«Cosa ci fai qui?», urlo, esasperata «vattene subito»
«Aspetta, Laura», dice Geo «ti prego, non dire niente. Ti voglio spiegare»
«Penso di aver già visto tutto quello che c'era da vedere»
«fammi almeno parlare!»
«Non dovevi venire qui»
«Lo so, ho citofonato a casa tua ma non mi ha risposto nessuno»
«Come ti sei permesso?»
Geo fa un passo avanti nella mia direzione.
«Non mi toccare», urlo «mi fai schifo»
Lui sospira e si blocca.
«Lo so che pensi io sia una persona orribile», mormora «e hai ragione. Ma non posso lasciarti andare senza almeno darti una spiegazione di tutto quello che è successo...»
«Non mi interessa. Qualsiasi cosa mi dirai, suonerà falsa. E' tardi per le scuse, adesso»
Geo si guarda intorno, e i suoi occhi si posano sul divano letto al centro della stanza. So a cosa sta pensando. Vorrei che non fosse mai entrato qui. Non ne aveva il diritto.
«Laura, ieri ho baciato quella ragazza perché volevo allontanarti... Farti capire che non possiamo stare insieme. Ma poi tutta la notte non ho fatto altro che pensarti. Pensavo alle tue mani, al tuo sorriso, alla tua grinta. A quello che hai fatto a casa mia, quando mi hai aspettato di fuori al freddo...»
«E allora? Ci siamo detti addio, lì»
«Sì, lo so, ma io provo ancora qualcosa per te»
Non mi aspettavo questa frase. Sento che sto già cedendo. Le mie gambe sono molli e tutto quello che vorrei è gettargli le braccia al collo.
«Ti farei soffrire se stessimo insieme, Laura. Ma non voglio perderti. Sei preziosa per me. Da quando sei arrivata tu... Lo so è assurdo ma... Il mondo ha iniziato a colorarsi. E mi sono sentito un altro. Una persona diversa. Migliore. Non puoi uscire dalla mia vita, adesso me ne sono reso conto»
«E tu pensi che con queste quattro frasi mi riconquisterai?»
«No. Sicuramente no. Ma volevo solo dirtele. Volevo farti capire quanto sei importante per me»
Geo si avvicina e questa volta non oppongo resistenza. Respiro piano, mentre mi accarezza una guancia.
«Sei entrata nella mia vita un giorno qualunque. E adesso voglio che tu ci rimanga. Forse non possiamo stare insieme, ma... Ti voglio con me»
Lo spingo via. Mi viene da ringhiare.
«E' un discorso assurdo! Perché non possiamo stare insieme? E' per quella ragazza? Perché Robin è uscito di prigione? Perché?»
Geo si morde le labbra.
«Ti prego, Laura», sussurra «non chiedermi di più. Sappi solo che ti voglio bene. E voglio che tu sia felice»
Mi abbraccia e mi rendo conto di quanto sia mancato il calore del suo corpo. Lo stringo forte, e mi aggrappo a lui, poi gli sciolgo i capelli.
«Quanto ti detesto...», bisbiglio.
Sono fragile, davanti a Geo. Lo sono sempre stata. Lui sconvolge la parte razionale di me e divento Laura e basta. Laura senza la ragione, che gli si fionda tra le braccia e vuole solo far l'amore con lui.
Le nostre bocche si uniscono e lui mi passa una mano gelata sotto la maglietta. Ho un fremito.
«Sei freddo», gli dico.
«E tu sei caldissima»
Iniziamo a spogliarci e gettiamo i vestiti sui disegni di Paolo. Ci lasciamo andare sul divano letto e continuiamo a baciarci. Ogni volta che faccio l'amore con lui mi sembra sempre che sia l'ultima. Oppure che tutto debba ancora incominciare. E' una sensazione dolorosa e bellissima allo stesso tempo. E' qualcosa che mi entra nelle ossa.
Gli stringo un ciuffo di capelli e gli bisbiglio in un orecchio: «Verde»
Geo mi lecca la bocca.
«Verde sia», risponde.
Verde come un prato appena tagliato. Verde come le foglie, il the, i bruchi, verde come l'incenso, verde come il muschio sui sassi. Verde come la speranza che tra noi non sia finita, verde come un cuore che batte per la prima volta. Verde come il sapore che hai addosso, verde come questo amore, verde come me che aspetto te.
Mi prende piano, Geo, assaporando ogni gesto. Seguo i suoi movimenti e mi lascio accarezzare i seni mentre mi penetra come se avessimo tutto il tempo del mondo.
A un certo punto si sporge in avanti, per baciarmi, e vengo scossa dal flash di lui che bacia quella ragazza piena di piercing. Li vedo insieme, sul bancone dove una volta mi sono messa nuda. Immagino la scena di loro due a letto, a casa di Geo. Inizio a sentire male.
«Aspetta», dico, «fermati».
Geo è confuso. Cerca di continuare, ma lo spingo via.
«Ti ho detto di non toccarmi», insisto, e mi nascondo sotto al lenzuolo.
«ma cosa c'è... Ho fatto qualcosa di male?»
«Sì», ribatto « hai baciato una ragazza che non ero io. E lo rifarai. Quando meno me lo aspetto, tu mi ferirai di nuovo».
«Laura», prova a ribattere Geo «Laura, ascoltami»
«Vai via, per favore. Adesso sono io che te lo chiedo. Non tornare mai più qui. Non ne hai il diritto»
Geo apre la bocca per dire qualcosa, poi si ferma e ricomincia a vestirsi. Mi trattengo dal non piangere, mentre lo guardo infilarsi i jeans e sistemarsi i capelli nel solito elastico.
E' così bello, Geo. E non è mio. Non è mai stato mio. La scritta sulla sua pelle è scomparsa alla prima doccia. Una sola goccia d'acqua me lo può portare via. E io non riesco a sopportarlo.
Mi guarda un'ultima volta, e vorrebbe dire tante cose, ma io gli volto la faccia e aspetto che esca. E' giusto così. Non può avermi quando vuole e poi buttarmi via. Prima deve essere sicuro di quello che prova. E non mi importano le sue spiegazioni. Non mi interessa se tutto questo è colpa di Robin, o dell'altra ragazza, o delle sue paure che nascono dal passato. Se non vuole stare con me, non mi ama abbastanza. Adesso che sono da sola, nuda, nella casa sull'albero, l'unica cosa che posso fare è piangere
. Prendo un disegno di Paolo e leggo il fumetto di Laura: Sono forte e so stare da sola. Non piango mai, perché piangere è per i deboli.
Scoppio in lacrime e accartoccio quel foglio. Non saròmai quell'eroina sul ghiaccio, anche se mi piacerebbe tanto. Giro il foglio,prendo una penna, e inizio a scrivere.
Chi di noi non vorrebbe essere intoccabile davanti alla persona capace di sconvolgerci il cuore?
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Shake my colors
ChickLitATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...