Quando Angelica bussò al cancello della villa si sentì scomparire.
Ora come cazzo glielo diceva a quello che in realtà amava un altro, che quest'altro la voleva con sé e che lei voleva stare con quest'altro in nome di quello che c'era stato, che c'era e che ci sarà sempre?
Trovò Alain chiuso nello studio intento a scrivere le proprie promesse.
Stava per distruggere la vita di un uomo e nemmeno si sentiva in colpa...- ¿Podemos hablar un momento? -
Lui inorridì alla vista di Angelica, non ché non gli facesse piacere vedere la sua futura moglie ma non portava bene vedere la propria sposa prima del matrimonio e né aveva abbastanza della sfortuna...
- Certo che possiamo parlare ma per favore nasconditi, non porta bene e lo sai quanto sono superstizioso -
Angelica richiuse la porta e si ci poggiò contro.
Prese un bel respiro e quasi come se lo immaginava lui riprese a scrivere senza prestare la minima attenzione a cosa lei stava per dirgli.
Giocò con la punta delle dita sul legno della porta, cercando di calmare la propria inquietudine.
Andò dritta al punto come era solita fare.- Alain io e te non possiamo sposarci.
Noi non siamo un noi.
Spesso come ti dicevo c'era questa persona del mio passato che mi impediva di andare avanti ebbene lui è ricomparso ed al contrario di quanto pensavo è molto importante per me.
Tu sapevi che io ero mentalmente impegnata con un altro uomo ma hai scelto di sposarmi lo stesso.
Ecco, io non posso farlo.
Non posso sposarti perché non ti amo.
Non provo niente per te e mi dispiace che tu solo ora ne venga a conoscenza.
Ho capito che senza Jack non posso e non voglio viverci -Veloce ed indolore era stato.
O almeno così credeva.
Angelica perse l'equilibrio quando l'uomo aprì la porta di scatto e si avventò su di lei.
La spinse verso il muro e strinse entrambe le mani sul suo collo, si ritrovò sollevata da terra di qualche centimetro.
Gli occhi del suo carnefice brillavano dall'ira, erano rossi come quelli provocati dal pianto.
L'aorta dell'uomo era ben visibile, quasi gli schizzava dal collo.
A niente servirono i calci ed i pugni che lei cercava di dargli, lui era forte.
Molto più forte di lei.
Non smetteva di ripetergli qualche bestemmia o qualche insulto mentre stringeva sempre di più il collo.
Le mancava l'aria, sentiva i polmoni esplodere all'interno della gabbia toracica.
Il cuore non pompava più sangue e quello che aveva in corpo era oramai confluito tutto verso il cervello.
Aveva il viso rosso acceso, tendente al viola.
Non riusciva più a tenere gli occhi aperti e di quello sguardo tanto fiero e impassibile ora non rimaneva altro che qualcosa di smorto.
Si lasciò andare.
Lui la menò malamente a terra e non appena fece mossa di alzare un dito in più qualcuno gli afferrò i capelli e gli sbattè la testa contro il muro.- Menomale che non mi fido mai di Angelica.
Sono Sparrow, Capitan Jack Sparrow.
Il tuo peggior incubo -Alain si portò la mano sulla fronte sanguinante e non appena si girò si un cazzotto in piena faccia gli diede il benvenuto.
Risbattè nel muro.
Jack sguainò la spada e gliela puntò al collo mentre abbassandosi lentamente si accertava che Angelica non stesse male.
O che peggio ancora, non fosse morta.- Come sei entrato?
Guardie! Guardie! Prendetelo! -Jack sorrise, era così coglione.
Accarezzò il corpo di Angelica ancora incosciente e la raddrizzò in modo che potesse riprendersi da sola.
Si avvicinò con la spada a lui, gliela puntò in direzione della carotide e lo fece indietreggiare fino a farlo sbattere contro al muro.
Lui alzò le mani ed iniziò a sudare freddo.
Era completamente solo, disarmato e non eccelleva per niente nella lotta corpo a corpo.
Cos'era? Sicuramente spacciato!
Iniziò a pregare una qualche divinità per avere una morte veloce e quanto più possibile dignitosa ma Jack smise di fare pressione sul collo per guardarlo nella maniera più sadica possibile.
Era impazzito; dalla rabbia, dall'odio e certamente dalla gelosia.
Aveva il movente per uccidere.
Era un pirata.
Ma restava gentiluomo.
Decise di spaventarlo a morte avvicinandosi al suo orecchio, gli portò una mano alla gola e sussurrando gli spiegò un paio di cose su di sé.- Ah io sono un tipo tranquillo Alain.
Sono uno che vuole campare molto ma molto e perciò mi faccio i cazzi miei.
Evito ogni situazione troppo pericolosa o da cui so di non poterne uscire.
Non rischio mai se non so cosa metto in gioco.
Ma io sono un pirata e se sono un pirata ci sarà un motivo!
Ti dirò, sono uno dei pezzi grossi e tu piccolo sottufficiale del cazzo hai messo le mani addosso ad una donna.
La feccia della società a quanto pare non è rappresentata più da noi pirati ma comunque, mio caro amico hai messo le mani sulla mia donna ed ora ti faccio rimpiangere di essere nato! -Jack gli iniziò ad aggiustare il vestito da sposo, sorridendo in maniera piuttosto inquietante.
L'uomo lo bloccò e si ritrovò caricata sulla tempia una pistola.
La pistola.- La vedi questa? È una pistola.
Questa pistola da quindici anni non spara un colpo.
Dentro di sé ha un solo colpo, conservo lo stesso colpo da quindici anni.
Questo colpo in principio è dedicato ad un altro ma non esiterò minimamente a piantartela dritta dritta nelle palle tant'è che mi dovrai pregare di levarti la vita perché il dolore fisico che sentirai sarà quasi pari a come hai fatto sentire lei e chissà quante altre. -Il pirata si distanziò tenendo sotto mira il francese fradicio di sudore e di un colorito bianco, prossimo alla morte per spavento.
Jack aveva intenzione du far rimanere quel proiettile all'interno della canna finché non gli si fosse presentato davanti il legittimo proprietario, sprecarla per quell'idiota era come buttare all'aria la sua intera esistenza.
Non gli piaceva uccidere, a lui piaceva soltanto il mare.
Il solo pensiero di avere la propria spada ricoperta di sangue altrui lo disgustava, non voleva arrivare a tanto.
Sperava che soltanto spaventandolo sarebbe riuscito nel suo intento.- Mi amor? -
I due uomini girarono lo sguardo verso la figura trastornata di Angelica.
Jack bloccò i propri pensieri ed i propri instinti mezzi omicidi.- Gioia mia stai bene? Stai là, ci penso io a sto' cretino e poi possiamo andarcene una volta e per sempre -
Angelica annuì e cercò di alzarsi, inutilmente poiché le mancavano le forze.
Alain approfittò della distrazione di Jack per disarmarlo e ferirlo al viso.
La spada cadde sul pavimento.
I ruoli si erano ribaltati, ora non c'era un dominatore ma solo due pari.
Jack era indubbiamente più forte fisicamente ma la presenza della donna lo debilitava molto mentalmente.
Angelica cercò con il proprio corpo di avvicinarsi alla spada mentre l'uomo lo teneva impegnato in un combattimento corpo a corpo.
Ripresa questa, lei gliela lanciò e Jack lo ferì gravemente alle gambe.- Sparrow tu non la passerai liscia, Angelica non sarà mai tua.
Io ti giuro vendetta e dovessi ridurrmi ad un pugno d'ossa: avrò quello che mi spetta.
Mi prenderò la mia rivincita! -Lo lasciarono lì, tanto le guardie di lì a poco si sarebbero svegliate ed avrebbero liberato le altre cinque che erano state legate ed imbavagliate.
Jack prese tra le proprie braccia la donna che gli si strinse al petto.
Fortuna era che loro non si fidavano dell'altro quando c'era roba importante di mezzo.
Jack non volle nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere se lui non fosse stato lì, ora l'importante era mettersi in rotta per mondi nuovi e nuove avventure.
Il tragitto fino al porto fu breve e la perla, come da ordine, era già pronta a salpare.
I due equipaggi, non che quello di Jack fosse uno squadrone di combattimento, si erano uniti.
Tutta la roba della revenge era stata spostata nelle apposite stanze della Perla poiché della nave non restava che un modellino in bottiglia.
Non appena i due salirono, l'equipaggio lasciò con effetto immediato l'isola.Le acque si calmarono soltanto verso sera, quando i due si ritrovarono a cenare sul ponte di prua.
Avevano dormito tutto il pomeriggio lasciando le proprie sorti in mano a Gibbs ed a Scrum.
I segni delle mani di Alain erano visibili ed Angelica per evitare di vedersi e di far amareggiare Jack, li aveva coperti indossando qualcosa di più accollato.
Erano le ventuno quando iniziarono a brindare al loro futuro insieme.
Parlarono molto, anche di cose inutili ed almeno per un secondo sembrò che non fossero passati tutti quegli anni ma solo qualche settimana.
Jack sorrise grato alla luna, Angelica era il più bel dono che gli fosse mai stato fatto.
Non avrebbe mandato tutto a puttane come le altre volte, stavolta era consapevole di ciò che aveva tra le mani, stavolta era diverso.- Jack? Grazie.
Per oggi intendo... -- Dovere -

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In alto mare
FanfictionQuesto amore Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato. Questo amore tutto intero Ancora cosi vivo E tutto soleggiato E tuo E mio E stato quel che è stato. ...