Capitolo 50

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Haley POV

Dopo aver accompagnato Javier al asilo, raggiungo Adam alla caffetteria dell'università.

"Ciao Adam scusa il ritardo, ho conosciuto delle mamme dei compagni di classe del piccolo... ce ne sono tre, che si credono chissà chi... dio non le sopporto proprio" sospiro sedendomi.   Arriva il cameriere che prende le nostre ordinazioni e se ne va.

"Non preoccuparti sono appena arrivato... come vanno le cose a casa?" chiede curioso.

"Diciamo bene, questa mattina Victoria è uscita di casa per andare da Daniel... Ieri sera mi ha raccontato un po' di cose, non molto piacevoli" racconto.

"Anche Daniel mi ha accennato qualcosa... chissà quanti segreti hanno e non ci racconteranno mai" mi guarda e penso la stessa cosa.                                                                                                       Si dice che un elemento fondamentale dei rapporti di coppia sia la fiducia, ma come ci si può fidare di una persona, quando ti tiene nascosta parte della sua vita?

"Ecco a voi le vostre ordinazioni" il cameriere posa i nostri cappuccini e le brioche.

"Non ti da fastidio questa cosa?" chiedo.

"Quale cosa?" mi fissa non capendo.

"Il fatto che molte cose non le conosciamo? si insomma capisco se sono piccoli fatti, ma le cose più importanti dovrebbero dircele, non credi?" sospiro nervosa.

"Non posso darti torto su questo, però non possiamo obbligarli a dirci tutto. Devono raccontarcele quando se la sentono..." ha ragione, ma non voglio svegliarmi un giorno e scoprire di avere un'altra persona accanto.

"Della puta di strada hai avuto notizie?" chiede stringendo i pugni.

"No per fortuna e a tal proposito devo anche trovare un nuovo impiego... anche se Elisabeth si è rivelata essere una stronza, il lavoro mi faceva sentire gratificata. Poi a dirla tutta non ho nessuna intenzione di restare tappata in casa" spiego.

"Perche non vai a lavorare con tuo padre? potresti fare un po' di esperienza e dopo quello che è successo, non correresti nessun rischio" suggerisce finendo di bere il cappuccino.

"Sai non è per niente una cattiva idea... questa sera ne parlerò con lui e sentiamo cosa dice" sorrido felice.

Dopo ore interminabili d'università mando un messaggio a Victoria dicendole, che vado io a prendere Javier al asilo e mi risponde con un semplice (ok), facendomi girare letteralmente le palle.                                                                                                                                                                            Parcheggio l'auto e mi avvio verso l'entrata del asilo, quando sento una voce chiamarmi.

"Ciao Haley come stai?" chiede una delle stronze di questa mattina con un finto sorriso.

"Molto bene Janet e lei invece?" spero che il piccolo esca in fretta, non ho nessuna voglia di restare qua ad ascoltare una...

"Bene ovviamente e poi non darmi del lei, non abbiamo un grande differenza d'età" tra il silicone in faccia e il trucco pesante, in confronto la mummia di Nefertiti dimostra meno anni.

Finalmente vedo in lontananza il piccolo, gli faccio un cenno con la mano e mi raggiunge subito.
"Ciao ometto com'è andata oggi?" sorrido, baciandogli le guance paffutelle.

"Bene mami, mi hann..."

"Ciao Javier non si saluta? lo sai che è maleducazione non farlo?" dice interrompendolo.

Una Professoressa Per AmanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora