23 - Vico Noce

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Gianmarco si rese conti che non aveva mai usato, prima di quel momento, i suoi poteri volontariamente. Era riuscito a far lincenziare alcuni commessi maleducati con il suo controllo mentale, ma involontariamente. Ma di sua spontanea volontà... Era una strana sensazione, come se potesse fare tutto. Potere. Tutto gli era possibile. Sentiva l'adrenalina che gli correva super la spina dorsale, puntava al cervello e sembrava una macchina da corsa. Respinse tutto quello che stava pensando e tornò al mondo reale. Mangiò la noce. Sembrava di mangiare un petardo. Una scarica di sapori colpirono le sue papille gustative. Era indescrivibile. Non sapeva precisamente di qualcosa, Gianmarco non aveva mai assaggiato niente di simile, era dolce, amaro, salato, piccante e morbida al morso ma anche croccante. Era come mangiare la propria torta preferita dopo una lunga dieta, priva di zuccheri, a base di verdura. Un desiderio che non si sapeva di avere. -Tutti hanno quella faccia dopo aver assaggiato questi noci- disse Samantha sogghignando. Agata rise sotto i baffi, giocherellando con una buccia -Sono le due e mezza, se vuoi possiamo rimanere ancora qui, ma possiamo anche andare a fare "shopping"- disse lei.
-Beatrice è molto strana, esigente di potrebbe dire, perciò andate tranquillamente. Grazie per la compagnia, ma anche io ho delle cose da fare, basta procrastinare...- disse Samantha prima che Gianmarco potesse rispondere. -Per me va bene- rispose Gianmarco confuso. Dopo aver salutato e ringraziato Samanta, uscirono dalla casa e si diressero immediatamente verso una stradina che si affacciava nella piazza. Gianmarco ne lesse il nome "Vico del Noce". Percorsero quasi tutto il vicolo, raggiunsero una porta in legno, preceduta da un tettuccio di vite piena d'uva e decorata da una moltitudine di vasi pieni di fiori. Una targhetta, molto kitsch, riportava la scritta "C'era una volta un albero, odiato da coloro che ne erano gelosi e amato da chi lo comprendeva". Agata rimase a fissare la targhetta, come disgustata, poi bussò tre volte alla porta. Una anziana signora dai capelli bianchi, vestita da un caftano nero e con dei grandi occhiali da vista, aprì la porta, sorridendo. - Ohhhh che bello, siete arrivato. Che immensa Gioia! La macchina da cucire sta facendo i capricci, ha una voglia matta bisogno di lavorare... Ciao Agata e Benvenuto Gianmarco- disse la donna, facendosi da parte per fare entrare i due.

Immagini

Beatrice @/Iris Apfel

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Beatrice @/Iris Apfel

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora