Cap 9

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Quando il cielo è pieno di nuvole, il mio cuore ride. Se piove, mi sento al sicuro. Le nuvole mi permettono di vedere infinite tonalità di argento. No, voi non avete idea di cosa voglia dire avere l'anima illuminata dalla foschia. Dalla nebbia. Da un grigio celestiale. Sono innamorata del mio mondo in bianco e nero. Ma ogni giorno sono costretta a confrontarmi con il vostro, fatto di colori. Non riesco a scorgere gli interruttori. E non è un problema, per me, stare al buio, fino a che qualcuno mi fa notare che manca la luce. Puoi accenderla, Laura? Io ci provo, ma per me la parete è tutta bianca, se l'interruttore non è nero, io non lo vedo. Non potrò mai guidare, perché in Italia la segnaletica per noi che abbiamo l'acromatopsia non esiste.

Ieri sera Paolo mi ha aspettato nella nostra casa sull'albero. Mi è sembrato un po' triste.

«Non ti sei fatta vedere, ieri», mi ha detto.

«Lo so. Ho avuto da fare»

«Fermati qui a dormire, questa notte»

«Tu non torni a casa?», ho chiesto. Mi ha risposto di no, alzando le spalle. Saremmo stati scomodi, entrambi sul divano. E poi comunque al papà dà fastidio, quando dormo qui. Lui pensa che io e Paolo stiamo insieme e non c'è modo di convincerlo del contrario. E' così geloso di me.

Per distrarre Paolo, gli ho raccontato dell'allenamento. Lui ha ascoltato, come sempre, in silenzio. Quando gli ho chiesto cos'avesse fatto, lui, ha risposto "niente di speciale".

 Niente di speciale, di solito, significa che ha provato a buttar via il ciarpame della madre e per questo ci ha litigato

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Niente di speciale, di solito, significa che ha provato a buttar via il ciarpame della madre e per questo ci ha litigato. Ma non gli ho chiesto niente. So quanto può dar fastidio ricevere domande fastidiose. Non gli ho detto nemmeno di Geo. Non so perché. Forse perché voglio tenermi per me questa persona magica che ho scoperto. Da quando l'ho conosciuto, mi sento come stregata. Vado in giro fischiettando. Paolo se n'è accorto. «Sei diversa», mi ha detto, mentre inserivo il dvd di Colazione da Tiffany nel televisore.

«Davvero vuoi rivederlo?»

«Lo adoro», ho risposto «e vorrei avere l'eleganza di Audrey»

Lui mi ha guardato e per un attimo ho pensato che volesse dire qualcosa, ma poi è rimasto in silenzio ed è sprofondato nella lettura dei fumetti. Suo padre gli ha lasciato intere collezioni. Ci sono anche diversi quaderni con dei bozzetti di alcuni personaggi non terminati. Paolo spesso prova a completarli, ma il risultato per ora non è granché.

Tra le altre cose, ieri abbiamo scelto la traccia che oggi porterò a Monia. E' stata una vera impresa e abbiamo discusso un sacco. Io volevo portare Edvin Marton, Art on Ice, ma Paolo mi ha detto che, nonostante sia una bellissima musica, gli sembra troppo gettonata e poco adatta a me. Lui insisteva che la musica adatta fosse una di Jim Morrison, che a me non convinceva. Alla fine abbiamo passato tutta la sera a cercare su You Tube e io pattinavo a piedi nudi per cercare di capire se la coreografia c'entrava qualcosa con le tracce che lui mi proponeva.

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