Capitolo 43

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"Jungkook" mi chiama Taehyung.
"Eeh" faccio, a mo di risposta.

"Devo farti vedere una cosa" La sua testa bionda spunta dalla porta.
"Fa vedere".

Entra del tutto in bagno e mi porge il telefono.
Guardo sullo schermo e leggo una chat, o meglio un messaggio.

"Chi è?" Chiedo, guardando Taehyung.
"Ti ricordi quel commesso del centro commerciale?"
Faccio mente locale.

"Ah quel Minho?" Annuisce.

"E mi spiegheresti come ti ha trovato?" Spengo il telefono e glielo ridò.
"Ma non lo so" scrolla le spalle.

"Certo, non lo sai" ripeto, girandomi nuovamente verso lo specchio.
"Devi credermi".

Annuisco distrattamente, mentre mi lavo i denti.
So benissimo che dovrei fidarmi di lui, ma c'è una piccola parte del mio cervello che continua a non credergli.

Il suo telefono squilla nuovamente.
Alzo di scatto la testa dal lavandino e guardo Taehyung.

"Dai a me" gli strappo il cellulare dalle mani e apro la nuova notifica.

"Mi piacerebbe incontrarti?" Leggo, incenerendo poi Taehyung con lo sguardo.
"Beh a me no" dice, riprendendosi il telefono.

"Se vuoi vederlo fa pure, d'altronde ho visto come lo guardavi" sputo, buttando l'asciugamano per terra.

"Non lo guardavo in nessun modo. Smettila di fare così solo perché vuoi litigare". Fa per uscire dal bagno, ma io lo afferro per un polso.

"È vero, voglio litigare e allora?"
Sapere che quello lì ha scritto a mio ragazzo, mi fa salire il sangue al cervello.

Ho bisogno di sfogare la mia rabbia, e Taehyung in questo momento mi sembra il soggetto perfetto.

"A questo punto sono cazzi tuoi. Mettiti davanti allo specchio e litiga con te stesso, io non ci sto questa volta".

Esce dal bagno ed io prontamente lo seguo.

Lo vedo prendere tutti i vestiti dall'armadio e incominciare a sistemargli nella valigia.
"Complimenti per esserti dimostrato coglione dall'inizio alla fine di questa vacanza".

Alzo gli occhi su di lui e gli rivolgo un'occhiataccia.
"Non ti permetto di parlarmi così. Devi portarmi rispetto" ringhio, alzando un dito.

"Non ti porto alcun rispetto, dal momento che tu non sai nemmeno cosa voglia dire questa parola".

Ora ha superato il limite, non mi lascio trattare così da un ragazzino.
Sono stato fin troppo buono con lui ultimamente, perciò dev'essersi dimenticato di quanto possa essere cattivo.

Cammino verso di lui, lo spintono facendolo sbattere contro il muro.
"Dovresti tapparti un po' la bocca" mi avvicino, bloccandolo tra me e la parete.

Ci guardiamo a lungo negli occhi, rivolgendoci occhiate infuocate.
Poi senza sapere chi dei due ha fatto il primo passo, ci ritroviamo a baciarci.

Non c'è niente di dolce in questo bacio.
Sto sfogando tutta la mia rabbia, mordendogli le labbra.

Infilo una gamba tra le sue, appoggiando le mani ai lati della sua testa.
Lui prende i miei capelli tra le mani, tirando qualche ciocca quando affondo i denti nel suo labbro inferiore.

Sento la sua lingua premere, ed io schiudo di poco le labbra.

Scendo con una mano, abbassando un po' l'elastico dei suoi pantaloni.
Si stacca dalla porta, facendomi camminare all'indietro.

~DANGEROUS LOVE~ KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora