Capitolo 47

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Victoria POV

Siano in volo per Miami, la prima classe è fantastica.
Nessun odore sgradevole o rumori fastidiosi.
"Sai, non ho mai viaggiato in prima classe" sorrido
"Io qualche volta, quando facevamo voli di molte ore.
I biglietti erano gli ultimi e gli avevano abbassati a un prezzo assurdo, figurati se me li lasciavo scappare" si stiracchia sul posto e mi guarda.
"Da quanto siamo in volo?"
"Da due ore circa" dico.
La vedo alzarsi, mi guarda con malizia e inizia ad allontanarsi.
"Dove vai?"
"In bagno" dice facendomi l'occhiolino.
Aspetto qualche minuto e la seguo, busso e mi apre.
"Che hai in mente piccola peste?" chiudo la porta a chiave e la fisso.
"Sai, è da un po', che ho una certa voglia e non vedo l'ora, che tu la soddisfi a pieno" si avvicina e mi lecca piano le labbra, la sua lingua calda mi fa contrarre il basso ventre.
La afferrò per le braccia e la giro verso il lavandino, vedo il suo seno fare su e giù, per il respiro.
"Dimmi cosa vuoi?" mordo il lobo del suo orecchio e le scappa un gemito.
"Voglio che mi scopi... forte" ansima.
"Qui dentro? Vuoi che le altre persone sappiano, cosa facciamo qui dentro?" chiedo.
Le abbasso la parte alta del vestito, rivelando così il suo reggiseno viola di pizzo.
Glielo tolgo e prendo i suoi seni tra le mani e i suoi capezzoli diventano turgidi, li stringo e lei butta la testa indietro.
"Le tue tette sono così sode... perfette" mi abbasso, alzandole il vestito.
Le sue mutande striminzite le coprono a malapena la figa, tocco il tessuto con le dita e lo sento bagnato.
Con due dita strappo il tessuto che si sgretola all'istante.
"Era una della mie preferite..." geme.
"Te ne compro tutte quelle che vuoi" le mordo le natiche e inizia a tremare.
Le divarico di più le gambe, per avere la visuale libera.
Porto la lingua sul suo clitoride e lo succhio avidamente, mentre inserisco il pollice dentro.
Si regge al lavandino per non cadere, sostituisco il pollice con le dita e le muovo a un ritmo incalzante.
Lecco il clitoride, come se fosse un lecca lecca fino a quando, non sento la sua figa, che si contrae sulle mie dita e viene sussurrando il mio nome più volte, visto che non può urlare.
Le sistemo il vestito e la bacio mordendole piano le labbra.
Quando usciamo, troviamo l'hostess appoggiata alla parete.
"La mia compagna non stava molto bene" la guardo facendo un sorriso finto.
"Oh ne sono certa" sorride sfacciata, Haley la guarda truce e ritorniamo al nostro posto.

Arrivate in Hotel, ci dirigiamo davanti alla reception.
"Buongiorno mi chiamo Selena, cosa posso fare per vuoi?" chiede cordiale.
"Io e la mia compagna abbiamo prenotato, il nome è Salvatore" risponde Haley.
"Certo controllo subito... ah ecco qua" sorride e ci consegna la chiave.

"Allora cosa ne pensi?" chiede Haley quando varchiamo la porta.
"Mi piace molto" mi guardo attorno, la stanza è spaziosa, il bagno adiacente è bianco e luminoso.
Vicino alla finestra c'è un frigo bar e soprattutto il letto è bello grande.
"Allora che ti va di fare?" mi butto sul letto e la guardo.
"Io direi di andare a pranzo, ho la pancia che borbotta" sorride, toccandosela.

Dopo pranzo, abbiamo messo il costume e siamo andate i piscina.
"Era tempo, che non mi sentivo così riposata" mi sistemo gli occhiali da sole e inizio a mettermi la crema solare.
"Lo credo, abbiamo subito molto stress in questo periodo.
Tuo padre ha scoperto qualcos'altro?"
"Poco niente hanno ancora quel uomo in custodia... puoi spalmarmela sulla schiena, per favore?" annuisce e le passo il tubetto.
"E con Elisabeth che hanno deciso?" chiede.
"La seguono 24 ore su 24, di più non possono fare" sospiri
"Per quanto riguarda noi due?"
"Voglio dire, siamo controllate anche noi?" perfetto è ora di sganciare la bomba.
"Non ne abbiamo bisogno... ho portato via la pistola non c'è bis..."
"Hai portato via la pistola? E poi scusami, come hanno fatto a non notarla all'aeroporto?" inizia a sparare domande e ad agitarsi
"Ok tesoro calmati, punto numero 1 io sono sempre obbligata a portarmi via sia la pistola che il distintivo, punto numero 2 all'aeroporto non mi hanno detto niente, per il semplice fatto che quando ho dato i documenti,  ho mostrato distintivo e pistola, lasciandomi così passare senza problemi" spiego tranquillamente.
"Va bene capito e dimmi, quando è che mi porti al poligono, per insegnarmi? sorride accarezzandomi la spalla.
"Quando ti daranno il porto d'armi, sarà la prima cosa che faremo"
"Ok uffa sei una guasta feste... comunque non pensavo avessi ancora il distintivo" dice distendendosi sul lettino.
"Ho semplicemente smesso di far parte delle intelligence, non di fare il poliziotto.
Ci sono molte cose che ti devo dire, ma..."
"Si lo so, me le dirai quando ti sentirai pronta.
Comunque voglio imparare a sparare, anche se tu ti preoccupi per me" dice ridendo e io con lei.

Dopo cena io ed Haley abbiamo preso un taxi e siamo andate in spiaggia.
Nella borsa ho due asciugamani, ma non i costumi purtroppo.
Ci spogliamo lo stesso restando in intimo, per fortuna che vicinanze non c'è quasi nessuno.
Adoro il rumore del oceano è così rilassante, è come se entrassi in una bolla capace di estraniarti da tutto.
"Amore sto pensando, che potremo dormire qui stanotte, che dici?" chiedo trattenendo un sorriso
"Si così al mattino mi trovo i granchi e la sabbia dentro le mutande, ma per favore" ride, dandomi una pacca sonora sul culo.
"Oh questo non dovevi farlo" molliamo le borse sulla sabbia e la rincorro, finché non la spingo in acqua.
Mi tuffo anch'io e ci ritroviamo entrambe bagnate fradice.
"Victoria giuro che in questo momento ti odio"  mi guarda dal alto in basso e si accorge che il mio intimo è diventato trasparente.
"Santo cielo Vichy guardati, ti si vede tutto" la guardo e dico
"Ops forse è meglio, che me lo tolga direttamente " sussurro, portando le mani sul reggiseno.

Una Professoressa Per AmanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora