«E perché ti sei tanto arrabbiata che lui fosse lì con lei? Non capisco», dice Prisca.
«Abbiamo fatto una promessa. Nessuno può entrare in quel posto tranne noi. Nessuno, capisci?»
Prisca annuisce.
«Però mi sembra che tu te la sia presa eccessivamente. In fondo, conosci la situazione di Paolo. E anche Ester in questo periodo non se la passa benissimo...»
Mi scappa una specie di ruggito. E' stata anche la giustificazione di Paolo.
«Laura, cosa ci fai tu qui?», mi ha detto, sporgendosi nella mia direzione.
Ho continuato a scendere le scale e non gli ho risposto.
Lui mi è venuto dietro.
Sono saltata giù dalla scala e mi sono messa a correre. Ma lui mi ha raggiunto e mi ha preso per un braccio.
«La domanda non è cosa ci faccio io a casa mia», ho risposto «ma cosa ci fa lei lì»
Paolo ha abbassato lo sguardo.
«Sul mio cuscino, poi», ho aggiunto.
«Pensavo non venissi, questa sera», ha ammesso «da quando sono tornato, sei sempre con Geo o ad allenarti...»
«E questo è un buon motivo per portare Ester nel nostro rifugio?»
«Forse no. Ma vedi, lei questa sera era sconvolta, non sapeva proprio dove andare. Mi ha chiesto aiuto e io ho pensato che anche tu saresti stata d'accordo nel fare un'eccezione, se avessi saputo la gravità della cosa. Il fatto è che Ester...»
«Non mi interessa» ho sbraitato «non voglio neanche sapere cosa le sia successo. Potevi sempre portarla a casa tua»
«Sai com'è casa mia...»
«Non dovevi portarla lì. Potevate andare in uno squallidissimo hotel, piuttosto»
Paolo mi ha guardato e ha socchiuso gli occhi.
«Da quando sei diventata così insensibile ai problemi degli altri, Laura?»
«E tu da quando sei diventato così stronzo?»
Ci siamo guardati, entrambi con i pugni serrati e le mascelle protese in avanti. Sembravamo due lottatori.
«Non ti capisco più», ha detto lui «da quando c'è Geo, non sei più la stessa»
«Mi hai promesso una cosa e non l'hai mantenuta», ho ribattuto, e mi sono resa conto di aver quasi urlato.
Ester si è affacciata alla piccola finestra. Aveva in mano Capitan America.
«Quello te l'ho regalato io», ho sibilato, e mi sono salite le lacrime agli occhi.
«Se mi lasciassi spiegare...», ha detto Paolo.
Mi sono liberata dalla sua stretta e me ne sono andata.
Il ricordo brucia ancora. E' troppo difficile da accettare. Domani ho la gara e tutto quello che mi passa per la testa adesso è che il mio migliore amico ha infranto il nostro patto. Mi rialzo e riprovo ancora una volta la coreografia. Mi sembra di essere zoppa. Mi sembra che il mondo intorno si stia facendo più grigio che mai.
«Mettici dentro la tua rabbia», mi urla Prisca «il tuo dolore, la tua sofferenza»
Monia annuisce.
Ma io inciampo di nuovo. Mi fa male un ginocchio. Mi fa male la testa. Mi fa male il cuore. Paolo mi ha fatto così male che neanche pattinare, adesso, è più importante. Domani c'è la gara e io non so proprio come farò.
Quante stelline per questo capitolo?fateci volare in alto! Lo leggete? Se sì commentate
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Shake my colors
ChickLitATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...