Cap 4

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Raggiungo Paolo nella nostra casa sull'albero. Siamo cresciuti, ma lui è rimasto sempre con me. Ce ne abbiamo messi di anni, per ottenere questo posto. All'inizio era solo un progetto scarabocchiato su un quaderno delle elementari. Poi Paolo ha iniziato a dire che se davvero volevamo una casa sulla quercia che divide casa mia da casa sua, allora noi potevamo averla. E così è stato.

«Ehi», dico, e poi entro. Di solito se ne sta seduto sulla poltroncina in mezzo alla piccola stanza, a leggere i suoi fumetti. Oggi no. E' sdraiato sul tappeto e sta giocando con l'Xbox.

«Ehi», risponde, e non alza neanche lo sguardo.

«Continua a far freddino qui dentro», dico, tanto per attirare la sua attenzione. E' maggio, non è vero che fa così freddo. Indosso una maglietta azzurra e un paio di jeans. Lui non so di che colore abbia i vestiti oggi. Non ricordo tutte le sue polo. Io, i miei vestiti, li ho divisi nell'armadio per colore, con tanto di etichetta.

«Non dovresti essere all'allenamento, oggi?»

Spegne l'Xbox e inizia a fissarmi. Odio quando lo fa. Sembra mio padre.

«Avevo un po' tanto da studiare...», mormoro.

», mormoro

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«Laura...», sussurra lui, con quella voce odiosa da saputello. Paolo mi conosce come nessun'altro. Saprebbe intercettare una mia balla anche da lontano. E anche io conosco lui allo stesso modo.

«Poi la mamma di Prisca non poteva passare a prendermi»

«Tua mamma non aspetta altro che accompagnarti», ribatte lui. Questo è vero. Sta distruggendo tutte le mie scuse. Come al solito.

Mi siedo sul divano e giocherello con un suo supereroe: Hulk, il mio preferito.

«Hulk dice che dovresti prendere un po' più sul serio questa cosa del pattinaggio», afferma Paolo, con voce roca.

«Scusa, Hulk», rispondo, guardando fisso il pupazzetto «è che oggi proprio non mi andava di farlo»

«E' sempre per Prisca?»

Lo fulmino con lo sguardo. Lì dentro lasciamo sempre pochissima luce, quella delle candele o di una lampada. Così io ci vedo meglio.

«Non sono io che te lo sto chiedendo. E' Hulk», si giustifica Paolo.

Guardo gli occhi arrabbiati di Hulk, il suo pugno proteso in avanti.

«Prisca ultimamente è sempre più stronza», ammetto.

Prisca è la nostra compagna di Liceo, nonché la migliore pattinatrice in circolazione. Ci siamo allenate insieme, da sempre.

 Ci siamo allenate insieme, da sempre

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