Il ritorno a Hersham era stato spudoratamente allegro sia per Agathe che per Richard.
Dopo essersi di nuovo separati, in quel corridoio buio nel pub a Roma, ognuno aveva continuato la propria vita come se non si fossero mai ritrovati: la ragazza era tornata da Jacques e quella notte stessa i due avevano preso il primo volo per Londra, mentre Richard aveva ripreso il proprio posto tra i colleghi romani, più allegro che mai.
Jacques non aveva fiutato niente di strano in sua nipote. Camila invece aveva notato subito che c'era qualcosa di diverso in Richard, ma non era riuscita a capire cosa, e la curiosità la stava divorando. Eppure non ebbe modo di parlarne con lui, né di chiamare Alan: Richard infatti l'aveva sommersa di lavoro al punto da lasciarle a stento il tempo di dormire e, non appena aveva terminato il ciclo di conferenze per cui si era accordato con Loretti, l'aveva costretta a fare di nuovo armi e bagagli in tutta fretta.
Stavolta, però, la destinazione stupì Camila.
«Heathrow?» chiese sospettosa quando scesero dall'aereo. «Stiamo facendo scalo per dove?»
«Nessuno scalo» rispose placido Richard, guidandola verso il nastro trasportatore per recuperare i loro bagagli. «Ci fermiamo. Si torna a casa!»
La donna lo guardò con tanto d'occhi. «A Hersham?» balbettò.
«Proprio là. Tu, se vuoi, puoi sistemarti a Londra, in uno degli appartamenti di proprietà dell'azienda» disse Richard, allegro come quasi mai l'aveva visto.
«M-ma io... io credevo che lei... non volesse tornare» farfugliò ancora Camila.
«Ho cambiato idea» rispose serafico l'uomo.
Camila si schiaffò una mano sul volto, incredula ed esausta: proprio non riusciva a capirlo. Ma quantomeno, il loro folle girovagare era finito.
«Niente più voli ogni tre giorni?» chiese speranzosa, rialzando lo sguardo su Richard.
«Niente più voli ogni tre giorni» confermò lui, scatenando un'ondata di incredula felicità nella sua collaboratrice.
Divertito, Richard sorrise tra sé. Adesso che era tornato, non doveva fare altro che incontrarsi con Agathe senza che Alan lo venisse a sapere e insieme a lei elaborare la vendetta che il suo indiscreto amico e l'altrettanto invadente Jacques Dubois meritavano.
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Da quando era tornata a casa, Agathe aveva sbirciato Villa Prescott almeno quattro volte al giorno, aspettando nervosamente che le mostrasse un qualunque segno di vita: era impaziente non solo di rivedere Richard – in fondo non era del tutto certa che lui l'avesse perdonata, e si aspettava che una volta smaltita la rabbia che nutriva verso Alan e Jacques tornasse ad avercela con lei – ma anche, appunto, di dimostrare in modo chiaro e inequivocabile a quei due ficcanaso che nessuno poteva impicciarsi impunemente degli affari suoi.
Fu quindi con un sorriso per metà felice e per metà cospiratore che scorse il familiare luccichio del binocolo dietro i vetri della biblioteca di Prescott.
Richard, da parte sua, aveva intravisto la testa di Agathe fare capolino dall'angolo del balcone: dunque mise via il binocolo dopo avergli riservato un gesto affettuoso – era da non credere, quanto gli fossero mancati gli appostamenti dietro le finestre! – e scese al pianoterra, in attesa della ragazza.
Agathe non si fece attendere: dieci minuti più tardi la porta sul retro si chiuse con uno scatto soffocato della serratura e la diciottenne fece il proprio ingresso in cucina, dove due tazze di the fumante erano appoggiate accanto ai fornelli.
«Allora, Prescott» disse Agathe, tornando all'uso del cognome, e saltellò nella stanza come se avesse avuto l'argento vivo addosso. «Pronto a tramare nell'ombra?»

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99 Shades of...
Romance[STORIA REVISIONATA] In un mondo come quello moderno, in cui l'unicità di ogni persona rappresenta un Universo a sé, le cose non sono mai o bianche o nere. Eppure, è così che appaiono Richard e Agathe: lui, ormai un uomo fatto, algido, composto, più...