36 - Nidi di Ragno

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Una dimora magica è protetta solo se la protezione è ancora attiva, logicamente, o se non ci sono falle nell'incantesimo. Della muffa nera, accompagnata da funghi e viscide incrostazioni, aveva mangiato un pezzo di angolo della casa, creando un buco, in una zona nascosta, come se di proposito non si volesse far trovare. Insomma, più che un buco per i ladri, era una porta di entrata di ingresso per spiriti, demoni e maledizioni. Gianmarco sentiva che questa storia non sarebbe affatto finita bene. Lucrezia si avvicinò al buco -Strano. La muffa terrestre non può ne attaccare del legno magico, ne creare dei pertugi così grandi, grandissimi- disse lei. Sembrò una barzelletta, magari alcuni lo vedrebbero come un presagio. Lucrezia tastò il legno e una serie di piccoli ragni neri, sembrano i nerini del buio (dai film di Miyazaki), uscì da quell'apertura. Contemporaneamente stava succedendo altro. Costanza si stava sentendo male, sembrava avere un forte mal di pancia, si piegò in due, accasciandosi a terra. Si stese di schiena urlando. Tutti accorsero, cercando di capire la causa di quel dolore che provocava quelle urla che squarciavano l'aria. Lucrezia si avvicinò. Costanza si ripiegò nuovamente su se stessa, come lacerata internamente da dolori allo stomaco. Un enorme ragno le scarnificò la pancia, come se avesse abitati le viscere della povera ragazza, era cresciuto dentro di lei come un bambino e ne era uscito alla sua maturità. Tutti urlarono, era stata una cosa improvvisa, frettolosa, inaspettata. Il ragno provò ad attaccare le ragazze ma appena si alzò sulle zampe inferiori, come un cavallo rampante, pronto all'azione, si trasformò in una statua di polvere e volò via com un soffio del vento. -Non posso nemmeno arrivare, che voi incapaci vi fate ammazzare? Incompetenti piccole streghe- disse una voce alle loro spalle. Velma, vestita di tutto punto, le stava osservando. Era stata lei a salvarle. Nessuno rispose, ero tutti impietriti e turbati dall'avvenimento. -Qualcuno aiuti quella povera ragazza- continuò lei togliendosi, in maniera drammatica, gli occhiali da sole. -Non possiamo, la sua anima era stata inglobata dal ragno. Il ragno era Costanza- disse Agata infastidita dall'atteggiamento della Suprema. Questa la guardò, fulminandola, ed entrò in camera, seguita da una decina di uomini, piegati sotto il peso delle valigie della donna.

Erano passate alcune ore. Il muro era stato "sistemato", su commissione di Velma, in maniera momentanea con del cemento rosso, che a quanto Gianmarco aveva capito, era composto da calce, polvere di ossa, succo di belladonna e sangue di strega. Lucrezia aveva definito il tutto come, un'ottima soluzione, nonostante nemmeno lei ne fosse convinta. Gianmarco si lavò le mani in cucina, nonostante non avesse avuto voce in capitolo durante l'assassino di Costanza, si sentiva sporco e colpevole. Appena tornò in camera, ritrovò tutto pulito, come non fosse successo nulla. Era tutto in ordine.

COVEN || Gianmarco Zagato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora