Leah avanzava a balzelloni lungo le strade di Hersham, godendosi il calduccio estivo.
L'arrivo della bella stagione aveva messo di ottimo umore la biologa; quel sole vivace le ricordava un po' gli anni trascorsi nel Pacifico e il tepore dei raggi sulla pelle la faceva sentire bendisposta verso tutti.
Convinta che in una giornata così bella una passeggiata all'aperto rappresentasse la cura a ogni male, Leah aveva deciso di trascinare Damon con sé nonostante non fossero ancora le otto: per questo, dopo una rapida colazione, si era messa in marcia verso casa Zimmermann.
Quando Damon rispose al campanello era fresco di doccia e con un'espressione sorpresa sul volto.
«Leah, tesoro!» esclamò con un gran sorriso. Subito la scelta di parole gli sembrò infelice; il suo sorriso si restrinse, ma lui si sforzò di mascherare il proprio imbarazzo, che gli sembrava persino peggiore dell'aver chiamato Leah "tesoro". Eppure aveva sempre usato quel genere di appellativi affettuosi, con lei: cominciava a pensare di stare diventando matto. «Che ci fai qui?»
«Sono venuta a prenderti: andiamo a fare una passeggiata» annunciò lei. «Non devi lavorare, vero?»
«No, comincio il turno nel pomeriggio» rispose l'uomo. Prese le chiavi e chiuse con cura la porta. «Sai già dove vuoi andare?»
«Ovunque ci siano alberi e prati» rispose Leah.
Damon ridacchiò mentre uscivano dal giardino. «Allora potremmo restare qui... o andarcene nella tenuta di Rick: quella villa nel Derbyshire è maestosa e ha un gran bel parco».
«Mi chiedo perché quello zuccone non la sistemi: sarebbe bellissimo trascorrere qualche giorno lì tutti insieme» replicò lei.
L'uomo sorrise tra sé, ricordando come Agathe avesse detto la stessa cosa a Richard giusto qualche giorno prima. «Oh, dagli tempo: finora non ha avuto nessun buon motivo per affrettarsi, ma credo che potrebbe decidersi presto a ristrutturare il maniero».
Leah gli scoccò uno sguardo curioso e perplesso. «Ah sì? E perché?»
Damon fece un gesto vago con la mano. «Intuizione».
Per nulla convinta, la donna gli agitò contro un dito. «Tu non me la racconti giusta... ma prima o poi scoprirò tutto». Gli angoli della sua bocca si sollevarono all'insù. «Quella villa mi ha sempre fatto pensare a Orgoglio e pregiudizio della Austen».
Il suo migliore amico ridacchiò. «Be', Richard è sicuramente abbastanza arrogante da poter essere Mr. Darcy» commentò.
«Ma non abbastanza bello!» replicò lei, ridendo di gusto. «No, no, no: a parte l'arroganza, tu potresti essere Mr. Darcy molto più di Richard».
Damon inarcò le sopracciglia. «Davvero?»
«Sì» rispose convinta Leah. Arrossì appena. «Tu sei molto più bello di Rick; e poi la dichiarazione romantica e appassionata di Mr. Darcy a Elizabeth... be', non ce lo vedo, Richard, a farsi trasportare così dai propri sentimenti, mentre da te me lo aspetterei».
Stavolta fu Damon a ridere forte. «Sottovaluti Richard, piccola: quello che hai appena detto su di lui era vero un tempo, ma sono cambiate un po' di cose nell'ultimo anno!»
«Mi stai dicendo che Richard è diventato un romantico?» chiese scettica la biologa, inarcando le sopracciglia.
«Non immagini quanto» confermò Damon con fervore.
«Quanto mi piacerebbe vederlo!» disse Leah, divertita. «E soprattutto, mi piacerebbe conoscere la donna che ha operato un simile cambiamento in lui» proseguì con malizia.
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99 Shades of...
Romance[STORIA REVISIONATA] In un mondo come quello moderno, in cui l'unicità di ogni persona rappresenta un Universo a sé, le cose non sono mai o bianche o nere. Eppure, è così che appaiono Richard e Agathe: lui, ormai un uomo fatto, algido, composto, più...