Twenty First Shade [R]

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Altri giorni erano trascorsi e novembre era ormai agli sgoccioli: quel mercoledì pomeriggio, neanche a dirlo, Agathe era nella biblioteca di Richard Prescott e cercava di capire secondo quale metodo fossero disposti e suddivisi tutti quei libri. E, soprattutto, come riemergere da quel labirinto fatto di pesanti scaffali in legno.

«Mettere dei cartelli segnaletici no, Prescott?» sbuffò quando riuscì a tornare in vista del caminetto vicino alla porta, in cui era sistemata una piccola zona relax con un divanetto e un paio di poltrone, non lontano dalla scrivania di Richard. «Ho preso la svolta sbagliata per tre volte prima di imboccare quella giusta. Tre volte» sottolineò; si lasciò cadere in una poltrona di fronte al fuoco scoppiettante e prese a strofinarsi le mani ghiacciate.

Richard, che era seduto nell'altra poltrona ed esaminava delle lettere con la fronte aggrottata, neanche alzò lo sguardo. «Hai freddo?»

Agathe grugnì una risposta affermativa.

«Te l'avevo detto di mettere un maglione» le rammentò lui. «Non accendo quasi mai il riscaldamento nelle sezioni più lontane e d'inverno sono gelide».

«Questo l'avevo capito da sola» replicò sarcastica la ragazza. Rabbrividì vistosamente. «Adesso non devo fare altro che aspettare la primavera, per scongelarmi!»

Posati fogli e occhiali da lettura sul tavolino alla propria destra, Richard guardò Agathe con espressione impassibile. «Se sei davvero congelata come dici, hai tre possibilità: spostarti più vicina al fuoco, accettare la mia offerta di fornirti un maglione o una coperta – offerta che hai rifiutato mezz'ora fa – oppure lasciare che ti aiuti a scaldarti».

Agathe gli scoccò un'occhiata ironica. «Chissà perché, ho un'idea piuttosto precisa del modo in cui vorresti scaldarmi» disse maliziosa.

«Più o meno, ma con una differenza fondamentale» rispose lui.

«Sentiamo» lo incitò la ragazza; gettò le gambe su un bracciolo della poltrona e si stiracchiò.

«Forse non l'hai mai notato, ma sono sempre stato io a baciarti» sparò Richard, andando dritto al nocciolo della questione.

Agathe arrossì. «E allora?» pigolò.

«Allora, oggi potresti essere tu a prendere l'iniziativa». Gli occhi di Richard si posarono su di lei, ardenti al punto da toglierle il fiato. «Baciami, Agathe».

Quella richiesta così esplicita la mise in imbarazzo. Pensandoci bene, Richard aveva ragione: era sempre stato lui a baciarla e sempre prendendola alla sprovvista. In quel modo lei non aveva mai avuto il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo né, quindi, di essere sopraffatta dalla timidezza e tirarsi indietro. Adesso però, di fronte alla richiesta di Richard, il tempo ce l'aveva eccome; pensava a tutti i singoli gesti che avrebbe dovuto compiere per arrivare a quel risultato e si ritrovava bloccata, incapace anche solo di alzare lo sguardo.

Richard, dal canto suo, aveva previsto che sarebbe stata proprio quella, la prima reazione di Agathe: nonostante la sua vivacità e il suo essere, spesso e volentieri, anche un po' sfacciata, aveva notato quanto fosse facile farla arrossire e ne aveva dedotto che di esperienza la ragazza non ne avesse poi molta. Non che ci fosse niente di strano; in fondo aveva solo diciassette anni; ma da quando l'aveva baciata per la prima volta, qualche settimana prima, in Richard era cresciuta sempre più la curiosità di vedere in quale tipo di donna Agathe sarebbe sbocciata e cosa si nascondesse dietro quella timidezza che spesso la faceva chiudere a riccio. Così tese una mano verso di lei, che era tornata a sedere composta e si fissava la punta dei piedi.

«Guardami» disse piano; esitante, lei sollevò gli occhi. «Vieni qui e baciami».

Agathe si alzò dalla poltrona e lo fissò, tesa, lisciandosi nervosamente la gonna della divisa; si sfilò le scarpe e si spostò di fronte a Richard che, semi sdraiato nella propria poltrona, aspettava in silenzio. L'uomo distese le braccia sui braccioli della poltrona con i palmi delle mani rivolti in alto, quasi invitandola ad accomodarsi; Agathe salì cauta su lui, mettendo prima un ginocchio e poi l'altro ai lati delle sue gambe, e posò le mani sulle sue spalle per sostenersi. Quelle di Richard andarono veloci ai fianchi di lei e lì rimasero, leggere e immobili, mentre continuava a fissarla.

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