Sono in punizione fino alla gara. Poi si vedrà. Mia mamma mi ha vista tornare col viso rigato di lacrime, il mascara colato, i capelli spettinati. Ha aspettato che rientrassi, poi ha chiuso la porta a chiave e ha detto: «Fin dopo la gara non esci più»
Non ho neanche replicato. Mi sono buttata sul letto e ho dormito dieci ore filate. Ho fatto sogni strani, dove un tizio che si chiamava Robin mi rincorreva con un coltello. Mi sono svegliata sudata e più stanca di prima. Sono rimasta nel letto a messaggiare con Geo.
Alle dieci mi ha chiamato Paolo. Mi ha chiesto se riuscivamo ad andare a prenderlo. Gli ho detto che mia mamma era furente, lui allora ha ribattuto che avrebbe chiamato Ester. Sembrava offeso. Ho passato la giornata a guardare dvd sul pattinaggio e chiacchierare al telefono con Prisca. Non le ho raccontato di Geo. Mi direbbe di allontanarmi all'istante e non è quello che voglio. Monia mi ha scritto di riposarmi, perché domani ha intenzione di massacrarmi. Manca davvero pochissimo alla gara. Tre giorni. Posso assentarmi da scuola e allenarmi tutto il giorno. Ma continuo a pensare a Geo.
Qualcuno bussa alla porta della mia camera. Sbuffo. Nascondo il pacchetto di patatine sotto il letto e dico: «Avanti».
Per fortuna è Mario. Se fosse stata la mamma, non avrei retto.
«Sei chiusa qui dentro da tutto il giorno?», mi chiede.
Annuisco.
«Questa è forse l'unica volta in cui io e tua madre non siamo d'accordo sulla punizione, lo sai?»
Spalanco gli occhi. Mi sembra una cosa impossibile.
«E perché non sei d'accordo?»
«Be', le ragioni sono tante», mi spiega lui «posso?». E si siede sul letto prima ancora che io possa annuire. Grandi discorsi mio padre non li ha mai fatti. Non so dove voglia arrivare.
Sospira e si gratta la testa. Mi viene da ridere. La situazione è quasi tragicomica.
«Non sei mai stata una bambina vivace», dice mio papà e sento che la sta prendendo larga. «Ma sei sempre stata speciale. Quel tuo modo di vedere il mondo, che all'inizio ci ha fatto soffrire... Poi è diventata la nostra speranza. Quando ti ho vista sui pattini per la prima volta, ho pensato che tu in mezzo a tutto quel bianco ci nuotassi alla grande. Sembravi nel tuo ambiente naturale. Forse perché per una volta, c'era un solo colore intorno a te. Ed era quello giusto. Era come lo vedevano anche gli altri. Ma poi mi sono accorto che tu ci vedi meglio di noi. Riesci a capire quando sono nervoso ancora prima che io dica qualcosa. Leggi la felicità e la malinconia negli occhi della gente»
Papà fa una pausa e mi guarda dritto negli occhi.
«Però mi chiudete qui in punizione», borbotto, tanto per sdrammatizzare.
Lui sorride.
«Questo perché sei un'adolescente ribelle, uguale a migliaia di adolescenti»
«E allora il tuo grande discorsone a cosa mi è servito?»
Mario si mette a ridere.
«Forse a niente. Però ci tenevo a dirti che se senti dentro che devi fare qualcosa prima di questa gara importante, forse conviene che tu la faccia»
«Ma... qualcosa tipo?»
Mario alza le spalle.
«Non lo so e non lo voglio sapere», dice «in fondo sono sempre tuo padre»
Non mi ha parlato da padre a figlia, ma da persona a persona. Lo apprezzo tantissimo.
«Ma sono in punizione», ribatto, serrando le braccia.
Lui ride.
«Non ridere»
«Sei così buffa...»
«Come faccio a fare quello che voglio fare se ho un mastino che sorveglia la porta ventiquattrore al giorno?»
«Tutte le guardie si danno il cambio, prima o poi», dice Mario e mi strizza l'occhio. Sono allibita. E' una trappola? E stato mandato da mia mamma per mettermi alla prova?
«E quando inizierebbe il turno della tua guardia?»
«Quando il mastino va a dormire. Tra un'ora»
Si alza e va verso la porta.
«Papà?»
«Sì?»
«Se mi freghi questa non te la perdono»
Ride ed esce scuotendo la testa.
Ho un'ora per prepararmi. Mando un messaggio a Geo.
Posso uscire un attimo. Ci vediamo? Devo dirti una cosa importante.
Va bene. Io stacco tra poco. Ti passo a prendere in moto?
No. Vediamoci al parcheggio della stazione.
Okay. A dopo piccola.
Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio. Sono orribile. Ho i capelli scarmigliati e non posso andare a fare la doccia: Ross si insospettirebbe. Prendo la spazzola e cerco di sistemarli come meglio posso. Li lego in una lunga treccia laterale. Indosso una maglietta rosso scuro, con le maniche di pizzo e una scollatura sulla schiena. Poi infilo il cappotto e mi avvolgo nella mia sciarpa color petrolio. Rossetto sì o rossetto no? Sono indecisa.
Passo solo un po' di eyeliner intorno agli occhi e aggiungo un filo di mascara. Sembro quasi decente. Controllo l'orologio. Manca ancora mezz'ora. Mi siedo sul letto e continuo a leggere il libro che mi ha dato la professoressa quest'estate. Non l'ho ancora terminato, tra gli allenamenti i compiti e tutte le cose che sono successe. E' molto bello. Il fatto che su Pingelap ci sia un intera popolazione di acromatopsici mi fa sentire meno sola, in qualche modo. Immagino sia bellissimo poter incontrare persone che vedono esattamente quello che vedi tu. Non dover dare spiegazioni di nessun tipo. Proprio come quelle che mi toccherà dare adesso, invece. Ma dopo quello che Geo mi ha raccontato, non posso più tirarmi indietro.
Apro la porta della stanza. C'è uno strano silenzio, come se stessero già tutti dormendo. Invece so che papà è sveglio, appostato da qualche parte tra la camera e il salotto. Mi appiattisco alla parete e scivolo modalità Pantera rosa verso la porta d'ingresso. Le mie scarpe scricchiolano sul pavimento. Stringo i denti. Raggiungo la porta e abbasso la maniglia. In mezzo al silenzio mi sembra faccia un rumore infernale. Richiudo la porta dietro di me e inizio a correre. Non so perché mi sembra di essere appena uscita da prigione. In fondo, è passato appena un giorno. Ma non smetterò mai di ringraziare mio papà per quest'ora di libertà. Potrebbe essere l'ultima volta che vedo Geo prima della gara.
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Shake my colors
ChickLitATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...