26 - Puzza di pesce

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Gianmarco rimase scosso tutto il giorno, assorto nei suoi pensieri. Aveva vissuto la morte, aveva visto quell'oscurità, quella freddezza, quel fuoco che si avvicinava. Non sapeva cosa pensare. La morte è una condizione perenne. Muori e poi basta. Ma lui? La morte è la fine di un libro, ma se sai come finisce il libro, poi lo vuoi finire? Nonostante i continui pensieri, a cui probabilmente avrebbe dovuto abituarsi, il primo giorno di allenamento fu molto calmo, Lucrezia e le sue consorelle gli insegnarono le basi, con pratici esempi visivi. La giornata passò più monotona delle altre. Mangiarono. Pranzo. Cena. Tutto come sempre. Dopo aver finito di aiutare a sistemare la tavola tornò in camera. Si fece un bagno, cercando di attirare la calma a sé. Non riuscì veramente a calmarsi, a ritrovare la perduta tranquillità, ma si sentiva molto meglio. Mille pensieri lo spaventavano, gli davano la caccia. Non era il momento di pensarci. Accese il computer, sedendosi sul letto, si collegò al Wi-Fi della casa e iniziò a controllare le e-mail e a guardare video su YouTube America. Era oramai mezzanotte inoltrata. Si preparò per andare a dormire. Gianmarco si mise sotto le coperte, accanto a lui un mazzetto di salvia ardeva, Agata lo aveva acceso quel pomeriggio, diceva che avrebbe allontanato il male. Sentì fuori dalla sua porta discutere. -Anna Marie non è che non voglio, ma semplicemente vorrei anche una spiegazione...- sentì Lucrezia. -Non lo so. Non riesco a dormire come ti ho già detto e mi viene da vomitare appena cerco di addormentarmi... Non vorrei far assistere le mie compagne a tale scena...- disse Anne Marie. -Sarà un qualche germe influenzale di fine estate. Ti sarai stranita dalla scena di stamattina forse. Puoi dormire benissimo qui, non ti preoccupare- sentì Lucrezia dire mentre apriva la porta della stanza che comunicava con quella di Gianmarco. Gianmarco si addormentò poco dopo in un turbine di incubi. Si svegliò malissimo. Non era mattina, non lo aveva svegliato Lucrezia. Uno strano odore di pesce lo stava soffocando. Scese dal letto e aprì la finestra. Girandosi vide che la porta del bagno era aperta ed andò per chiuderla. Capì che l'odore veniva dalla camera accanto. Bussò. Probabilmente Anne Marie aveva vomitato per i problemi che aveva. Magari era svenuta. Doveva controllare. Aprì la porta lentamente chiedendo permesso, mise un piede nella stanza e toccò un liquido. Gianmarco si trattenne dal vomitare. Aveva veramente appena toccato del vomito? -Anne Marie... Ti senti bene?- disse. Accese la luce della stanza. Guardò a terra. Non era vomito. Era sangue. Qualunque cosa fosse successa non era buona. Entrò nella stanza e cerco disperatamente Anne Marie. Dove era? Non era sul letto, perfettamente intatto. Non era sotto il letto. Non era nell'armadio. Anne Marie? Si girò per tornare in camera e vide l'inimmaginabile. La testa di Anne Marie era posizionata in mezzo ad un cerchio composto da parti del corpo, tutto inchiodato al muro sopra la porta del bagno. Il sangue macchiava i muri a formare delle croci rovesciate. Urlare gli sembrò prevedibile e banale, ma anche alquanto efficace. Urlò.

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora