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Erano le quattro e mezzo del mattino seguente quando Angelica sgattaiolò fuori dal letto, Jack l'aveva lasciata dormire nonostante lei gli avesse ordinato di rimanere con lei o quantomeno di svegliarla per fare un turno insieme.
L'uomo si era confidato qualche ora prima mostrandole tutte le sue preoccupazioni per questa nuova avventura ma ora a quel timone si mostrava così dannatamente sicuro di sé.
Maledetti ormoni.

Angelica si vestì con una delle camicie di Jack e corse in cucina a preparargli da mangiare, ultimamente era dimagrito troppo per i suoi standard, era bello perché aveva la pancetta!
Gli fece un caffè e qualche toast, sperando che non si sarebbe lamentato troppo.

Lui la vide arrivare e si abbandonò al suo timone con un sorriso, si tolse il cappello per sistemarsi meglio la bandana e per baciare ovviamente la sua donna.
Roteò gli occhi quando vide il piatto nelle sue mani

- Dovresti mangiare tu e non io, sto bene e non ho fame -

Angelica ne prese uno dal piatto e cercò di mangiarne quanto più poté, la nausea la stava ammazzando quella mattina.

- Ma che ci fai qui fuori a quest'ora e con solo questa camicetta addosso?
Che poi è la mia brutta ladra -

Lei gli piegò il cappello sul viso e lo spinse leggermente verso delle casse lì vicino.
Lui si sedette obbedendo alla sua donna ma più perché non voleva indisporla che per un vero bisogno fisico.
Gli porse la colazione e prese il posto precedentemente occupato dall'uomo al timone.
Jack per un attimo rimase senza fiato, non era matematicamente possibile che che quella donna diventasse ogni volta più bella, lei lo beccò mentre la stava fissando e fece finta di allungare sulle gambe la camicia.
D'altro canto lui non aveva proprio un minimo di pudore a fissare senza ritegno.

- Lo sai che sei proprio bella?
Hai quella lucentezza in più grazie a nostra figlia -

Angelica mantenne lo sguardo fisso sull'orizzonte ma sorrise, era ancora convinto che il nascituro sarebbe stata una femmina incredibile.
Il capitano mangiò lentamente godendosi quell'improvviso cambio di turno, la donna dal canto suo chiuse gli occhi assaporando il profumo del mare e la brezza tra i capelli.
Si portò istintivamente una mano al ventre, il piccolo era felice di stare lì fuori e finalmente aveva anche smesso di fare i salti mortali.
Non c'erano dubbi per lei, era un maschio ma stette zitta, si sarebbe vantata per l'eternità con Jack di averci visto giusto.
Arrossì al pensiero di una vita con lui.

- Esparrow mancano pochi giorni all'arrivo all'isola della dannazione, dai racconti dei marinai si sa veramente poco oltre che le ultime ore di navigazione sono le più brutte e che arrivati lì ci sia da sostenere una prova con un oracolo... che nessuno ha mai passato. È vero Jack? Cosa sai tu? Come ne usciremo? Dove punta la tua bussola? -

Jack poggiò la tazzina ed il piatto sulla cassa dove prima era seduto, si avvicinò ad Angelica abbracciandola dalle spalle.
Scese con le mani fino al ventre e poggiò la testa sulla spalla della donna.
Le baciò il collo e lei lo sentì ridere tra i suoi capelli.

- La mia bussola punta sempre verso te -

Angelica si girò con un sopracciglio alzato verso l'uomo dietro di lei, schiacciata tra il timone e Jack che sfortunatamente era ancora più alto di lei.
Forse il fatto che la sovrastava iniziava a non darle più tanto fastidio...
maledetti ormoni.

- Angelica vecchia volpona a cosa sta pensando la tua testolina maliziosa? -

Perché mai aveva ereditato quella dannata voce roca? E perché diavolo era così sexy quella mattina? Ma non poteva rimanere in cabina da sola, tranquilla?
Si guardò in giro pronta a cercare occhi indiscreti e quando non trovò nessuno portò nuovamente la sua attenzione su Jack incuriosito da tutto ciò.

Con la punta delle dita gli stuzzicò la fetta di petto che si intravedeva attraverso la camicia semi aperta.
Si fermò alla prima cicatrice

- Te l'ho mai detto che le trovo incredibilmente eccitanti queste cicatrici? -

Jack la spinse ancora di più sul timone, le strinse la vita mentre le baciava le labbra poi la mascella ed infine il collo.
Un climax ascendente che Angelica trovava già normalmente distruttivo figuriamoci in quelle condizioni!
Si aggrappò alle sue spalle pronta alle prossime mosse dell'uomo, mosse che di fatto tardavano ad arrivare.
Con il collo reclinato protestò, quel bastardo si stava divertendo a sue spese e sopratutto si stava vendicando di tutte le volte che aveva subito la lentezza esasperante delle azioni di lei.
Non appena sentì gli anelli di Jack sulle sue cosce credette di morire, erano così freddi rispetto al calore ustionante di quelle mani che non accennavano a salire di un centimetro.

- Sai amor non avrei mai pensato di farlo sul ponte della mia amatissima nave -

Angelica si tirò su per baciarlo ma dovette sollevarsi sulle punte perché era sicuramente più bassa di lui di almeno dieci centimetri.
Nello stesso istante in cui lei si sollevò anche la camicia che aveva indossato come vestito allora Jack pronto la coprì con lei sue mani.

- Questo posso vederlo solo io -

Lei gli stava per dare dello stupido perché chi altro avrebbe osato guardarla oltre lui? Ma poi ci pensò meglio, lei continuava ad essere una bella donna e non sarebbe di certo stata una gravidanza a cambiarla.

- Torna a sederti prima che diamo spettacolo a tutta la ciurma, tra poco inizia il lavoro cara e sai che non mi bastano cinque minuti! -

Angelica si staccò di poco da lui con uno sguardo a dir poco incredulo, aveva forse sentito Sparrow dire che preferiva lavorare?

- D'accordo, però mi serve la tua bussola per tracciare delle carte nautiche e varie previsioni -

Prima che potesse muoversi la donna invertì le posizioni cosicché fosse il capitano della Perla a trovarsi schiacciato al timone e muovendo lentamente la mano verso la sua cintura, cercò la bussola in una delle sue tasche.
Jack credette tutt'altro e per quella che si sembrava fosse un'eternità gli parve di morire.
Angelica gli sorrise bastarda tra i denti prima di andarsene.

- Bastarda... -

- Cabrón... -

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