18 - Il noce di Benevento

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Arrivarono in uno spazio verdeggiante. Erano passati per stradine e aveva attraversato foglie e zone erbose. Erano nell'ansa di un fiume. Il sole picchiava ma un venticello profumato rinfrescava la pelle. -Bene, Gianmarco, questo è il luogo culturale più importante per le streghe di Benevento. Dove ci troviamo ora era il luogo in cui si trovava l'albero di Noce, il famoso capostipite delle Janare, le streghe di Benevento. Ora so benissimo che tu ti sei informato riguardo al Noce e tutto. Bene, saprai perciò che sulle rive di questo fiume cresceva un enorme Noce, dalle leggende il più grande albero del mondo. Così gigantesco che la sua ombra durante l'alba oscurava Avellino e durante il tramonto toccava il confine del Molise. Le sue fronde erano un ecosistema a parte. Le sue noci erano definite una prelibatezza. Erano grandi quanto mandarini, dal guscio color terra di siena, con sfumature color ruggine. Il seme commestibile sembrava un fagiolo borlotto. Il sapore era inimmaginabile, paradisiaco. Queste noci erano però magiche, se venivano colte tra la mezzanotte e le sei di mattina, si trovavano vuote o piene di ragni, scarabei o falene Sfinge testa di morto. Dopo questa esauriente spiegazione, passo a spiegare meglio la storia, ma prima sediamoci- disse Agata sedendosi sull'erba, Gianmarco la seguì. -La città di Benevento, fu e divenne la vera ispirazione per i Coloni Americani che portarono la magia nel Nuovo Mondo, coloro che fondarono Salem. Se ci fai caso Salem vuol dire Pace e Tranquillità, in un certo senso un significato molto simile a quello di Benevento, tutto collegato. Durante il 600 a.C. Benevento divenne famosa per le macabre storie riguardo il noce e dei suoi splendidi e buonissimi frutti. Era un luogo conteso. Fu così che scoppiò una guerra per la conquista di questa città. Il Duca Romualdo fece un patto con Barbato, un sacerdote, che se la guerra fosse finita avrebbe cacciato tutti colore che professavano il culto, di Iside, Ecate e Diana, intorno al noce. Barbato, grazie ad un miracolo, cacciò i pretendenti di quella terra. Finita la guerra, Barbato fu eletto vescovo di Benevento. Con le sue stesse mani in una notte e due giorni, abbatté l'albero e dette fuoco alle radici. Le streghe, quelle che si fecero scoprire, vennero bruciate, ed essendo il noce la fonte principale del loro potere si ritrovarono, momentaneamente, senza poteri, quindi incapaci di difendersi. Quando l'albero venne abbattuto, le fronde e i rami erano così voluminosi che 17 noci volarono in tutta italia per all'impatto sul terreno. Crebbero perciò 17 noci magici, sotto i quali le streghe scappate, ancora in vita, continuarono a celebrare i propri riti, fino a quando la terra smise di essere rigogliosa e i noci morirono. Restano solo quattro noci oggi. Due al Nord, uno al centro e il terzo lo ha piantato la nuova generazione delle streghe di Benevento, quando nel 1300 iniziò la caccia alle streghe, un vero e proprio genocidio di donne innocenti. Le streghe Italiane si erano evolute e si erano promesse che le streghe bruciate di Benevento erano state le prime e sarebbero state le ultime a morire sul rogo. Nel 1300 tutte le streghe d'Italia si riunirono in una località vicino Benevento, Castelpoto, dove, con il legno dei noci morti, costruirono la casa della Congrega dove è oggi. È stata restaurata e modernizzata fino a che le riserve di legna ce lo hanno permesso- disse. Gianmarco la guardò. Tutte quelle informazioni gli ronzavano in testa, come una forte emicrania, pronta a scoppiare. -Se vuoi farmi delle domande...- disse Agata. -Ma quindi se i Noci venissero abbattutti, perderemmo tutti i poteri?- chiese lui. -Ora come ora, No. Non li perderemmo, semplicemente sarebbe come una botta momentanea di LSD, poi torneremmo come prima. Abbiamo imparato a rafforzare i nostri poteri tramite il noce, ma non più a collegarli solo ad esso. Noi streghe usiamo un parte nascosta del cervello che ci rende magiche, il Noce ci rafforza e basta- disse lei. -Come mai il noce primario è nato proprio qui, come mai in Italia e come mai su questa ansa qui in Campania?- chiese continuando lui. -Dove nasce una religione, nasce anche la controparte. Più è grande la religione, più nemesi nascono. Pensa all'Islam, loro non hanno vere e proprie "streghe" bensì i Jinn, dei folletti che secondo la religone, che colpevolizza i vizi capitali, sono maligni perché aumentano nell'uomo il desiderio umano. Il noce è come dire una chiesa per noi, un luogo di culto, il primo di una lunga serie, poi ci sono i luoghi abbandonati e i campi di battaglia. Ed è nato proprio qui perché.. Nota come già il nome Sabato, il fiume che ci scorre accanto, assomigli a Sabba, ovvero la nostra messa. La leggenda racconta che la nostra fondatrice Sabata o Sabbata, la sorella gemella di Maria Maddalena, sentitasi tradita dall'abbandono della sorella scappò in Italia, dove, dopo quel viaggio estenuante, su questo fiume chiese aiuto ad un navigatore, che si rivelò poi il diavolo. Lei chiese solo due favori prima di diventarne una serva. Per primo chiese che il suo corpo diventasse un albero, dalle radici così profonde da poter toccare il suo spirito e dalle fronde così raggianti e dai frutti così buoni, che nessuno avrebbe preferito nulla a suo confronto. Poi chiese di diventare il capo stipite di una nuova religione, aveva sofferto molto dalla scelta di sua sorella di abbandonarla per andare con il Messia e così voleva diventare lei stessa un messia. Doveva essere una dottrina aperta verso tutto, senza divieti, obblighi dittatoriali, ora diremmo, femminista e con grande speranza per un futuro migliore. Il diavolo accettò e successe tutto quello che successe. La chiesa Cristiana non cita Sabata sia perché madre di una religione così moderna da dar vita alle streghe, ma anche perché serva del Diavolo. Chi entra a far parte di questa religione, cambia irreparabilmente il suo DNA, vedi "sangue di strega"- disse Agata, coprendosi la vista dal sole. -Ah, per precauzione ti avverto. Appena si inizia la strada per imparare, conoscere, comprendere ed accettare la magia, il corpo assimila questa novità cambiando i tuoi connotati. Inizierai ad avere i capelli rossi, occhi verdi e viso colmo di lentiggini, ad immagine e somiglianza di Sabata. Ma tranquillo appena imparerai la trasmutazione, potrai sistemarti come vuoi- aggiunse lei. Gianmarco guardava il terreno, assorto in mille pensieri. Non aveva altre domande. Ogni giorno che passava il puzzle sembrava ritrovare pezzi mancanti. -Grazie Agata...- disse Gianmarco, accaldato, prima guardando la ragazza e poi la natura intorno a loro. Agata mosse la testa, si rialzò e si pulì da eventuali insetti e foglie secche. Gianmarco fece lo stesso e, chiacchierando, tornarono al centro di Benevento.

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora