Capitolo 46

4.6K 161 7
                                    

Haley POV

Siamo davanti alla sala interrogatori, abbiamo entrambe gli occhi fissi sul vetro.
Uno dei poliziotti gira attorno al tavolo, come un felino, santi alla sua presa.
"PARLA" sentiamo urlare dal poliziotto, dopo avergli dato un schiaffo in pieno volto.
Prendo uno spavento per l'improvviso colpo e istintivamente prendo la mano di Vichy.
"Chi è questo uomo?" chiede Victoria
"Assomiglia all'uomo del video della sorveglianza... abbiamo avuto una soffiata, da uno dei tuoi vecchi informatori... stava lasciando il paese" spiega John.
"Informatori? Ma che..."
"È una lunga storia, te la spiego quando torniamo a casa..." mi interrompe e contiamo ad ascoltare.

"Non so niente..." sussurra, con la fronte sudata.
"Non mentire, stavi partendo per il Brasile, con diecimila dollari.
Chi cazzo te li ha dati?" parla l'altro poliziotto.
"Mi hanno pagato per un lavoro... voglio un accordo" l'uomo si passa una mano sul volto.
Il padre di Victoria ci guarda dolce, quando si accorge delle nostre mani legate.
"Prima vogliamo un nome, non crederai, che facciamo accordi con il primo che capita?" ridono
"Ok... mi ha ingaggiato una donna, si chiama Elisabeth Harvey" quando sentiamo quel nome, Victoria stinge di più la mia mano.
I due poliziotto escono dalla sala, chiudendo la porta a chiave.
"Forza venite con me" seguiamo John fino al suo ufficio, ci raggiungono anche i due poliziotti.
"Ragazzi vi presento i detective Mario Ortega e Joshua King, lei è mia figlia Victoria e la sua compagna Haley"
Ci stringiamo le mani e iniziano a parlare.
"Allora sapete chi è Elisabeth Harvey?" chiede Mario
"Si era la mia ex datrice di lavoro, mi sono licenziata più di un mese fa, perché..."
"Era una marpiona" risponde Vichy al mio posto.
"Tesoro ti prego... diciamo che aveva un interesse per me e non lo nascondeva" continuo, i due mi guardano e sospirano.
"Ha fatto il suo nome, perché il procuratore non fa un mandato di arresto?" chiede agitata
"Il problema Victoria è che questo uomo, che si chiama Manuel Alvel, ha precedenti penali per spaccio di droga e truffa.
Qualsiasi avvocato difensore potrebbe usarlo a su favore...
Dobbiamo andare molto cauti e per di più, bisogna trovare anche la ragazza"  spiega Joshua.

Dopo l'incontro siamo tornate a casa, Victoria non ha proferito parola per tutto il tempo.
Siamo in camera da letto e si toglie le scarpe lanciandole lontano da lei.
"Tesoro stai bene?" mi avvicino a lei
"Si relativamente, ma ti rendi conto che mente psicopatica, che ha quella puttana da quattro soldi" si siede sul letto e mi fa segno di sedermi con lei.
"Mi dispiace aver creato tutto questo casino..." sussurro
"Tu non centri nulla, non devi fartene una colpa" mi accarezza la guancia per poi baciarla.
"Mi spieghi questa storia degli informatori?" chiedo curiosa
"Ehm quando lavoravo con mio padre, molte persone per non essere arrestate, facevano degli accordi con me o con altri poliziotti, in cambio di informazioni utili" spiega tranquilla
"Oh ok e dimmi sei andata a letto con qualcuno di loro?"
"Che? Oh mio dio certo che no e poi erano uomini" mi guarda schifata, mentre io rido.

Ho lasciato Vichy in camera a riposare, era visibilmente stanca e appena mi sono allontanata un secondo, è crollata.
Ora sono davanti al computer, con una tazza di caffè espresso vicino.
Sono così concentrata che mi accorgo quasi all'ultimo, che il telefono squilla
"Ciao Adam dimmi"
"Hola chica ho saputo che siete state al distretto, quella hija de puta è coinvolta" sospira
"Già proprio una figlia di puttana, Vichy ora sta dormendo" racconto
"Non è per niente una situazione facile, è da un po' che non staccate la testa, finirete per impazzire"
"Perché non ve ne andate per qualche giorno, per riposarvi e ossigenare il cervello?" continua
"Vorrei tanto, ma Javier va al asilo e abbiamo delle responsabilità..." sospiro massaggiandomi la tempia
"Andate a Miami, li in questo periodo non si sta male.
Poi pensa alle spa e a hotel con letti molto comodi, per fare una marea di acrobazie" ride all'ultima affermazioni
"Non dirmi così, mi fai venire voglia di partire adesso.
Oh al diavolo prenoto i biglietti e domani partiamo, hai qualche hotel da consigliarmi?" chiedo mentre cerco il volo
"Certo aspetta un attimo... eccomi qua allora si chiama Hotel Victor a South Beach.
Siamo andati qualche volta io e Daniel e ci siamo trovati molto bene"
"Ok perfetto grazie mille, sei il migliore un bacio" attacco il telefono e prenoto sia l'albero che il volo.

"Svegliaaaaa dormigliona dobbiamo preparare la valige" urlo svegliandola di colpo.
"Haley ma che tu sei impazzita? E poi valige per fare cosa?" mi tira il cuscino, ma riesco a prenderlo al volo.
"Andiamo a Miami cinque giorni,per staccare e non impazzire, ho già prenotato tutto" racconto saltando sul letto e dandole un piccolo morso sulla guancia.
"Ho già sistemato tutto con Javier e sia i tuoi genitori che i miei sono d'accordo, per cui alza quel bel culetto, che ti ritrovi e facciamo le valigie che domani alle otto, abbiano il volo" apro l'armadio e inizio a sistemare i vestiti sul letto.
"Haley senti noi..."
"Niente Haley senti noi, noi domani partiamo, perché voglio stare sola con te e fare tanto di quel sesso da consumarci a vicenda e..."
"Davvero vuoi fare tanto sesso?" mi interrompe, avvicinandosi sempre di più.
"Si lo voglio da morire" sussurro
"Allora è meglio che l'intimo non lo porti" sorridiamo a vicenda.

Una Professoressa Per AmanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora