ATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...
Sono due giorni che Paolo non viene a scuola e non risponde ai messaggi. E alla casa sull'albero non si fa vedere. Ho giusto un'oretta prima di andare all'allenamento, e allora ne approfitto per andare a passargli i compiti. Una di queste sere dovrò anche passare da Prisca, anche se non ne ho per niente voglia. La casa di Paolo è circondata da cespugli, arbusti ed erbacce varie. Accatastate tutt'intorno alla porta ci sono vecchie cassette della frutta, cartoni, bottiglie di plastica. Lui ogni tanto butta via qualcosa, ma lo fa poco alla volta, perché se sua madre si accorge poi diventa ancora più isterica. Suono al campanello. Non mi risponde nessuno. Suono ancora più forte. Una volta, da bambina, rimasi attaccata a quel campanello per un'ora, perché la mamma di Paolo non mi voleva far entrare e lui era in castigo. Finalmente sento qualcuno che ciabatta da dietro la porta. Gira il chiavistello. Spero sia Paolo. Invece è sua madre.
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«Buongiorno, signora Lina, sono venuta a portare i compiti a suo figlio»
Non riesco mai a darle del tu. Mi sembra così vecchia. Ha i capelli chiari avvolti in un foulard di seta e rughe vistose intorno agli occhi. Si guarda intorno con circospezione, come se mi fossi portata dietro l'esercito della disinfestazione.
«Entra», mormora, e mi apre la porta per lasciarmi passare, poi la richiude a doppia mandata. Non mi piace per niente la casa della mamma di Paolo. Oltrepasso il corridoio, cercando di non buttar giù libri, lampade e altro ciarpame e dopo aver incespicato ovunque sono in salotto. Lui non c'è. Sul tavolino di legno davanti al divano ci sono un sacco di bigliettini, quelli tipo post it. Sono gli appunti della mamma di Paolo. C'è scritto di tutto su quei foglietti. Sue riflessioni, cose che vorrebbe comprare, cose che le servono entro la fine dell'anno, cose che dovrebbe far aggiustare, cose che lei stessa vuole riparare, persone che deve chiamare.
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Paolo mi ha spiegato che i post it sono eterni, nel senso che possono solo aumentare. Magari lei li guarda davvero, ogni tanto, ma poi non fa quello che c'è scritto. Il solo fatto di essersi appuntata da qualche parte che deve fare una cosa, la convince di averla fatta. Guai a buttarle via uno di quei post it. Sono i preziosi complici della sua mente contorta. Il divano è pieno di cuscini. Ne ha di tutti i tipi e forme. Mi chiedo dove ci sia posto per metterci il sedere. Sulla televisione davanti al divano sono appesi altri post it, e sopra allo schermo ci sono degli angioletti di ceramica. Non c'è uno spazio di un comodino o di una sedia che non sia occupato da qualcosa. Mi bruciano gli occhi solo a guardarla, quella casa. La cucina è piena di aggeggi vari, alcuni vecchissimi, da antiquariato. C'è sempre uno strano odore, come se sul fuoco bollisse a tutte le ore una pentola di minestrone. Lina mi ignora, sta tagliuzzando della stoffa e la accumula sul ferro da stiro, pieno di panni. Rinuncio a qualsiasi dialogo e mi avvio verso la camera di Paolo. Busso, prima di entrare.