65 - Portale

33 4 1
                                    

AGATA P.V

Urlarono tutte il suo nome. Gianmarco stava correndo ad una velocità spaventosa, Agata sentiva la sua paura e la disperazione, non lo avrebbero mai raggiunto. Corsero tutti verso quel cancello, Gianmarco in testa alla coda, verso quel cancello che tanto la spaventava. Doveva accelerare, fermare le sue consorelle incoscienti. Se entravi, non uscivi. Vide Gianmarco, aprire il cancello ed entrarci, insieme ad altre due figure... Strillò, fiondandosi davanti al cancello, era arrivata troppo tardi, tre vite erano stare perse, non ne avrebbe sprecate altre. Lo chiuse sbattendolo con una violenza tale da far tremare il terreno. -Chi è entrato con lui? - chiesi agitata. Cecilia e Alice erano sparite. Gianmarco le aveva condotte involontariamente verso una certa morte...

CECILIA P.V

Lei ed Alice continuarono ad inseguire Gianmarco, correndogli dietro, chiamandolo e urlandogli di fermarsi... Erano in una foresta, aveva delle brutte sensazioni. Avevano attraversato un portale, questo lo aveva sentito sulla pelle, ma dove erano arrivate? Sentiva sotto di se della neve, che scricchiolava come legno al suo passaggio. La Luna era leggermente coperta dalle fronde, visibile e invisibile allo stesso tempo. Non vedeva nulla, la luce era poca e gli alberi troppo scuri. Si fermò quando si accorse di essere sola, di non essere più seguita e di non seguire più nessuno. ALICE? GIANMARCO? Si era persa? Come aveva fatto a perdere il sentiero? Cercò a tentoni un legno nel terreno. Trovò un ramo e lo accese con la sua infante pirocinesi, nonostante fosse contraria all'utilizzo della magia come arma in questa situazione si era rilevata benedetta da forze maggiori. Era circondata da contorti alberi dal grande tronco, a terra non vedeva più le sue impronte. Si concentrò, voleva riuscire ad orientarsi e cercò, quindi, di utilizzare la magia per tornare indietro. La sua bussola biologica sembrava impazzita, la magia d'orientamento sembrava completamente fuoriuso e le sensazioni negative si stavano sempre di più confermando. Che posto era quello? Non le piaceva. Sentì un rumore e poi, in lontananza, Alice che urlava il nome di Gianmarco. Urlò anch'essa, non sapeva cosa dire, così urlò la prima cosa che le venne in mente, iniziando a correre nel frattempo. Corse verso quella voce che ora chiamava anche lei... Sperava che Alice la potesse aiutare. Usò la torcia per farsi strada, ma gli alberi le impedivano di correre, di orientarsi, di proseguire senza ostacoli. Fece alcuni metri e si imbattei in una quercia, più grande delle altro, visibilmente più alta e piena di foglie secche, come se non sentisse l'inverno intorno a se. Illuminò i rami e ciò che vide le fece capire tutti. -La strega di Blair...- disse con voce spezzata. L'albero era pieno di manufatti in legno, le "iconiche" bambole di Blair. Sapeva che la sua morte fosse vicina. Si girò e venne immediatamente spinta a terra. La Torcia si spense al contatto con la gelida neve. Qualcosa la tirò per i capelli. Urlò con tutta la sua forza, ma sapeva che ormai era troppo tardi...

ALICE P.V

-CECILIAAA!- urlò lei appena la smise di sentire. Corse nella sua direzione, l'aveva sentita urlare vicino a lei, l'avrebbe raggiunta in pochi minuti. Non vedevo nulla, andava tastando il terreno, quasi correndo. Sentì una risatina. Si fermò immediatamente, pietrificata dalla paura. Chi c'era? La prima cosa che le venne in mente di fare fu di tramutarsi in animale, il primo che le venne in mente. Si trasformò in un oca, pensando che fosse l'animale più camuffabile in quel bosco. Che idea stupida... avrebbe potuto trasformarmi benissimo in un qualsiasi animale feroce. Sentì nuovamente la risatina, sempre più vicina, come se gli girasse attorno. Dei lunghi passi pesanti. Le risate si moltiplicarono, come prodotte da più persone. Alice era spaventata, cercò Un rifugio, ma la sua vista non era migliorata. I passi aumentarono, si avvicinavano più velocemente. Zampettò, non trovando altro modo di proteggersi, velocemente avanti a se, ora che vedeva leggermente meglio. Avrebbe avuto tempo anche di cambiare forma, magari diventare un orso. Arrivò davanti a questo albero, che sembrava circondato da una strana aura. Gli girò attorno e inciampò. Rialzatasi, vide Cecilia stesa a terra, immbole. CECILIAAA. Era lì, stesa di pancia, con il cranio massacratk e aperto contro l'albero, macchiato di sangue. Avrebbe voluto urlare, era il momento di cambiare forma, ma qualcosa le afferrò il lungo collo animale. Non riusciva a respirare. Vide una donna ricoperta di lunghi capelli con una grande corona di rami in testa. Alice comprese di fronte a chi si stava trovando in quel momento, LA STREGA DI BLAIR. Che grande errore entrare in quel cancello...

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora