Cap 46

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Mi posiziono al centro e guardo i giudici. Loro non sanno che io non posso vedere altro che le loro sagome scure. So che le sedie degli spalti sono verdi e le pareti gialle. Ma per il resto, io vedo tutti loro in bianco e nero. E forse è un vantaggio. Parte la mia musica. Per lo short program ho scelto Dancing in the Moonlight, ritmata al punto giusto da darmi la carica per eseguire i salti e tenere il tempo, ma di contro non troppo pretensiva. Ha un inizio dolce, quasi sbarazzino. 

Ho deciso, con la coreografa, di muovere le mani intorno, come se stessi provocando

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Ho deciso, con la coreografa, di muovere le mani intorno, come se stessi provocando. Mi viene subito da sorridere. Per un attimo mi dimentico che sto facendo la prova più tecnica e giro la testa facendo seguire morbido tutto il corpo. Poi inizio a scalfire il ghiaccio e la mia coreografia prende vita. Il primo salto è il peggiore. Da questo dipenderà tutto il resto. Ma la musica è perfetta e mi sembra di essere in una sorta di mondo parallelo, fatto di persone che vedono in bianco e nero, almeno quando pattinano. E il mio triplo toe loop esce perfetto. Everybody dancing in the moonlight. Mi muovo a tempo di musica sorridendo. Il pubblico applaude. Paolo, ce la sto facendo anche senza di te, hai visto?

 Paolo, ce la sto facendo anche senza di te, hai visto?

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Sto credendo in me stessa. Eseguo il resto della coreografia mentre il pubblico inizia a battere le mani a tempo di musica. Non ci posso credere. E' la prima volta che mi diverto a una gara. Quando anche l'ultimo salto è andato, mi concentro sulla trottola, consapevole che ormai il gioco è fatto. Il peggio è passato. Mi inchino ai giudici, e sfoggio un sorriso. Una di loro mi sorride di rimando. Non mi era mai capitato. Mi volto verso l'altra metà del pubblico e Prisca emette un urlo di gioia. Appena esco Monia mi abbraccia. Non l'aveva mai fatto.

«Brava la mia piccola», dice. Mi siedo insieme a lei ad ascoltare il punteggio e il cuore mi batte forte, mentre un camerman inquadra il mio viso. Quando i giudici annunciano il punteggio salto sulla poltrona: sono in seconda posizione. Ho scalzato persino Martina.

«Sei stata fantastica», dice Prisca «certo se c'ero io ti avrei dato merda, ma così...»

Ci stringiamo forte e penso che senza di lei non ce l'avrei fatta. E' stata lei a spronarmi, a starmi vicino in tutti i momenti, anche quelli in cui credevo che non mi sarei più rialzata. Lei ci ha creduto anche quando cadevo e mi ha sempre ordinato di rialzarmi e riprovarci.

«Adesso però fila a riposarti in hotel

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«Adesso però fila a riposarti in hotel. Niente distrazioni e niente cena pesante. Domani c'è la parte più difficile»

Ross arriva ad abbracciarmi e mi bisbiglia in un orecchio: «Sei stata strepitosa», poi deglutisce due volte. Non oso immaginare la fatica che hanno fatto gli altri genitori a sopportare il suo tic nervoso, mentre guardavano le loro figlie esibirsi.

«Sono così contenta, mamma», esclamo «non avevo mai fatto così bene a una gara»

E quasi senza accorgermene, accarezzo il nastro d'argento, il mio legame con Geo, che mi ha portato fortuna.

Mi spiace se a volte i miei personaggi del romanzo non fanno quello che vorreste.  Il fatto è  che non mi piace inventare la loro vita.  Li vivo così intensamente da diventare loro e loro sono me.  Quindi se nessuno sarà sugli spalti a tifare Laura, domani, non prendetela a male.  A volte semplicemente capita che nel momento  in cui si ha così intensamente bisogno  di qualcuno, quel qualcuno non ci sia.  E magari ha tutte le ragioni del mondo, però  non c'è  e basta.  Perché  la realtà spesso fa male.  E quando ci si innamora ancora di più.

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