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Black mamba parte tre era in realtà molto semplice, consisteva soltanto di non perdersi una volta arrivati alla festa.

La Revenge aveva attraccato al porto di Valencia in prima mattinata, seguita dalle altre navi della flotta.
Pirati senza scrupoli travestiti da marinai al servizio di Jack Sparrow o meglio:
Jago Suárez.
Aveva deciso di continuare a firmarsi JS, in modo da poter essere entrambi i ruoli contemporaneamente.
Era maledettamente geniale.
Aveva seguito personalmente i makeover degli altri membri della banda, rasati sbarbati e vestiti di tutto punto.
Erano quasi degli uomini.
Erano quasi belli...
Sapeva di essere il re di quella sceneggiata ed il re non poteva assolutamente mancare nella sua preparazione, non importava neppure che fosse in ritardo perché tanto un re si palesa quando più gli aggrada.

Si richiuse nella sua cabina e la prima cosa che fece fu versarsi un bel bicchiere di rum, col cazzo che avrebbe fatto tutto quello completamente sobrio.
Ne bevve giusto un sorso prima di iniziare a spogliarsi di fronte al lungo specchio.
Si scrutò minuziosamente e senza giri di parole si trovò bello.
Nonostante le ferite, tutte quelle ammaccature ed i tatuaggi, lui era bello.
O forse era soltanto la sua dannata ansia di rivedere Angelica dopo tutto quel tempo.
Ne erano cambiate di cose ed il suo corpo forse poteva non attrarla più.
Evitò di guardarsi la schiena e stringendo il bicchiere tra le mani decise di darsi una ripulita, oppure nessuno avrebbe creduto alla sua messa in scena.
Dopo essersi lavato e versato il secondo bicchiere della serata iniziò a radersi.
Ecco comparire il solito pizzetto di sempre, stavolta senza treccine ma questo valeva giusto il tempo di riconquistare la donna e scappare via con lei.
Con i capelli ancora bagnati cercò di dargli un senso, li accorciò nei lati mentre con un pettine tirò per quanto possibile il ciuffo all'indietro.
Era piuttosto attraente sì.

Fuori dalla sua cabina c'era il delirio.
Troppa eccitazione per l'agoniato ritorno e troppa euforia per quella meravigliosa festa.
Javier aveva raccontato tutto nei minimi particolari, lui che di solito era scettico per tutto quello che riguardava la sua famiglia solamente in quell'occasione era dannatamente felice di farvi parte.
C'era l'alta borghesia, la nobiltà, arrampicatori sociali ma da bere e da mangiare per tutti!
Balli che finivano sempre con passionali baci e la notte che si chiudeva sempre con una donna stretta tra le braccia.
L'occasione perfetta.
Tutto era consentito perché sui loro volti c'era una maschera a coprirli.
Molti scandali erano avvenuti proprio lì in quelle feste perché tanto alla fin fine si riconosceva più o meno la persona che si celava sotto di essa.

Javier e Thiago avevano ricevuto un preciso ordine dal capitano: scovare una bella donna bionda disposta ad accompagnarlo in quella folle avventura.
Doveva essere alla mano ma elegante e sopratutto una brava attrice.
In pratica doveva fingere di amare Jack alla follia e di esserne la moglie.
Perché? Oh ma perché così si sarebbe alzato il fuoco con la spagnola ed avrebbe reso più credibile la storiella del militare e bla bla bla che avrebbero dovuto propinare in giro.
L'avevano trovata e l'avevano anche dovuta pagare ma se la cosa riusciva, allora sì che era valsa tutti quei soldi!

Jack si vestì accuratamente, facendo attenzione a coprire tatuaggi e le cicatrici troppo visibili.
Ammise a sé stesso e solamente con il pensiero che in fondo la divisa della marina militare spagnola era carina.
La porta si aprì mentre si stava dando gli ultimi ritocchi ed entrò dentro la sua compagna per quella sera.
Una donna bellissima a cui Jack degnò poco più di uno sguardo.
Era stata terribilmente incuriosita da quella proposta di quei giovani ma la sua più grande paura risiedeva nell'ipotetico uomo che avrebbe dovuto accompagnare, e se fosse stato un maniaco?
Aveva bisogno di quei soldi quindi bastava rimanere soltanto viva, una cosa facile no?
Non appena lo vide si morse le labbra, non le avevano mica detto che avrebbe dovuto fingere di amare uno così!
Il suo lavoro le veniva maledettamente facile stavolta.
Si avvicinò a lui seguendo una pulsione interiore e con le mani cercò di aggiustare la maschera che distrattamente aveva poggiato sul volto. Profumava di buono quell'uomo.
Lui le prese le mani ed a lei sembrò di essere già sul punto di non ritorno, socchiuse per qualche secondo gli occhi aspettando un bacio che non arrivò mai.

- Signorina faccio da solo, sono Jago Suárez il suo partner per questa sera. I miei ragazzi credo che l'abbiano bene informata di tutto quello che c'è da sapere.
Mi chiami J in presenza di altri mentre io come posso chiamarla? -

La donna rimase scioccata.
Nessuno in vita sua l'aveva mai trattata con così tanta freddezza.
Forse non era desiderabile?

- Victoria... Vic in presenza di altri -

L'uomo le sorrise ma quella freddezza rimase, le sembrò che quasi non fosse presente in quel momento.

- Posso chiederle se sono vestita adeguatamente per la serata? -

Stavolta Jack si girò completamente verso di lei e la guardò con un misto di tenerezza e quasi compassione.
Le sorrise ancora e poi le sfiorò delicatamente la mano, un gesto che a lei non risultò totalmente innocente come in realtà poi era.

- Victoria lei è una professionista e sa bene come comportarsi in queste situazioni.
È una donna molto bella e sa di esserlo, non le servono i miei complimenti a conferma di ciò. Non ho ricambiato il suo gesto precedente semplicemente perché sono vent'anni che non bacio una donna e vorrei poter baciare la mia -

Lui le aprì la porta e la fece passare per prima per uscire.
Era stato ancora freddo, misurato, calcolatore.
Era un galantuomo sì ma era un gran pezzo di stronzo anche.
Chiunque l'aveva conosciuto sotto le vesti di Jack certamente non l'avrebbe riconosciuto in quelle di Jago.
Essendo finalmente al completo sul ponte si diressero con delle carrozze al palazzo.
Il viaggio durò circa una quindicina di minuti. Per Victoria quindici estenuanti minuti passati in religioso silenzio.
Nemmeno un sospiro aveva osato emettere.
Ma era umano quell'uomo?
Lei, come una stupida, si ritrovò nuovamente a fissarlo senza ritegno che tanto quello verso di lei nulla avrebbe fatto lo stesso.

Scesero mano nella mano ed entrarono in quel meraviglioso palazzo di marmo bianco sotto il nome di:"Generale Suárez" loro due e tutta la combriccola.
La regola di quella sera era soltanto una:
Non disperdersi.
Ma il bello delle regole è proprio vedere che fine fanno una volta infrante no?

In alto mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora