Quel ragazzo sarà il doppio di lui. Mi blocco, sorpresa.
«Lasciala stare!» gli urla «Non vedi che è ubriaca?»
«Chi cazzo sei, suo nonno?» ribatte Gabriele, ridendo. Si volta per tornare da me, ma Paolo lo afferra per un braccio.
«Ti ho detto di lasciarla stare» grida di nuovo.
«Ma vai a farti fottere, bambino», gli dice il ragazzo e lo spintona contro a un altro tavolo. Scendo dal cubo e barcollo verso Prisca, che mi tende la mano. Paolo si avventa ancora verso Gabriele, ma sembra rimbalzargli contro.
«Andiamocene da questo posto di merda», dice il mio spasimante a un suo amico. Prima di uscire, mi passa vicino e fa dondolare la lingua in mezzo ai denti. Sono nauseata. Ma cosa stavo facendo? Paolo si massaggia un braccio, mentre Geo si avvicina.
«Vuoi farmi scappare tutti i clienti?» chiede a Paolo.
«Non hai visto cosa è successo?» ribatte lui, urlandogli contro la faccia. «Ti fottono la ragazza davanti al naso e tu non dici niente? O forse sei troppo occupato a flirtare con chiunque!»
Geo mi lancia un'occhiata di ghiaccio e io mi sento malissimo. In effetti, lui sta lavorando. Non può pensare anche a me. Deve potersi fidare.
«Tanto ci sei tu a farle da guardia del corpo, no?», ribatte, alla fine.
«Se tu non la facessi ubriacare, con i tuoi cocktail di merda, questo non succederebbe», replica Paolo.
«Non voglio discutere con te, devo lavorare», dice Geo.
Fa per allontanarsi, ma Paolo lo blocca.
«Sei solo un egoista presuntuoso», gli dice , «ti credi figo perché sai fare due cocktail?»
«E tu pensi che Laura debba stare con te per forza, solo perché siete cresciuti insieme?»
Geo gli dà una leggerissima spinta per allontanarlo e tornare al bancone, ma Paolo è troppo alterato: gli molla un ceffone in piena faccia prima che qualcuno possa fermarlo. Geo rimane un secondo intontito, e lo fissa senza espressione, portandosi la mano al naso. Quando si accorge che sta sanguinando, si avventa su Paolo e gli molla due pugni nello stomaco.
La gente intorno a loro si scansa e qualcun urla.
«Ragazzi, una rissa!», grida qualcun altro. Si accalcano tutti intorno a loro. Dal fondo della stanza, Nic è velocissimo a muoversi. Mi accorgo che punta dritto verso Geo. Forse non è la prima volta che deve fermarlo. Io rimango immobile, frastornata, sento le orecchie che mi fischiano mentre guardo il mio pseudo ragazzo che riempie di pugni il mio migliore amico. Paolo non riesce più a reagire. Quando Nic li raggiunge, è come se Geo stesse dando pugni a un sacco della box.
«Chiamate un'ambulanza!», urla Viola. Ester scoppia a piangere.
Guardo Geo, che si pulisce la bocca e ha gli occhi iniettati di sangue. Ha un'espressione che non gli ho mai visto. E' qualcosa che rasenta l'odio, come se Paolo gli avesse ucciso un componente della famiglia. Mi spaventa. Non riesco più a fissarlo negli occhi, e distolgo lo sguardo.
«Laura», mormora lui, cercando di avvicinarsi. Lo scanso.
«Andiamo, tutti fuori di qui», urla intanto Nic, cercando di spingere la gente fuori dal locale.
Mi fiondo verso Paolo prima che lo faccia Ester. Prisca è già lì.
«Paolo», sussurro, e non so cosa fare. Ha perso conoscenza. Ha il viso tumefatto e le braccia a proteggersi lo stomaco.
Dopo un po', emette un mugolio di dolore e io tiro un sospiro di sollievo. Cerca di aprire gli occhi, ma devono fargli troppo male.
«Stai giù, sta arrivando l'ambulanza», lo informo.
Geo non la smette di fissarmi. Avrei tante domande per lui, adesso. Non capisco cosa l'abbia spinto a reagire così. Non è il Geo che conosco e quello che ho visto non mi piace neanche un po'. Sono frastornata. Di sicuro, ci sono ancora molte cose che devo capire su di lui.
«Laura», bisbiglia Paolo.
«Sono qui, Superman», gli dico.
Gli accarezzo i capelli. Lui fa una smorfia che sembra un sorriso.
«Chi ti porta a casa questa sera?», mi chiede.
E' tutto dolorante, non riesce neanche ad aprire gli occhi, ma si preoccupa ancora per me.
«Non ti preoccupare, chiamo la mamma», mento. L'unica cosa che non voglio in questo momento è farlo agitare.
«Ci sono io per te», bisbiglia. Ester lo sente e gira la faccia dall'altra parte. Prisca mi guarda e alza le spalle. Sentiamo il suono dell'ambulanza.
«Stanno arrivando, supereroe», lo tranquillizza Prisca.
Viola e Nic ci guardano da lontano. Viola ha un'espressione indecifrabile. Geo è sparito.
«Laura, tienimi la mano», dice Paolo.
Poi perde di nuovo i sensi.
Commentate se lo vedete :(
STAI LEGGENDO
Shake my colors
ChickLitATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...