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Da quando Angelica aveva dato alla luce il loro primo figlio erano passati quasi due mesi e la voglia di rimettersi in viaggio iniziava a farsi sentire, così come la voglia di fare l'amore con l'uomo che amava.
Era stato un parto piuttosto lungo e difficile quindi era doveroso che lei riposasse prima di poter tornare alla sua vita normale.
Jack era cambiato così tanto in questi anni ma quello che aveva fatto per lei, anzi per loro, dal momento in cui aveva saputo della gravidanza era stato oltre ogni aspettativa. Ora aspettava, supportava e iniziava a pensarsi come una famiglia e non più un essere a sé stante.

Si erano ormai stabiliti nella residenza di famiglia, promettendo che per tutto il tempo in cui vi avrebbero soggiornato non ci sarebbero stati tentati omicidi tra di loro.
Qualcuno più di tutti poi soffriva la lontananza del mare ma veniva presto riempita con la presenza del piccolo che scandiva tutte le loro giornate.
Angelica quasi non vedeva più suo marito, pardon Jack, visto che passava le sue intere giornate con il figlio.
Spesso l'aveva intravisto commuoversi di fronte a lui ma non ne aveva fatto mai parola conoscendo il brutto carattere che aveva quando si trattava di sentimenti.
Era incredibile come quell'esserino amasse stare più con lui che con la sua stessa madre. Lei di questo se ne dispiaceva molto, forse tutte le sue paure si stavano avverando e lei per davvero non era una brava madre per quel bambino.

Javier era una piccola fotocopia di Jack in tutto e per tutto, oltre ad essere identici fisicamente per avere soltanto due mesi era un inferno di figlio.
Il suo hobby? Piangere incessantemente e disperarsi ancora di più se non vedeva suo padre da più di dieci minuti, per non parlare del fatto che mamma e papà non dovevano restare da soli nemmeno per un secondo!
Tutto questo stressava molto ma la gioia con cui li ricambiava era più forte di qualsiasi cosa.

Jack e Javi intrattenevano vere e proprie conversazioni fatte da lunghi discorsi del primo e versetti di approvazione o disaccordo del secondo.
Scoprì tutto ciò in un pomeriggio assolato quando era arrivata l'ora della poppata, non si era neppure chiesta dove fosse suo figlio o del perché nella sua costosissima culla non c'era mai visto che la risposta era molto semplice: tra le braccia di suo padre.
Dato che era quasi impossibile riuscire a capire dove fossero chiese aiuto in giro sperando che qualcuno li avesse visti.
Erano nell'attico, trasformato ora nella sala di Javi che era in pratica il paradiso terrestre per ogni bambino; ogni sfizio era lì dentro ed era logico che anche quell'altro bambino cresciuto fosse lì.
Era steso sul pavimento con il piccolo seduto sulla sua pancia e li sentiva parlare come due comari sul nuovo inciucio della giornata.
Si sentì quasi il terzo incomodo spiando quella scena.
Jack era vestito di lino da capo a piedi ma portava la camicia completamente aperta perché a quel conte di suo figlio dava fastidio la consistenza del lino sulla sua pelle, ecco perché i suoi completini estivi erano solamente di cotone e tra l'altro lui odiava i vestiti perciò solo pannolini e bandana in testa come papà.
Angelica si appoggiò alla porta pronta ad ascoltare quella strana conversazione, prima della poppata sarebbero dovuti ancora passare una decina di minuti dopotutto...

- Javi tu fai disperare la mamma cioè lo so che preferisci me perché sono un padre moderno e non un'ansia vivente come lei però non sbatterglielo in faccia perché si offende poverina. La mamma ti ha conosciuto prima di me quindi cerca di essere un po' più comprensivo d'accordo?
È una brava donna, un po' troppo ansiosa alcune volte ma è perché ci vuole tanto bene ed io e te vogliamo tanto bene alla mamma non è vero? -

Il piccolo rispose con versetti e risatine, si aggrappò alla barba del padre che lo strinse più forte al suo petto.

- Parlando di altro ma restando sempre in tema, tu le donne come le preferisci? Come la mamma oppure ti piacciono quelle un po' più nordiche? -

Angelica rimase paralizzata, non sapeva se ridere o piangere di quella cosa anche perché poi Javier sorrideva come uno scemo alle domande del padre.
Quei due si che sarebbero stati la sua rovina!

- Javi sei un buongustaio tu, dove cogli cogli ti va bene. Bravo papà è fiero di-

- Esparrow non ti azzardare a far diventare mio figlio un donnaiolo incallito come te que te mato -

Jack allungò la testa indietro per vedere il viso della sua amata, le sorrise mentre il piccolo allungò le braccine verso di lei con evidente fame.
Prese in braccio il piccolo ed aggiustò la bandana troppo grande per quella testolina, Jack rimase sdraiato lì terra con un braccio sotto al collo ed il volto verso il cielo che si intravedeva dalle grosse vetrate dell'attico.
Tutta quella situazione più che rabbia o fastidio alla piratessa faceva ridere, erano discorsi che avrebbe pensato di dover sentire tra qualche annetto ma invece il pirata come al solito aveva scombussolato l'ordine delle cose.

Angelica amava tenere quel bimbo tra le braccia ma quando si trattava dell'ora della poppata avrebbe desiderato volentieri di non essere lì. Era uno stress con quei pianti che non finivano mai, poi il dottore si lamentava anche del fatto che Javi non assumeva abbastanza latte.
Che doveva fare se non ne voleva?
Spararsi forse?
Si fece coraggio ed anche quella volta iniziò il calvario.
Jack rimase zitto ed impassibile alla scena quasi non prestò attenzione, la donna riconobbe subito lo sguardo dell'avventura perso tra le nuvole.

- J? Mi piacerebbe andare via sai? Sarebbe un sogno partire tutti e tre, sono sicura che ci farebbe davvero bene andar via. Non siamo mai stati così tanto tempo in un posto e credo sia ora di tornare al mare -

Non rispose subito ma dopo quelle parole inspirando ebbe l'impressione di sentire il profumo del mare.
Non aveva voluto metter fretta ad Angelica chiedendo di andare via perché con il piccolo e tutto il resto erano stati tempi davvero complicati ma sì, lui sentiva una maledetta nostalgia di quella vita e se anche lei la sentiva allora perché indugiare oltre?
Sì sarebbe stato fantastico, sarebbe stato per davvero un sogno diventar realtà, sarebbero stati loro contro il mondo ancora una volta.
Si alzò di poco, quanto bastava per avvicinarsi ad Angelica e Javi seduti su un divanetto, le prese le caviglie tra le mani e nascose il viso tra le sue ginocchia.

- Immagina amore, noi che partiamo verso un'altra avventura. Il mare così celeste da riuscire a specchiarci, la sabbia cocente e bianchissima, Javi che cresce come un marinaio così come sono cresciuto io.
Noi due che facciamo l'amore ancora ed ancora sotto le stelle, un altro figlio, la ciurma che canta e le abbuffate sul ponte della meravigliosa Perla Nera.
Io che in una sera mi inginocchio e tu che mi baci dicendomi sì. Non ci fermeremo mai, sempre in viaggio sempre alla scoperta.
Poi fermi nel bel mezzo dell'oceano io e te in una di quelle isole deserte dove spesso ci siamo detti addio che ci troviamo una volta e per sempre. Io che t'aspetto e tu che vieni verso di me con quella tua camminata femminile e seducente, Javi che porta gli anelli...
Dimmi di sì Angelica, dimmi di sì e tutto questo sarà tuo. Dimmi di sì e mi impegnerò a darti anche di più. -

Jack Sparrow? Era davvero un maestro con le parole.

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