15 - Stai scappando?

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Finirono di cantare e una strana vitalità si sciolse nel cuore di Gianmarco, come dopo una bella notizia, un regalo desiderato. A colazione mangiò frettolosamente quella brodaglia poco piacevole, cercando di non assaporarla. Agata si pulì la bocca con il tovagliolo e disse -Io sono quasi pronta, ho solo bisogno di fare alcune cose, e poi possiamo andare in città, se partiamo fra 10 minuti riusciamo a fare un bel giretto prima di pranzo!-. Gianmarco annuì. Salito in camera cercò di vestirsi più normale possibile, come dicevano le regole della casa. Trovò, per puro caso, un paio di pantaloncini jeans estivi e una camicia leggera, che probabilmente si trovavano lì, nella valigia, dall'estate scorsa. Si cambiò velocemente, si sistemò in bagno, lavandosi i denti e cercando di camuffare le poche ore di sonno. Dopo un quarto d'ora si ritrovarono davanti alla macchina, la stessa della mattina prima. Agata stava parlando con un uomo in franc. Si muoveva in modo buffo e sbilenco. Questo lo guardò e andò poi a sedersi nel posto di guida. Il suo aspetto gli ricordò fortemente quello della cameriera, come un cadavere fermato dalla decomposizione per essere mummificato. Saliti in macchina, dopo essere partiti, Gianmarco si schiarì la voce -Non è che possiamo passare prima a casa mia? Ho dimenticato alcune cose e vorrei prendere il resto dei miei vestiti, se non è un problema...- disse. Agata annuì, fece segno allo strano guidatore e disse -Non succederà nulla, non andare in panico-. Mosse la mano, sussurrando alcune parole, come Lucrezia aveva fatto il giorno prima, e si ritrovarono davanti alla casa di Gianmarco. Lui spalancò gli occhi, ancora poco abituato dalla magia, ringraziò e scese velocemente dalla macchina. Prese le chiavi nella tasca dei jeans ed entrò in casa. Andò immediatamente in camera sua, salendo i gradini due alla volta. Prese un'altra valigia spaziosa e la riempì con tutti gli abiti che aveva, non lasciandone nemmeno uno. Uno squillo alle sue spalle lo fece saltare. -MI SONO COMPLETAMENTE DIMENTICATO IL TELEFONO- si disse agitato Gianmarco. Lo prese, aveva solo il 2% di batteria, lo stava chiamando Giulia. Gianmarco gli riattaccò in faccia e corse ad attaccare il telefono alla carica, per quel poco di tempo che avrebbe potuto. Prese uno zaino e lo riempì di tutti i suoi apparecchi tecnologici, caricabatterie, fili, computer, iPad e telecamere varie. Scese scomodamente, quasi correndo, con borsa e valigia, appoggiandoli davanti alla porta, non voleva incontrare nessuno, non avrebbe saputo cosa dire.
-Gian?- disse una voce molto familiare dalla cucina, Gianmarco si sentì morire dentro, avrebbe affrontato quella sua paura in quel esatto momento -Gian mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo?- continuò Giulia, uscendo dalla porta, in tono preoccupato e decisamente alterato. -Quando mi sono svegliata ieri mattina eri sparito, pensavo che ti avrei ritrovato a casa appena tornata da lavoro e invece scopro questo post-it inquinamento in cucina. Stamattina ancora niente, non eri ancora a casa. Gloria stava per chiamare anche l'FBI, come ti vuoi giustificare? Ma dove vai con tutte queste valigie, stai scappando?- chiese lei. Gianmarco si girò...

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora