17 - Salem e Volterra

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Gianmarco richiuse la porta alle sue spalle, sospirò. Si girò e guardò casa sua. -Gambe in spalle- si disse mentalmente. Si diresse, con passi lunghi e ben distesi, verso la macchina, sommerso dalla sua roba. L'autista, sceso dalla macchina, lo aiutò, prese i bagagli, e con maestria, li portò velocemente nel portabagagli. Gianmarco ringraziò e salì in macchina, vicino a Agata, che si stava sistemando le unghie con una limetta. -Immaginavo che ci avresti messo tanto, oramai è quasi ora di pranzo, Salem ci lascierà in centro a Benevento- disse lei, alzando la testa, sorrise a Gianmarco e fece cenno al guidatore. Si chiamava Salem, un informazione in più, ma altre mille domande, su quelle strane persone che componevano la servitù delle streghe, si precipitarono a riempire la mente di Gianmarco. Partirono, ma non appena si trovarono in una zona appartata, Agata fece come aveva fatto all'andata e si ritrovarono magicamente scaraventati dall'altra parte d'Italia. Era come una montagna russa, il respiro ti si bloccava per mezzo secondo in gola, ma poi tornava tutto normale. Apparirono in una zona nascosta, un boschetto, dietro una strada, "Tangenziale Ovest" lesse su un cartello Gianmarco. Dopo 10 minuti di viaggio, la macchina si fermò. Agata fece cenno a Gianmarco di scendere. Ringraziarono l'autista, uscirono dalla macchina e si ritrovarono davanti ad un arco romano. -Dobbiamo scendere qui, in macchina potremmo andare più avanti, ma Salem non può varcare l'arco di Traiano- disse Agata, battendo sul tetto della macchina. Quella ripartì, sgommando, in retromarcia, fece una strana acrobazia e dopo pochi minuti sembrava essere uscita da Fast&Furios. -Bene... ora possiamo fare un giro in Città, soffermandoci sui luoghi storici, poi andremo a mangiare e poi a fare shopping?- disse Agata ridendo. Gianmarco annuì -Scusa, non voglio essere inopportuno, ma come mai l'autista non può attraversare l'arco? Ma poi, per di più, come lui e la cuoca sembrano cadaveri?- chiese lui. -Non sei assolutamente inopportuno, delle domande ti sono lecite. La situazione è parecchio inquietante parlando così, ma intanto avviamoci- iniziò Agata, iniziando a camminare verso il centro, Gianmarco la interruppe -Ma se ne parliamo così la gente ci può sentire!- disse preoccupato. -Ai senza poteri non sembrerà che stiamo parlando Italiano, sentono una lingua arabeggiante, la prima volta ho pensato fosse turco, quindi non ti preoccupare. Stavo dicendo, Salem, l'autista, e Volterra, la cuoca, sembrano cadaveri perché lo sono. Salem è domestico delle streghe da quando queste si stanziarono qui a Benevento, era un pover uomo che pur di salvare suo figlio, vendette l'anima al demonio. Alla sua morte, il demonio stesso, atterrò in terra, riscattò il corpo e l'anima dell'uomo e li regalò alla Congrega. Nonostante la nostra comunità si sia distaccata dal culto di Satana, Salem ci è rimasto fedele. Di Volterra, invece, non è chiara la provenienza. Sembra che sia una strega uccisa al rogo, ma sopravvissuta sotto forma di "zombie". Ma alcune dicono che sia stata una strega crudele, vissuta nel Centro Italia, che maltrattava la gente del paese dove viveva, divenuta poi così dopo che la Suprema del tempo l'ha punita con la morte e la schiavitù eterna. Secondo me invece la sua storia è molto simile a quella di Salem. Ha venduto l'anima al diavolo, ma per diventare strega, ma alla sua "morte" si è accorta che il patto includeva eterna vita e devozione. Ti chiederai, perché si chiamano come dei posti? Non sappiamo i loro nomi, ma i luoghi da dove arrivano. Così abbiamo usato quelli- finí di dire Agata. -Ah ecco- rispose Gianmarco sorpreso. Fecero tutto un giro riguardo le origini romane della ridente città, per poi addentrarsi in una zona meno centrale di Benevento.

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora