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Erano ridotti uno schifo quando le prime luci dell'alba fecero il loro ingresso nelle rispettive cabine.
Angelica seduta sul letto rileggeva ad una ad una le lettere che negli anni aveva scambiato con Jack.
Ne teneva stretta tra le mani una datata, ingiallita, piena zeppa di lacrime ormai asciutte.
Aveva ancora addosso la camicia di lui e la forza di levarla no, non l'aveva.
Sarebbe stato come strapparsi la pelle a morsi e Jack era la sua seconda pelle e questo mai nessuno l'avrebbe cambiato.

"C'è sempre una possibilità per cambiare e per fare le cose in modo giusto"

Quelle undici dannate parole la facevano ancora rabbrividire e ricordare quei momenti suscitava ancora in lei lacrime amare.
Erano così giovani!
Lasciò cadere le lettere sul pavimento prima di uscire fuori a prendere una boccata d'aria fresca, era sveglia tanto valeva godersi l'alba.

Avevano passato la giornata senza degnarsi nemmeno di uno sguardo.
Lui aveva fatto finta di dare ordini a destra e a manca mentre lei passeggiava dando il braccio ad Alain, suo futuro sposo.
Jack sbraitava come un pazzo e qualsiasi cosa gli altri facevano pareva non andare mai bene, era sempre stato un perfettino schizzinoso ma o negli anni stava peggiorando o Angelica gli stava dando alla testa!
Il ponte di prua l'aveva fatto lavare cinque volte mentre al cuoco aveva fatto buttare provviste per una settimana solo perché lui non gradiva.
Verso mezzogiorno aveva ordinato di riordinare le stanze e nelle ore più calde aveva fatto lavare nuovamente tutto daccapo questo prima che ovviamente qualcuno lo rispondesse usando toni adeguati.

- Capitano, con il dovuto rispetto ma forse dovrebbe andare a combattere per ciò che vuole piuttosto che starsene qui a rompere le palle al prossimo.
Ciò che trascuri se lo scopa qualcun'altro Jack, zio Albert lo diceva sempre! -

Jack si girò esterrefatto e sbattè più e più volte le palpebre incredulo.
Il problema lì non era il sesso che era pari a zero da mesi o il rum che scarseggiava.
Il problema era quella vipera della spagnola che se ne andava girando sottobraccio con quella specie di uomo.
Si faceva vedere mentre andava a spasso per la città fingendosi una qualche stupida nobildonna che mai aveva conosciuto fatica e stenti.
Jack odiava quando non era se stessa, c'era gente che moriva per la propria libertà e lei fingeva di essere chissà chi!
Invece di smettere di assecondarlo rideva anche più forte alle squallide battute di quell'essere, si sbatteva come non mai e accettava le moine che lui gli faceva.
Il suo malessere aveva un nome.
Il sesso non c'entrava niente.

- Ma da quando in quando io e te parliamo della mia vita sessuale Gibbs? -

L'uomo ridacchiò, era divertente dargli fastidio.
Sopratutto quando poi la spagnola era il motivo di tutta quella irritazione.
Piazzò la scopa in mano a Jack e richiamando il resto della ciurma scesero dalla perla per andare a bere qualcosa in qualche locanda.
Aveva dettato ordini per tutto il giorno e non si era nemmeno accorto che ormai erano quasi le nove e mezza.
Faceva abbastanza fresco per essere una semplice serata di settembre e fu con lo sguardo perso verso il mare che si mise a pensare alle solite cose che gli tormentavano l'animo.

- Si dice che chi non riesce a dormire abbia sulla coscienza molti peccati -

Una leggera brezza si levò e portò con sé il profumo di fiori che Angelica aveva incastonato nei capelli.
L'aveva osservato due ore prima dalla sua cabina e si era trattenuta dall'andare da lui ma quando vide (due ore dopo) che lui era ancora lì, nella stessa identica posizione di prima capì che qualcosa non quadrava.

- Allora noi due non dovremmo dormire per i prossimi cent'anni? -

Lui rispose senza girarsi, aveva riconosciuto la voce.
Restò mezzo muto e completamente assorto in quello che stava facendo.
Quasi si annoiava.

In alto mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora