Third Shade [R]

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Quel giovedì di fine settembre stava regalando agli abitanti di Hersham una delle rare belle giornate di inizio autunno. Approfittando del sole e del calore inaspettati, gli studenti della St. Margaret si erano riversati in massa nei giardini della scuola durante la pausa pranzo, sdraiati sui prati o seduti sui muretti e sulle panchine in pietra.

Richard Prescott trovò così la St. Margaret al suo arrivo, venti minuti dopo mezzogiorno. Varcò il cancello – che il custode, avvisato del suo arrivo, aveva aperto appositamente per lui – e avanzò lungo il viale con passo altero, quasi fosse stato il proprietario dell'edificio, senza degnare di uno sguardo gli studenti schiamazzanti tutto intorno. Entrò nel vasto atrio della scuola, la punta del bastone da passeggio che ticchettava ogni volta che si posava sul pavimento di marmo, e si diresse con decisione verso la biblioteca.

Per tre giorni Richard aveva cercato di non pensare a quanto impertinente e sgarbata fosse Agathe Williams; l'aveva vista passare sotto casa propria al mattino mentre andava a scuola e l'aveva spiata quando chiacchierava con Lara. Per tre giorni Richard si era chiesto per quale motivo quella ragazza fosse così scontrosa, e per tre giorni si era ripetuto che non aveva senso sprecare il proprio tempo pensando a lei. Alla fine, tuttavia, la curiosità aveva avuto la meglio sul suo buonsenso e l'uomo aveva deciso che alla St. Margaret avrebbe avuto modo di scoprire qualcosa di più sulla figlia di Evan Williams.

Arrivato alla biblioteca, Richard aprì con delicatezza il battente: sebbene fosse certo che non ci fosse nessuno lì dentro, la natura stessa di quel luogo lo spinse a muoversi e agire con ancora più grazia del solito, facendolo arrivare addirittura a stringere il bastone da passeggio in modo da non fargli toccare il pavimento.

Quando entrò, gli bastò una rapida occhiata per scoprire che la persona che cercava era proprio lì, seduta a una pesante scrivania antica. Si avvicinò con passo deciso a quel punto, un sorriso affabile sul viso.

«Miss King» salutò, facendo alla donna un elegante baciamano.

Elizabeth King – cinquantadue anni, single, da tempo irrimediabilmente innamorata di Richard Prescott – quasi svenne per l'emozione.

«Mr. Prescott, che gioia vederla!» rispose con voce tremante.

Richard le sorrise di nuovo con garbo e intavolò una conversazione qualunque: sapeva dell'infatuazione che Elizabeth King nutriva nei suoi confronti, e aveva deciso che sarebbe stato saggio blandirla un po' prima di chiederle informazioni su Agathe.

Pochi minuti più tardi, proprio l'oggetto dei suoi pensieri sbucò dal nulla e avanzò a passo di marcia nella loro direzione: aveva la cravatta allentata sotto il maglioncino della divisa, un lembo della gonna a pieghe rivoltato all'insù, tanto da permettere a Richard di intravedere una porzione di pelle candida al di sopra dei calzettoni, e l'aria scocciata.

Agathe si fermò accanto alla scrivania, le braccia incrociate sul petto. Nessuno dei due la degnò del minimo sguardo; la ragazza sbuffò appena col naso e picchiettò la punta del piede a terra in un gesto impaziente.

«Miss King, ho bisogno di lei» disse dopo un paio di minuti, stanca di essere ignorata.

La donna le rivolse uno sguardo colmo di sufficienza e irritazione.

«Non ho tempo da perdere con te» scattò.

«Mi servono dei libri e ho bisogno di sapere su che scaffali sono» insisté la ragazza con espressione torva.

«Credi che sia qui per star dietro ai tuoi capricci?» ribatté sbrigativa Miss King. «Cercateli da sola, i libri!»

Agathe sgranò gli occhi, la perfetta immagine dell'innocenza.

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