Mi rialzo con una forza diversa. Riprendo a pattinare con uno spirito nuovo. Ho solo questo momento per vivere. Ho solo questo istante per pattinare. Non posso buttarlo via pensando che le cose tra me e paolo stanno cambiando. Devo amare questo ghiaccio e far vivere questa mia farfalla rossa, perché ha solo quest'occasione. E' destinata a morire al termine della coreografia. Mi scateno sul ghiaccio e sento che si alza un mormorio di sconcerto quando eseguo tre salti uno di fila all'altro, uno più impeccabile dell'altro. Le mie braccia diventano ali, che imitano il volo di una farfalla libera e impazzita, felice di essersi trasformata nell'essere più bello del mondo. Continuo a pattinare, ma non sono più io. Sono una farfalla che si muove di fiore in fiore, posso vedere il mondo colorato che mi è sempre stato negato. E fingo che sugli spalti, a guardarmi, ci sia anche Paolo e mi sembra di sentire la sua voce mentre mi dice: «Così, Laura. Hai visto che ce la fai? Basta solo credere in se stessi. Fai volare questa bellissima farfalla. Falla volare per tutto il tempo che le è concesso. Una farfalla che ha paura di morire è morta ancora prima di iniziare a vivere»
Un ultimo salto. Uno sguardo deciso verso la giuria. Una lacrima mi scende sulla guancia. Le ali della farfalla si piegano, tramortite, per un ultimo volo, un altro assaggio di cielo. Poi moriamo insieme, io e la farfalla rossa, ricoperte da uno scroscio di applausi. Forse il tentativo non è stato vano. Forse la caduta iniziale mi verrà perdonata. Non mi importa così tanto, mentre mi inchino e sbatto ancora le ali. Quando mi giro verso Monia, mi rendo conto che anche lei ha le lacrime agli occhi. Non so se sono di rabbia o di commozione. Ci diamo un veloce abbraccio, poi ascoltiamo il risultato. Vengo giustamente penalizzata per la caduta iniziale, ma il giudizio sull'espressione è molto alto. Finisco in terza posizione. Ciò vuol dire che dovrò ancora lottare, che a febbraio dovrò dare il meglio di me stessa. Ma almeno sono ancora in gioco per la coppa Italia.
Mentre tolgo il vestito rosso, mi sembra di uscire da una seconda pelle. Non voglio abbandonare la mia farfalla. Vorrei continuare a portarla almeno dentro di me, per avere quella energia che ho provato quando tutto mi sembrava perso. Sospiro. Respiro più forte. Un nodo mi sale alla gola e scoppio a piangere, in forti singhiozzi che mi scuotono e non mi danno tregua.
Non sono come le altre persone. Nessuno mi capirà maiveramente. Solo il ghiaccio può darmi quello che desidero davvero. Solo sulghiaccio, sarò veramente amata. Paolo, Geo, mia madre, Prisca, Monia, nessunopotrà mai vedere davvero il mio mondo. E non capisco più se piango perchéquesta cosa mi fa male, oppure se inizio a rendermi conto di quanto possaessere speciale, se solo inizio a contare davvero solo su me stessa.
E voi su chi potete contare davvero?
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Shake my colors
ChickLitATTENZIONE: TROVATE QUESTA STORIA AMPLIATA E CORRETTA IN TUTTE LE LIBRERIE E SUGLI STORE ONLINE, PUBBLICATA DA Sperling & Kupfer! Laura ha diciassette anni e ama il pattinaggio più di ogni altra cosa. È solo lì, sul ghiaccio, che si sente davvero se...