64 - Confusione e Dualismo (secondo atto)

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Era caldo, caldissimo, la fronte di Gianmarco stava sudando copiosamente, come dentro una sauna. Si trovava in una enorme grotta oscura, illuminata da fuochi volanti e grabdi falò che bruciavano avidamente. Era circondato da ammassi di demoni, da lunghissime serpi nere con le corna, da uomini e donne che piangevano, da angeli oscuri che si cibavano di neonati e da draghi giganteschi. Gianmarco era spaventato, sconvolto, stravolto, interdetto... cosa era successo? Cosa stava succedendo? Lucrezia non lo aveva avvertito di una cosa simile... avevano sbagliato qualcosa? Aveva sbagliato qualcosa? Non era mai stato posseduto, avevano sbagliato a leggere i segnali, e quindi la sua vera anima era stata venduta al diavolo? Non poteva essere... corse davanti a se, come cercando una direzione, ma rendendosi conto di essere privo di orientamento, corse e basta. Continuò a correre, sempre più logorato da ciò che i suoi occhi vedevano e la sua pelle percepiva, un bordello infernale. Corse e continuò a correre per lungo tempo, intere ore, ma quel luogo appariva infinito e le sue gambe erano stremate. Iniziò a piangere in silenzio, grandi lacrime gli solcavano involontariamente il viso, sentiva delle voci che lo chiamavano, risate che lo invitavano ad unirsi nelle loro orgie demoniache, sentiva di essere nel posto sbaglito al momento sbagliato... cadde a terra, le gambe tremavano per lo sforzo, e si accovacciò, cercando protezione. Voleva urlare, ma non aveva abbastanza voce per sovrastare quei rumori infernali, quei suoni psicopatici e malati che risuonavano nell'eco della grotta.  Qualcuno lo scosse. Gianmarco si alzò urando, tremava e non riusciva a smettere di piangere, spaventato a morto. Qualcosa dentro di lui si era rotto. Davanti a lui c'era Lucrezia, che lo guardò sorridendo, cercando di rasserenarlo -Gianmarco sei libero- disse dolcemente, accarezzandolo. Gianmarco si alzò, continuando a tremare. Vide le sue consorelle, ma vide anche l'inferno, vide la casa, ma al suo posto vedeva anche la grotta, il giardino e contemporaneamente le orgie dei peccatori, dei demoni. Urlò, non capiva cosa lo stesse circondando, e corse via, scappò, lo stavano ingannando. Si sentì rincorso, non voleva essere raggiunto da quei demoni che lo volevano ingannare, doveva essere più veloce di loro, delle sue consorelle. Non voleva essere mai più toccato dalle sue consorelle, non le voleva più vedere, erano demoni, bestie demoniache, era rimasto bloccato all'inferno per tutta la sua futura esistenza. Nella sua mente una serie di pensieri si sovrapposero tra di loro, ma uno sembrava più rumoroso, -La magia nera ha sempre avuto un fascino... Ma non ne ha più uno ora che ci sono dentro- Gianmarco era convinto di aver sbagliato tutte le sue scelte. Corse verso quel luogo doveva era riapparso solo tre mesi prima, verso quella radura che era stato la sua dimora per tre giorni, così familiare, lo chiamava a sè. Corse verso quel cancello che mai come in quel momento lo chiamava, attraversarlo lo avrebbe riportato alla realtà, ne era certo. Vedeva rosso, vedeva nero. Vedeva la grotta e vedeva il bosco, cosa era vero? Cosa era falso? Raggiunse il cancello e lo aprì con tutta la forza che aveva in corpo, lanciandocisi con tutta la rabbia, la paura, il peso e la ragione che lo stavano animando. Dovunque lo avrebbe portato, sarebbe sempre stato meglio di quel posto...

ANGOLO AUTORE
Buongiorno/Buonpomeriggio! Da quando ho iniziato a scrivere questa storia, me ne sono successe di cotte e di crude... Gianmarco ha menzionato questa storia in un suo video, l'ha commentata qui e gli ha messo pure delle stelline. Ricordate di metterle anche voi,
a presto❤️

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora