Cap 25

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Prisca mi ha chiamata a casa sua per una riunione d'urgenza. L'ha definita così, "un' urgenza", e io mi sono precipitata, anche se pensavo di fare un salto da Geo. Domani partirò per Asiago e tra gli allenamenti e tutto il resto non sono più riuscita a vederlo. Ho preparato la valigia in fretta e furia e la mamma mi ha urlato raccomandazioni fino a che non mi ha visto scomparire dietro l'angolo. Vorrei non dover tornare a casa stasera. Odio quando blatera cose come "vedi di non combinare casini" o "dai retta all'allenatrice" e "proteggi sempre i tuoi occhi, dentro e fuori dal ghiaccio".

La mamma di Prisca mi fa entrare col suo solito sorriso e mi schiaccia l'occhio. Anche lei deve essere una di quelle mamme odiosamente apprensive.

Mi intrufolo nella camera di Prisca. E' seduta sul letto. Quando mi vede fa un sorriso e nasconde qualcosa sotto a un grosso foulard.

«Ehi», dice, e si liscia i capelli con una mano. Li ha appena lavati: sento l'odore di gelsomino del suo balsamo. Indossa una maglietta chiara con dei fiorellini. Mi piacerebbe sapere di che colore sono. E' sempre bellissima. E' rimasta sempre e solo la mia firma, sul suo gesso.

«Come stai?», le chiedo. Mi siedo accanto a lei. Ha le labbra incurvate verso il basso. Mi sa che le viene un po' da piangere.

«Ti ho preparato una sorpresa», mi dice, ma non scosta il foulard.

«Oh...», rispondo e sono un po' in imbarazzo.

«Monia mi ha detto che ce la stai mettendo tutta agli allenamenti», sussurra «e da quel poco che ho visto, lo penso anch'io. Ad Asiago devi dare il meglio. Puoi imparare tanto, là. Adesso è il momento di non fermarsi»

Gli occhi le brillano. Lo sguardo le cade sulla sua gamba.

«Non sai quanto vorrei essere lì con voi», dice, a voce sempre più bassa.

«Anche io vorrei che venissi», rispondo. E lo penso davvero. Non so quale strana magia sia successa tra noi, ma anche se Prisca tornerà a essere stronza, quando guarirà, io le vorrò sempre bene. Mi sono affezionata a lei, così menomata, così fragile. Adesso siamo in sintonia.

«Magari un giorno potrei fare una capatina con Paolo e mia madre», butta lì.

Faccio una smorfia.

«Che c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?»

«Ho litigato con Paolo»

Prisca si mette a ridere. La guardo con aria interrogativa.

«Scusa», mi dice «ma non vi ci vedo proprio, a litigare. Voi due siete sempre così uniti...»

Scuoto la testa. «Forse non più, da adesso»

«Dai, non sarà successo niente di così irreparabile!»

Ripenso alla sua frase tagliente sul divisorio della nostra casa sull'albero. E poi parto a raccontare tutto a Prisca. Non mi era mai successo di aprirmi così con una ragazza. Di solito, il mio confidente è sempre stato Paolo, anche quando si trattava di ragazzi. Con Prisca è più difficile, parlare. Mi interrompe sempre facendo un sacco di domande, senza lasciarmi arrivare al succo della questione.

«Ma quindi, in definitiva, a te piace Paolo?», mi chiede alla fine, un po' confusa.

Serro le labbra e cerco di evitare il suo sguardo.

«Paolo mi piace, sì. Mi è piaciuto dal primo giorno in cui l'ho visto. Ma non ho mai pensato a lui... In quel modo. Capisci?»

Prisca annuisce. Mi sembra molto più esperta di me in queste cose.

«Ma adesso quando vi sfiorate tu provi qualcosa, vero?»

Sospiro.

«Forse sì, non lo so... E' tutto molto complicato. Poi a lui piace Ester, quasi di sicuro. Io sono solo un'amica»

«Allora perché è tanto geloso di Geo?»

Non riesco a rispondere. Penso a Geo, alle sue parole, ai capelli lunghi legati con il codino, ai discorsi sulle sbronze, al paragone dei miei occhi con un cocktail e mi viene da sorridere.

«Solo a nominarlo, questo Geo, ti incanti», commenta Prisca.

«E' che... Lui è così...bello...»

«Vi siete baciati?»

Annuisco.

«Bacia bene?»

«Divinamente»

«Wow. Vorrei trovarlo anche io un tipo così»

«Se ti conoscesse, si innamorerebbe all'istante di te», ribatto.

«Non dire stupidaggini»

«Ha avuto di sicuro un sacco di ragazze... Sa sempre cosa dire al momento giusto e ogni tanto sembra che mi legga nel pensiero...»

«L'uomo perfetto. Altro che quella mezza calza di Paolo»

Non dico niente. Non posso dirle che Paolo è entrato nel mio mondo come nessun'altro ha mai fatto. Evito anche di accennare al fatto che sono quasi sicura che Geo nasconda qualcosa. Sembrerei pazza. Prisca non capirebbe. Eppure ogni volta che lo vedo, so che si tiene dentro una certa dose di sofferenza. Sono anche convinta che siano in pochi a sapere di cosa si tratta.

Rimaniamo zitte per un attimo.

«Che casino», esclamo e lei si mette a ridere.

«Magari questa settimana lontano da entrambi ti aiuterà a comprendere quello che vuoi», conclude lei. Mi viene l'angoscia e non capisco se ho voglia di capirlo davvero o no.

«Però cerca di non pensarci troppo», aggiunge «è ilghiaccio il tuo primo amore»+++++++++++++++++++++++++++++++

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