Capitolo 145

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Quando Jisung si sveglia, qualche minuto dopo l'uscita di Jungkook dalla stanza, si precipita giù dal letto, più che attivo.

"Mi prepari la colazione, TaeTae?" Chiede lui, saltando sulle mie ginocchia.
Annuisco, sforzandomi di sorridere.
Non sono dell'umore giusto, ma non posso mostrarmi triste davanti a Jisung.

"Certo piccolo. Andiamo di sotto".
Lo prendo in braccio, uscendo dalla stanza.
La casa è stranamente silenziosa, eppure dovrebbero essere già tutti in piedi.

La vocina di Jisung che canta la sigla del suo cartone preferito, è l'unico rumore che mi accompagna.
"C'è Jungkookie" dice lui, scivolando dalle mie braccia per correre da Jungkook, seduto sullo sgabello della cucina.

Sentendosi chiamato, si gira verso di me.
Ma non appena incrocia il mio sguardo, abbassa gli occhi su Jisung.
Fa appena in tempo a prenderlo in braccio.

"Kokieee" grida Jisung, abbracciandolo.
Un sorriso spunta sulle labbra di Jungkook.
Un sorriso che fa sorridere anche me.
"Piccoletto" lo saluta a sua volta Jungkook, ricambiando la stretta.

"Prepariamo di nuovo la colazione, come l'altra volta?"
Jungkook scuote la testa.
"Non sono dell'umore giusto adesso. Puoi sempre prepararla con Taehyung".
Mi nomina senza nemmeno guardarmi.

Jisung rimane in silenzio, alternando lo sguardo tra me e Jungkook.
"Taehyung si è di nuovo arrabbiato con te, vero?" Domanda, osservando Jugkook.

Sorrido per il broncio che ha messo su Jisung.
"No" risponde semplicemente Jungkook, sorridendo.

"Mi manca la mia mamma" dice poi tutto a un tratto Jisung.
Io mi immobilizzo, a metà strada verso il tavolo.
Jungkook si gira a guardarmi.

"Quando torna?" Insiste Jisung, rivolgendosi a me.
Rimango interdetto, senza sapere bene cosa dire.
Adesso non è il momento adatto per dirgli la verità.

"Presto piccolo" interviene Jungkook.
Jisung sembra soddisfatto della risposta e annuisce.
Per fortuna mi ha evitato il difficile compito di rispondergli. Avrei sicuramente ceduto e gli avrei confessato la verità.

"Grazie" bisbiglio all'orecchio di Jungkook, appoggiando una mano sulla sua spalla.
Lui risponde con un leggero sorriso.

"Ma gli altri?" Chiedo dopo, ricordandomi della loro assenza.
"Sono usciti. Avevano delle cose da fare".
Annuisco.

Jungkook non sembra più avercela con me.
Ma non si sa mai con lui.
Mi soffermo a guardarlo, per capire qualcosa dalla sua espressione.
Ma ovviamente sceglie proprio questo momento per girasi verso di me.

Sposto velocemente lo sguardo altrove, ma ormai Jungkook mi ha visto.
Scuote la testa ridendo.
"Vieni qui".
Picchietta lo sgabello vuoto accanto a lui, mentre con l'altra mano abbraccia Jisung che è intento a mangiare la sua merendina, sparpagliando briciole sulle gambe di Jungkook.

Mi siedo timidamente sullo sgabello.
Subito mi cinge i fianchi con il braccio.
"Mi dispiace per prima. Dovrei fidarmi di te, e non rinfacciarti gli errori passati".

Scuoto la testa, circondandogli il collo con le braccia.
"Ne avresti tutto il diritto comunque".
Sta per replicare, ma lo fermo poggiando le mie labbra sulle sue.

"Voglio anch'io un bacio, però" piagnucola Jisung, con il suo broncio.
Jungkook ride, stampandogli un bacio sulla guancia.
"Ecco qui".

Jisung inclina la testa, porgendo l'altra guancia a Jungkook.
"Anche qui" si picchietta la guancia con il dito.
Jungkook lo accontenta.

"Sentì un po' tu, non è che te ne stai approfittando?" Scherzo, assumendo un falso tono arrabbiato.
Jisung ridacchia, annuendo.
"Può darsi".

"Che peste che sei" ribatto, facendogli il solletico.
"Lascia stare il mio bimbo" si intromette Jungkook, tirando a sé Jisung.

Sorrido.
Lo ha chiamato "il mio bimbo" senza nemmeno rendersene conto.
Forse non sarebbe male come padre...

~DANGEROUS LOVE~ KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora