Ninety Second Shade [R]

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No. Non poteva farlo.

Mentre prendeva coraggio, Richard si chiese come avesse fatto Agathe, due giorni prima, a racimolare baldanza sufficiente a permetterle di presentarsi a casa sua, perché lui proprio non riusciva a capirlo.

Né a imitarla.

La dura reprimenda di Camila gli aveva causato un violento rigurgito d'orgoglio: si era vergognato del vacillare della propria volontà e d'istinto aveva deciso che riaffermare con decisione la propria scelta era una necessità urgente.

Avrebbe affrontato Agathe: sarebbe andato da lei e le avrebbe restituito quei dannati documenti, comportandosi con la compostezza che gli era stata tipica per oltre metà della vita. Sì, l'avrebbe fatto.

Se solo avesse trovato il coraggio di guardarla in faccia.

Quelle esitazioni lo facevano avvampare di rabbia: non poteva credere di essere tanto debole nelle proprie risoluzioni – no, accidenti: lui non era mai stato debole, fino all'avvento di quella ragazzina, e questo era un fatto! – e il bisogno di dimostrare a se stesso il contrario stava diventando difficile da sopportare. Insomma, non era un adolescente preda delle proprie insicurezze, santo cielo! Sì, poteva farcela.

Doveva farcela.

******

Quel mattino Agathe aveva in circolo abbastanza caffè da tenere sveglia una squadra di hockey, dunque non era strano vederla camminare in direzione della St. Margaret a passo di marcia, con la borsa stracolma che le pendeva dalla spalla e un paio di libri sottobraccio.

Lara e Thomas parlavano animatamente con alcuni dei loro compagni di classe, nel mezzo del giardino dell'istituto: anche se era ancora parecchio lontana, Agathe li poteva scorgere con facilità in mezzo alla folla. Diede un rapido sguardo all'orologio e accelerò il passo, pur essendo in anticipo rispetto al previsto.

«Miss Williams, ha un momento?»

Agathe s'immobilizzò per un attimo, congelata dallo stupore nel risentire quella voce e soprattutto nel sentirla rivolgersi proprio a lei. Prese un breve respiro per recuperare la padronanza di sé prima di voltarsi.

«Sì?» domandò in tono piatto.

Richard la fissò. Il volto di Agathe era bianco e vuoto come un foglio vergine, del tutto privo d'espressione: prendendola di sorpresa lui si era aspettato di trovarci qualcosa – qualunque cosa, davvero – e quella totale assenza di tutto dai lineamenti della ragazza, curiosamente gli rendeva molto più difficile parlarle che se quel viso conosciuto avesse mostrato rabbia o disprezzo.

L'uomo tese il braccio verso di lei, una voluminosa cartellina stretta tra le dita.

«Le ho riportato i suoi documenti» mormorò.

Agathe strinse le labbra e allungò la mano: afferrò il plico, stando attenta a non sfiorare la mano di Richard neanche per un attimo.

«Come avevo detto, non si doveva disturbare» disse freddamente. Infilò i fogli tra i due libri che teneva tra le braccia e tornò a fissare lo storico con sguardo di pietra.

Richard, infastidito dal contegno lievemente bellicoso della ragazza, raddrizzò la schiena e irrigidì le spalle.

«Be', Miss Williams, potrà non crederci, ma io ho fin troppi fascicoli di lavoro, sulla mia scrivania, per desiderare anche quelli degli altri» disse altero. «Mi rendo conto che per una ragazzina che ancora frequenta la scuola sia difficile da capire, ma...»

«Non ho dubbi, mi creda» lo interruppe Agathe; per un attimo nella sua voce c'era stata una punta di durezza e lei si affrettò a soffocarla. «Adesso poiché, come ha detto lei, non sono altro che una ragazzina che frequenta ancora la scuola, sono certa che mi scuserà se me ne vado: gli esami incombono e le lezioni della giornata stanno per cominciare. A mai più rivederci, Mr. Prescott» concluse fredda, girando sui tacchi e andandosene prima che lui potesse replicare.

99 Shades of...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora