Thirtieth Shade [R]

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Il ventisette dicembre arrivò in fretta.

Nonostante fossero nel bel mezzo delle feste natalizie, il Jean's Haven era aperto; anche semivuoto, le vivaci decorazioni e l'atmosfera tranquilla non ne diminuivano in alcun modo l'aria accogliente che lo caratterizzava.

«Non l'avevo notato, questo posto» disse Marco quando sedettero a un tavolino d'angolo. «Non sembra neanche di essere più a Hersham, la città dei ricconi che vogliono sfuggire al caos di Londra senza però allontanarsi troppo dalla City».

«È per questo che ci piace» rispose Agathe; sorrise a Jean, che si era avvicinata al tavolo. «E poi il loro fish and chips è fantastico».

«Meglio di quello di Londra?» chiese Marco, scettico.

Jean, che li aveva raggiunti al tavolo mentre si sedevano, si finse offesa. «Molto meglio» dichiarò decisa. «Volete un po' di tempo per guardare il menù o ve lo ricordate ancora a memoria?»

Agathe sbuffò. «Visto che probabilmente è l'unica cosa che Lara abbia mai imparato a memoria...»

«Ehi!» insorse la diretta interessata mentre Thomas ridacchiava.

L'altra la ignorò. «...ordineremo subito» concluse.

Jean sorrise dell'espressione offesa di Lara e accennò a Marco. «E lui?»

Agathe rivolse un'occhiata maliziosa a Marco. «Lui si fiderà».

Thomas si mise a battere le mani sul tavolo imitando un rullo di tamburi. «E il vincitore è...»

«Fish and chips!» tuonarono Agathe e Lara all'unisono.

«Fish and chips!» fece loro eco Thomas a gran voce.

Marco li guardò con tanto d'occhi.

«Non si potrebbero avere dei crostini di salmone affumicato, magari con un po' di caviale...?». Fissò le facce degli altri quattro, che lo guardavano sgomenti, e scoppiò a ridere. «Stavo scherzando!»

Thomas si mise a ridere, Lara gli fece la linguaccia e Agathe gli tirò un calcetto sotto il tavolo; i primi due risero ancora di più, subito imitati da Marco.

Jean trattenne a stento un altro sorriso. «Avrai fish and chips anche tu, straniero, e attento ai commenti che fai!» borbottò a mezza voce prima di tornare in cucina.

Mentre aspettavano da mangiare, i quattro ragazzi chiacchierarono un po' della scuola: i tre amici raccontarono della St. Margaret e di come facessero impazzire Miss King – Agathe e Lara: Thomas era troppo beneducato per creare scompiglio come facevano le due ragazze – e Marco raccontò loro dell'Accademia, delle grandi città d'arte che aveva visitato e dei tanti paesini italiani altrettanto pieni di storia e di bellezze artistiche, simili a piccoli gioielli nascosti.

«Quindi sarai qui da gennaio a giugno?» chiese Lara quando Marco disse loro del tirocinio che avrebbe iniziato di lì a poco.

«A fasi alterne e non sempre nella zona di Londra. Però penso che riuscirò a venire qui durante qualche fine settimana; mio zio vive a Hersham come voi e starò da lui».

«Quindi ti vedremo spesso nei prossimi tempi» disse Lara. Lanciò un'occhiata eloquente ad Agathe, che scelse di ignorarla.

«Spero di sì» replicò Marco; piegò appena la testa verso Agathe, che sedeva accanto a lui, e le sorrise malandrino. «Dipende dalla mezza francese».

Agathe arrossì e fu salvata da Jean, che arrivò giusto in quel momento per depositare sul tavolo quattro enormi porzioni di cibo. «Buon appetito!»

99 Shades of...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora