Capitolo 64

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Victoria POV

"Fammi passare piedi piatti,c'è la mia compagna là dentro" cerco di spostarlo, ma si aggiunge un'altro poliziotto a tenermi ferma.

"Mi dispiace signorina, ma non possono far entrare nessuno dobbiamo aspettare... si calmi per favore" continuano a tenermi, quando si avvicina mio padre.

"Papà non mi ascoltano, ordinagli di lasciarmi... SUBITO" urlo.

"Victoria tranquilla ora usciranno, sono sicuro che Haley starà bene" sussurra, dandomi una carezza sulla guancia.

Cerco di calmarmi, ma perdo un battito quando i paramedici portano fuori Haley nel lettino.
Mi lasciano libera e io corro da loro.

"Oh mio dio amore mio mi senti? Che cosa le é successo?" è inerme sul lettino con delle flebo sul braccio.

"È partito un colpo accidentale, ha perso sangue ma per fortuna il proiettile é passato da parte a parte... starà bene" la caricano nell'ambulanza e la portano via.

"Victoria volevo avvisarti che Elisabeth è morta, il proiettile che ha colpito la tua ragazza era già in canna ed è partito accidentalmente dalla pistola di Elisabeth" spiega il capo della Swat.

"È successo quando l'ha disarmata, ha salvato delle vite devi essere fiera di lei" continua.

"Bene io ora devo andare in ospedale e... devo avvertire i genitori di Haley" sussurro sconvolta.

"Victoria va pure da lei, avviserò io tutti... ti faccio accompagnare da qualcuno, non sei in grado di guidare" annuisco a mio padre e vado in ospedale.

Sto aspettando nella sala d'attesa insieme a tutti, Haley è in sala operatoria da 10 minuti ma sembrano un'eternità.
Mi sento così incolpa, da quando stiamo insieme sono successe così tante cose brutte... molte a causa mia.

"Mamma stai bene?" chiede il mio piccolo salendo sulle mie gambe.

"Si certo, va tutto bene non preoccuparti" sorrido.

"Allora perché mami è in sala con i dottori?".

"Javier vieni qui dal nonno" lo chiama mio suocero.

"Vedi la tua mami ha avuto un piccolo incidente, ma sai la tua mamma è molto forte... è un soldato" racconta.

"Magari posso fare anch'io il soldato".

"Non ci pensare nemmeno" dico sgarbata e lui abbassala testa.

"Cioè sei piccolo per pensare a certe cose" sussurro, coprendomi il viso con le mani.

Dopo un po' di tempo, due chirurghi si avvicinano a noi.

"Buongiorno a tutti sono il chirurgo generale Eva Milton, allora l'intervento è andato bene e abbiamo fermato l'emorragia.
L'abbiamo portata in stanza, deve riposare e non fare sforzi mi raccomando" spiega e se ne va.

"Victoria vuoi tornare a casa? Restiamo noi se vuoi" dice mia madre.

"Voglio restare qui, portare pure Javier a casa... ci sentiamo più tardi" ci salutiamo e mi lasciano a casa.

Sono nella sua stanza, è ancora sotto l'effetto dell'anestesia.

"Haley mi senti? Mi sono messa una gonna senza le mutande e una donna che mi stava dietro in ascensore, ha visto tutto" dico tutto questo per vedere se si sveglia, ma non muove un muscolo.
Sembra Biancaneve o la bella addormentata.

"Amore se mi senti, ti prego apri gli occhi... mi sento così incolpa, non ti ho saputo proteggere e adesso sei in questo letto.
Perdonami se molte volte non ti ho detto cose del mio passato, però prometto di essere più sincera.
Ti ho amato dalla prima volta in cui ti ho visto, anche quando qualche volta mi facevi provare sensazioni di cui avevo paura.
Apri gli occhi si o no?" sbuffo.

"Mio dio Victoria ma quanto parli, non mi lasci nemmeno riposare" sorride e senza pensarci la bacio.
È un bacio profondo, vero e passionale.

"Piano Vichy stai tirando le flebo" sussurra stanca.

"Oh scusami amore" mi siedo vicino a lei e le bacio la mano.

"Ed Elisabeth è in ospedale?".

"No è morta, l'hanno freddata con un colpo alla testa" spiego.

"Ho capito, quindi è finita" sento malinconia nella sua voce.

"Ti dispiace?" chiedo

"È pur sempre morta una persona Victoria e la morte è una liberazione non una punizione.
Avrei preferito che espiasse le sue colpe in carcere" susurra guardandomi.

"Si hai ragione, ma adesso possono essere felici" vi stavamo baciando, quando fa il suo ingresso.

"Vedo che si è svegliata signorina Salvatore, come si sente?" l'infermiera è una donna sulla sessantina, con dei lineamenti dolci

"Stordita ma bene, quando potrò uscire?" chiede Haley.

"Questo sarà il medico a stabilirlo, ora la lascio tranquilla spero che la sua amica non la stanchi troppo"

"Ehm veramente io sarei la sua ragazza" la correggo.

"Davvero? Madonna che fortuna che avete... ho sempre pensato che le lesbiche abbiano un rapporto più profondo.
Con il mio ex marito ho patito l'inferno... a volte gli uomini sanno essere delle bestie, comunque non si stanchi tornerò a farle visita più tardi" sorride e esce chiudendo la porta.

"È la prima volta che una signora della sua età, è così aperta" ridiamo.

"Ti prego non farmi ridere, mi vengono le fitte di dolore" sospira.

"Ora riposati, starò qui con te promesso" annuisce e il suo respiro si fa sempre più regolare.

Ho passato la notte in ospedale, è stata tranquilla e anche Haley.
L'intervento l'ha proprio stancata.
Sono le sette del mattino, non ho più sonno e decido di andare a sgranchirmi le gambe.
Girando per l'ospedale, mi trovò davanti al bar così prendo un caffè e una ciambella alla crema.
Quando torno da Haley la trovo sveglia.

"Ciao piccola come ti senti?" la bacio.

"Hai bevuto caffè e mangiato una ciambella? Procuramene una e metti del caffè dentro la flebo" blatera.

"Vedo che hai fame questa mattina".

"Fame? Ho un drago nello stomaco e l'infermiera mi ha detto, che non posso mangiare per il momento" borbotta.

"Portami a casa senza che nessuno mi veda" continua a lamentarsi.

"Questo non posso farlo, ma ti vanno bene lo stesso delle coccole?" mi avvicino a lei.

"Uffa va bene, ti amo lo stesso" le prendo la faccia e la bacio.

Una Professoressa Per AmanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora