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Ogni santissimo giorno era sempre la stessa storia che si ripeteva all'infinito.
Verso le sette e trenta piombava nella sua stanza una cameriera che molto timidamente la informava ancora una volta
- Signora scusate ma il signorino non si è ancora ritirato da ieri sera -
Lei in modo molto calmo e composto si preparava e lo aspettava con sguardo assassino mentre donava la grazia di tornare a casa.
Da quando diciotto anni fa era stata costretta tra le tante cose a sposare il francese era stato tutto in salita, un continuo scoprire le cose giorno per giorno.
Una continua bestemmia.
Un continuo darsi pizzichi per continuare quella sceneggiata.
Era diventata "Signora" ma a lei non fregava nulla, non l'avrebbe mai sentito giusto per sé stessa. Era diventata una donna di ghiaccio oltre che terribilmente infelice ma queste dopotutto sono le conseguenze di un matrimonio non voluto, della lontananza di un grande amore e di anni ed anni di soprusi e sopportazione in silenzio per il bene della famiglia.

La sua più grande punizione?
Crescere uno Sparrow.
Javier era identico al suo Jack in tutto e per tutto, delle volte lei stessa si spaventava per quella somiglianza. Le sembrava di rivedere quel ragazzino che le aveva rubato il cuore quelli che ora sembrano millenni fa...
Javi era stato un bambino iperattivo ma finché era piccolo la situazione era stata possibile da controllare ma con l'adolescenza, l'avvento dell'età adulta; non aveva potuto fare altro che struggersi e disperarsi per lui.
Era scontroso, usciva tutti i santi giorni e nessuno sapeva a fare cosa.
La casa era un albergo dove tornare soltanto dopo aver bevuto come un dannato.
Non parlava più con nessuno nemmeno più con lei con cui bene o male l'aveva sempre considerata "la sua migliore amica", faceva a pugni continuamente.
Era un inferno da cui non aveva la minima idea di come uscire, lei non era la persona giusta per stargli accanto. Non era Jack.
Aveva fatto di tutto dalle urla al pianto ma nulla aveva avuto senso perché qualcosa mancava e lei nemmeno con tutto l'oro del mondo avrebbe potuto darglielo indietro.
Certe volte aveva l'impressione che Javier capisse tutto, della loro storia, della sua infelicità e del fatto che Alain non fosse io suo vero padre.
Suo figlio si sentiva perso e lei non sapeva aiutarlo, -che bella madre- pensava sempre più spesso.

Con la femmina non era così, era un ragazza molto più tranquilla e diligente rispetto al fratello. Le piaceva studiare e non dare nell'occhio anche se quando camminava non poche teste si giravano verso di lei, dopotutto era pur sempre figlia di Angelica Teach ed il sangue non mente mai.
Lei e Javier erano sempre stati un mondo separato in cui nessuno era riuscito mai a penetrare, si fidavano l'uno dell'altro più di ogni cosa e per Angelica Esperanza rappresentava l'unico modo per arrivare un minimo al figlio maschio.
Esperanza, l'aveva chiamata così nella speranza di rivedere il suo uomo.
Speranza che aveva ancora nonostante tutto.
Perché anche se quelle persone che ancora si azzardavano a pronunciare il nome di Jack la chiamavano pazza, lei non aveva mai smesso di credere che lui sarebbe tornato vivo da loro.

Andò nella camera di suo figlio e lo aspettò per circa mezz'ora.
Era seriamente rientrato alle otto e trenta?!

- Javier esta historia debe terminar de una vez por todas. -

Il figlio le lanciò un'occhiataccia tra l'ubriachezza ed il sonno, qualcuno le aveva mai detto che aveva un tono dannatamente alto la mattina?
Ecco che partiva la predica
"Javier esta historia debe terminar de una vez por todas."
"Estoy preocupada por ti"
"¿Dónde estabas ayer?"
"¿Qué hiciste ayer?"
Solo alcuni piccoli pezzi di come andava a finire ogni giorno la conversazione tra loro.
Oramai non si dicevano altro.
Si buttò sul letto ignorandola completamente
- Ciao mà -
Le fece mossa di andare via con la mano ma in tutta risposta lei lo scaraventò a terra

- Ya no soy un niño que puedes controlar -

Non era un bimbo?
Allora che iniziasse seriamente a comportarsi da adulto una volta per tutte.

- Se non sei un bimbo che posso controllare allora trovati un lavoro, renditi utile e smettila di ucciderti tutte le sere!
Tu non sei un bambino sei un imbelle se continui così. No eres el chico que yo crié -

Si girò per non farsi vedere affranta dall'amarezza e Javier pensò bene di spogliarsi pensando che di lì a poco sarebbe andata via ma si girò un'ultima volta, per una carezza

- ¿Que carajo hiciste? -

Aveva la schiena completamente tatuata.
Eccolo lì il souvenir di quella notte.
Francamente iniziava a preferire quando si ritirava con qualche stupida ed ora questo.
"Come Jack" giurò di aver sentito dentro la sua testa ma restava il fatto che era terribilmente incazzata.
Lo sfiorò piano con la punta delle dita mentre lo leggeva, chi gliel'aveva fatto di certo sapeva scrivere bene.

"Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti
- finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare."

Era meravigliosa.
In qualche modo le ricordava la Desiderata ma quello che non capiva era il perché?
Perché proprio quel genere di poesia?
Itaca, il mare, le difficoltà di Ulisse... cosa c'entravano con lui?

- Ne ho sentito il bisogno mà. Sai quelle cose che ti sconvolgono da dentro? Ieri notte ho creduto di morire prima di farmi questo tatuaggio e soltanto quando l'avevo concluso mi è sembrato di respirare ancora.
Voglio partire andare lontano, conoscere gente e vedere cose -

Angelica tremò adesso sicuro l'avrebbe perso, il richiamo del mare in quei maledetti è più forte di ogni cosa.

- Javi ma a te non fa mal- oh ciao mamma... -

L'unica persona su cui Angelica avrebbe messo la mano sul fuoco eccola là che entrava dalla porta con il bella mostra il suo nuovo tatuaggio.
"Αἰὲν ἀριστεύειν καὶ ὑπείροχον ἔμμεναι ἄλλων, μηδὲ γένος πατέρων αἰσχυνέμεν"
Perfetto non c'era nessuno che l'ascoltasse in quella casa. La sua ultima briciola di potere era andata a puttane così

- Ti piace mà? Significa
“Primeggia sempre e sovrasta gli altri e non disonorare la stirpe dei padri.” È in greco! -

Soul, I hear you calling
Anima, ti sento chiamare
Oh baby please give a little respect to me
Oh piccola per favore dammi un po' di rispetto

I'm so in love with you
Sono così innamorata di te
I'll be forever blue
Sarò per sempre blu
That you gimme no reason
Che tu non mi dia alcuna ragione
You know you make-a-me work so hard?
Perché mi stai facendo lavorare così duramente?

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