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Gibbs che aveva visto l'intera scena si avvicinò all'albero dove il suo capitano continuava a fumare, gli lanciò un fischio per catturare la sua attenzione.

- Hai intenzione di scendere ed andarle a parlare? -

Era più vecchio di Jack, era stato il suo tutore prima di esserne amico e sottoposto.
Aveva visto quel mocciosetto crescere, sbagliare e farsi del male e probabilmente soltanto lui ne conosceva la vera storia.

- No -

Era testardo.
Maledettamente testardo come suo padre Edward Tegue e di quell'orgoglio Gibbs ne era sicuro, ci sarebbero morti.

- Seriamente Jack? Seriamente?!
Cerca di capire le ragioni altrui piuttosto che ascoltare soltanto le tue. Impara ad ascoltare e sopratutto a non urlare, se io fossi donna già ti avrei ucciso nel sonno!
Sono quasi vent'anni che quella povera Crista ti sopporta, ci hai messo anni per ritrovarla ed ora in cinque minuti vuoi perderla?
Valle a parlare stupido e scendi da questo dannato albero -

A Gibbs Angelica piaceva veramente.
Quando c'era riusciva a calmare l'animo inquieto del suo capitano come mai aveva fatto nessuno, beh nessuno altre Gracia la madre di Jack.

Si fermò a pensare all'unico ricordo che aveva di quella donna, le sembrava una santa con quei grandi occhi verdi e la pelle dorata.
Tutti la conoscevano sia per il buon cuore che per la fermezza delle sue decisioni.
Quando la vide, puntava la pistola alla tempia del marito mentre cercava di far stare fermo Jack che non aveva neppure sette anni.
Erano una famiglia stramba, nessun dubbio che il figlio poi sarebbe cresciuto così.

Gibbs ne era sicuro Jack non l'avrebbe mai lasciata.

- Gibbs? Grazie... Ma dove hai imparato queste cose sulle emh... donne? -

Era davvero felice quando poteva sistemare la situazione, quando poteva fargli da padre; perché nonostante avesse una trentina d'anni era pur sempre un mocciosetto da accudire.

- Con qualcuno deve pur confidarsi Angelica quando tu scleri, adesso vai imbecille. -

Jack raccolse tutte le sue energie, non era più il momento di scherzare, non quando la sua donna era incavolata per una cosa che apparentemente non aveva senso...
Anche se qualsiasi cosa che faceva infuriare Angelica per Jack non aveva senso...

Girò e rigirò intorno a quella che era diventata diventata la loro stanza.
Aveva paura? Pff uno come lui.
Si stava cagando sotto.
Bussò per tre volte prima di aprire ed entrare per affrontare la belva.

- Posso entrare? -

La trovò seduta sul loro letto fingendo di fare chissà cosa perché l'aveva interrotta in un mezzo pianto.
Era così strano vederla piangere, era una di quelle pochissime donne che non aveva mai visto cacciare una lacrima.
"Io non piangerò mai per te Esparrow, sono tutte lacrime buttate con te"

Gli venne subito in mente sua madre al giorno della sua prima avventura;
senza vedere il marito da chissà quanti mesi ed ora sarebbe stata anche senza il suo unico figlio, fu lì che la sua guancia destra si bagnò di acqua salata un po' diversa da quella marina.
Suo figlio era un uomo e lei doveva accettarlo.
Tutto arriva per poi andarsene, sopratutto un figlio, che necessita di camminare con le proprie gambe.

- Sei già dentro, che vuoi? -

Eccallà la belva in tutta la tua magnificenza.
Era una sfida e Dio, Jack amava le sfide!
Si tolse la giacca e gli stivali andandole in contro, inginocchiandosi tra le sue gambe le posò le mani sul volto accarezzandola.

- Volevo parlare con te anzi volevo dirti che mi dispiace per prima, non avrei dovuto assolutamente urlarti addosso e sopratutto avrei dovuto consultarti prima di prendere qualsiasi decisione-

Le parlò dolcemente come aveva visto fare mille volte a suo padre quando la mamma era sconfortata o profondamente delusa da uno di loro due.
Voleva aprirle il cervello in due per poter vedere tutti i suoi pensieri, tutte le sue emozioni, in quegli istanti di silenzio.

-¿Esparrow? Te quiero muchissimo -

Si sorrisero.

- Anche io Angelica ma adesso mi dici perché non volevi andare? Sei sempre stata la prima ad essere favorevole ad una nuova avventura, per non parlare dei tesori che avremmo potuto accumulare... -

La donna gli gettò le braccia al collo e chiuse gli occhi per cercare in qualche modo di smettere di piangere.
Si amavano no?
Questo bastava e le sarebbe bastato.
"Siamo due cuori ed una capanna io e te Angie" oh erano così dolci quei momenti con lui, così pieni di parole non dette ed amore...

Jack la strinse a sé con quanta forza aveva in corpo, le sembrava una bambina per quanto era piccola e scossa in quel momento, cosa diavolo aveva combinato per ridurla così?
Le pettinò i capelli con le dita mentre il calore del proprio corpo la rinvigoriva.
Sorrise tra sé e sé quando le mani di Angelica cercarono di esplorare nuovamente il corpo di lui, aveva occhi così languidi che in quel momento, qualunque desiderio lei avesse espresso sarebbe stato soddisfatto.

Tremava non per freddo ma paura, cosa poteva mai essere di così orribile?
Un altro uomo di certo non poteva essere, poche ore prima avevano fatto l'amore mentre ora se ne stavano abbracciati stretti stretti.
Una malattia assolutamente no perché se ne sarebbe accorto.
Cosa diavolo era?
Ma qualsiasi cosa fosse il Capitano Jack Sparrow l'avrebbe scacciata.

- Jackie io non sono contro l'avventura di per sé oppure non sono più smaniosa di ricchezze, non di certo voglio lasciarti o mi fa piacere trattarti come lo schifo a distanza di ore... Ho gli ormoni in subbuglio e sto cercando con tutta me stessa di comportarmi normalmente.
Non volevo dirtelo così, non è facile per te e non lo è assolutamente neanche per me.
Ho costantemente paura che possa sparire da un momento all'altro, semplicemente per questo non te l'ho detto prima...
L'altra volta quando misi in mezzo l'argomento era perché beh avevo un mezzo sospetto però non volevo ancora dare speranze varie perché sai come sono fatta-

- Angelica cosa c'è? Dillo e basta -

-Sono incinta Jack ed è più o meno grande come una piccola mela -

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