Cap 49

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C'è una strana pace nella casa sull'albero. Odore di incenso alla vaniglia. E' tutto in ordine. Capitan America è al suo posto sulla mensola, vicino a Freccia Verde e all'Uomo Roccia. I fumetti di Paolo sono sparsi sul tappeto, insieme agli schizzi di suo padre. Non so quante volte li guarda e li riguarda. Anche lui prova a disegnare, ma non vuole mai mostrarmi nulla di quello che scarabocchia. Sono venuta qui per portar via le mie cose, almeno alcune, nel caso Ester dovesse tornare. Non voglio che veda i miei pupazzi e tantomeno i dvd in bianco e nero di Audrey Hepburn. Ne sono molto gelosa. Adesso, però, spostare quegli oggetti mi sembra più difficile del previsto. In più, di fuori, ha iniziato anche a piovere. Inserisco Vacanze romane nel lettore dvd e mi accoccolo sul divano. 

Mentre guardo il sorriso di Audrey e cerco di sorridere con lei, penso che vorrei rimanere chiusa qui dentro il più a lungo possibile, sola con i miei pensieri

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Mentre guardo il sorriso di Audrey e cerco di sorridere con lei, penso che vorrei rimanere chiusa qui dentro il più a lungo possibile, sola con i miei pensieri. E' il primo momento di tranquillità dopo mesi di delirio. Chiudo gli occhi a metà film, avvolta dal torpore e cullata dalla pioggia che continua a scendere.

«Ehi, bella addormentata». Una voce amica, e una mano leggera che mi scuote una spalla. Sono avvolta da una coperta morbidissima. Apro gli occhi e vedo quelli di Paolo. Sorrido.

«Non ho ricevuto il bacio del risveglio, però», commento.

«Forse perché io non sono il principe giusto», ribatte.

Torno alla realtà. L'ultima volta che ho visto Paolo, lasciando perdere le mie allucinazioni sul ghiaccio, eravamo arrabbiati l'uno con l'altra.

«Non mi aspettavo di trovarti qui», dice e si appoggia sul divano, accanto a me. I nostri corpi si sfiorano.

«In effetti ero venuta solo a prendere qualcosa...»

«Cioè?»

Alzo le spalle. «I dvd di Audrey... Il mio cuscino...»

Lui ridacchia. «Vuoi togliere le tue cose da qui? Mi porti via anche l'arredamento che abbiamo scelto insieme?»

«Nel caso...»

«Non succederà più. Ho parlato con Ester. Le ho detto che quella sera ho fatto un'eccezione. Lei stava male e non sapeva davvero dove andare. Ma le ho detto che questo posto è nostro e non intendo perderti per una cosa del genere»

«Che le era successo?», chiedo, scettica.

«Non so se posso dirtelo»

«L'altro giorno sembrava morissi dalla voglia di farlo»

«Ester non ha una bella situazione a casa. Il compagno della madre la tratta malissimo. Suo padre è sempre via per affari. Quella sera il patrigno aveva esagerato a metterle le mani addosso, così lei è scappata... Non sapeva proprio dove andare. E' stata una cosa di emergenza, ma non succederà più. Te lo prometto»

«Non voglio più che fai promesse»

«Allora te lo assicuro. So di aver sbagliato e ti chiedo scusa»

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