48 - La sala degli specchi

99 14 14
                                    

Gianmarco si rialzò dal terreno aggrovigliato nel suo telo, come quando ci si risveglia da un incubo. Si slegó più velocemente possibile. Non sentiva altro che un fischio nell'orecchio destro e una sirena della polizia in quello sinistro. Girandosi vide Bianca a terra, sembrava quasi morta. Si mosse velocemente verso la casa, ma ad ogni suo passo gli girava sempre più la testa, come martellata, e la vista gli si appannava. Arrivò alla cieca alla porta anteriore che dava nella cucina, l'aprì e iniziò ad urlare con tutto il fiato che aveva in corpo -Bianca è tornata!- per tutto il suo tragitto fino alla sala da pranzo per poi provare ad arrivare alle scale, ma crollò a terra senza sapere se fosse stato sentito. Il fischi nelle orecchie continuavano ad aumentare, sembrando quasi tramutarsi in risate. Non aveva forza di continuare. Svenì stremato.

Si risvegliò seduto e legato su una sedia in una stanza completamente ricopeta di specchi, tirati a lucido. Era legato da una corda d'argento, impossibile da rompere per una strega, che gli stava tagliando la carne sia sui polsi, che sulle caviglie ed intorno al collo. Un forte odore di sangue, ferroso, circolava per la stanza. Fu così che Gianmarco si accorse che il soffitto era un enorme lastra di sangue sgocciolante, oltre la gravità, e il pavimento pieno di macchie secche. Urlò a scuarciagola, quasi a rompersi le corde vocali, fino a rovesciare la sedia e cadere di schiena sul pavimento. Le gocce iniziarono a cadere più grandi e frequenti, l'odore era soffoccante e il sangue incominciava ad accumularsi, sul pavimento, in pozze. Gianmarco vide perfettamente, e grazie agli specchi anche in tutte le direzioni, la sua lenta morte. Sapeva chi era stato, sapeva e capiva che oramai sarebbe finita lì, sapeva perfettamente che chiedersi cosa aveva fatto di buono nella sua vita era inutile e non avrebbe cambiato la situazione, sapeva con certezza che quella stronza sarebbe morta e stava già ridendo immaginandosi il suo misero funerale da poraccia, senza gente a vedere il suo cadavere bruciare tra le fiamme. Meglio morire soffocato nel sangue che essere quella pezzente di Bianca. Gianmarco morì per la seconda volta, nemmeno con un anno di distanza, questa volta ridendo consapevole, annegando nel sangue.

Immagini

Immagini

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora