che tu...» insisté speranzoso il più anziano.

Suo figlio sbuffò. «No».

Lo sguardo di Edward divenne malizioso. «Nemmeno se per puro caso ci comparisse davanti?»

«Nemmeno in quel caso» confermò Richard.

«Bene. Verifichiamo, vuoi?» disse gongolante Edward, scoccando uno sguardo alle spalle di Richard. Quest'ultimo si voltò di scatto e sentì il sangue defluirgli dal volto a tempo di record: a una ventina di metri di distanza, Agathe e Penelope passeggiavano a braccetto chiacchierando allegramente con Gloria.

«Ah, Mr. Prescott!» esclamò Penelope a voce altissima, virando verso i due uomini con una velocità insospettabile. Le sue compagne le arrancarono dietro, non del tutto sorprese dalle azioni della vecchia irlandese. «Anzi, Misters Prescott» si corresse con un cenno del capo in direzione di Edward, che ricambiò con un gran sorriso.

«Signora O'Brien, sono lieto di vederla» disse cortese Edward. «Dall'ultima volta sono passati... quanti anni?»

«Ventidue» rispose Penelope, insolitamente grave. Scoccò uno sguardo strano a Richard. «Meglio non pensarci: temo che nessuno di noi ricordi quel giorno con piacere».

«No, è vero, ma il tempo lenisce ogni cosa» replicò Edward con una serenità in cui si poteva a stento scorgere una fitta di dolore. «Gloria, mi ricordo anche di lei, naturalmente» proseguì l'uomo, stringendo la mano alla colf. «E questa giovane donna deve essere la sua bisnipote» concluse, finalmente rivolto ad Agathe.

«Sì, questa è Agathe, la figlia di mio nipote» disse orgogliosa Penelope. Edward le rivolse uno sguardo eloquente e Penelope annuì impercettibilmente: potevano anche essere formali nel rivolgersi l'uno all'altra, ma questo non precludeva loro la possibilità di comprendersi con pochi gesti. La vecchia irlandese si voltò verso Richard. «Giovanotto, voglio continuare la mia passeggiata. Accompagnami: voglio sapere tutto sul libro che stai scrivendo».

Richard, che non era meno acuto di loro, fiutò all'istante le intenzioni dell'irlandese: lasciare Edward e Agathe da soli. «Perché non parlarne a cena, una sera?» propose.

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