Paolo torna a casa con me e Ross. Lui va d'accordissimo con mia madre. Si direbbero che siano quasi complici. Chiacchierano per tutto il viaggio e parlano soprattutto di Annibale. Tirano fuori ricordi di quell'asino che pensavo di aver seppellito per sempre. Riescono quasi a farmi tornare il sorriso, fino a che arriviamo a casa.
Geo mi sta aspettando davanti alla porta e sta parlando con Mario. Io e la mamma ci guardiamo in faccia e la sua espressione è tutta un programma. Ross scende dalla macchina e va loro incontro. Prima di scendere, la sua gola ha starnazzato cinque o sei volte.
Paolo mi prende una mano e me la stringe.
«Cosa ci fa lui davanti a casa tua?»
«Non ne ho idea», rispondo. E sento crescere dentro di me una sorta di strana ansia.
«E' arrivato a portarti via, un'altra volta»
Mi giro a guardare Paolo. Ha l'aria distrutta. La situazione per lui deve essere insostenibile. Ripenso al disegno di me e Geo in moto, mentre lui ci guarda da lontano con aria malinconica.
«Io non vado da nessuna parte», lo rassicuro «non vado proprio da nessuna parte».
Scendo dalla macchina. Paolo fa lo stesso, ma mi prende subito per un braccio.
«Aspettami nella casa sull'albero», gli dico «io arrivo subito.
Mi guarda scettico. Guarda la moto di Geo. Leggo il terrore nei suoi occhi.
Ross ha detto qualcosa a Geo, poi è rientrata. Mario è rimasto a parlare con lui e mi guarda con la solita aria pacifica.
«Stavo parlando di te con questo giovanotto», dice. Mi sorride.
Geo mi sorride di rimando.
«E cosa dicevate?», chiedo.
«Che sei una ragazza speciale», dice Geo «e che domani mi piacerebbe essere presente alla gara»
La gara! Quasi mi ero dimenticata, con tutti gli avvenimenti, che domani c'era la gara.
«Per me va bene», dico.
«Davvero?», esclama Geo. Mario mi schiaccia l'occhio e rientra in casa. Adoro il modo di stare al mondo di mio padre. Vorrei somigliargli di più.
«Certo», rispondo «perché non dovrebbe?»
«Ho letto la tua lettera, Laura.», dice Geo «e... per me è lo stesso. Provo anche io quello che hai scritto. Sono felicissimo di poterci essere domani»
Mi dà un bacio sulla fronte.
«Adesso ti lascio andare da lui. Sa usare parole migliori delle mie per rassicurarti. Farò il tifo per te. Ci sarò».
E' bello sentirglielo dire. Lo guardo andarsene, il mio cavaliere, sulla sua moto argentata.
Paolo mi aspetta con le candele accese.
«Il nostro rito ha perso un partecipante», mi dice, con aria triste.
Mi accoccolo tra le sue braccia.
«Ho paura, Paolo», sussurro.
Lui mi accarezza i capelli.
«Anche loro hanno paura», dice, guardando i suoi amati supereroi «ma sanno che devono combattere. Non hanno altra scelta»
«Nemmeno io. Il ghiaccio è tutta la mia vita»
«E la tua paura è normale. Ti aiuterà a stare vigile. Andrà tutto bene, piccola grande pattinatrice»
Ci addormentiamo l'uno sull'altra, abbracciati, e nessuno viene a disturbarci.
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Shake my colors
ChickLitATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...