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Attenzione capitolo spinto.
È il terzultimo capitolo di questa parte della storia, detto questo buona lettura

Dalla testa di Angelica non passava altro che quel discorso di Jack, ininterrottamente per così tanti giorni che aveva perfino smesso di contarli. Nonostante lei lo amava alla follia era praticamente scappata via con il piccolo tra le braccia, lasciandolo solo tra i suoi mille "ed adesso cos'altro ho combinato".
La verità è che aveva sognato così tanto quel momento, per così tanti anni che ora non le sembrava vero, le sembrava che da un momento all'altro tutto sarebbe potuto finire e crollare sulle spalle; una cosa del genere lei non l'avrebbe mai retta.
Aveva paura di quelle sue sensazioni, aveva paura di quel tormento che le mangiava il fegato da giorni, aveva paura della sua stessa paura.
Per tutto questo non aveva fatto altro che ignorarlo completamente dalla mattina alla sera per interi giorni, aveva addirittura cambiato la routine quotidiana per incontrarlo il meno possibile perché cosa diavolo avrebbe dovuto dirgli?
"Jack ho paura che ci succeda qualcosa" ?
Si sarebbe ammazzato pur di tranquillizzarla, non avrebbe risolto nulla e lei avrebbe dovuto mentire per farlo stare meglio.
Perciò era meglio evitare e negare di star evitando.

Tutto questo durò fin quando il capitano ebbe genio di farlo durare, perché Jack lo conosciamo... prima o poi si scoccia.
E così successe infatti, dopo una settimana non aveva più voglia di parlare da solo o di stare lontano da Angelica per chissà quale motivo così decise che il miglior modo per fare pace era agire.
Aspettò la sua donna acquattato nell'ombra, Javi era un inferno quando si trattava di metterlo al letto e lei si prese tutto il tempo di questo mondo perché tanto di là in camera non voleva tornare.
Aveva i capelli raccolti in uno chignon scomposto dalle mani del bambino con qualche ciocca che le ricadeva sul volto dandole evidentemente fastidio, Jack sapeva bene che ultimamente era piuttosto insicura del suo corpo ma guardandola alla luce della luna si scoprì nuovamente innamorato di lei. Realmente non capiva dove fosse il problema per lei, tutto quello che aveva sul corpo era soltanto un segno della sua maternità che era stata di gran lunga la cosa più bella della sua vita.
Spesso quando il pirata la toccava provava un senso di inadeguatezza ma come andava a spiegarle che erano tutte sue paranoie?
Poi lui non era mai stato bravo a farsi capire, spesso passavano per bugie intere verità o addirittura non venivano neppure prese sul serio...

Fece un respiro profondo e guardò quel pezzo di merletto al polso, l'unica cosa che riusciva a confortarlo in momenti come quelli, era la sua donna e non aveva nulla da temere.

Si fermò sulla soglia Angelica, riconosceva lo sguardo di Sparrow bruciare sulla sua pelle anche attraverso i muri, sorrise e fece finta di niente che era sempre bello vedere quello stupido dove voleva arrivare.
Gettò l'ultimo sguardo a suo figlio poi uscì dalla stanza con calma, quasi tirando un sospiro di sollievo perché la belva era stata domata anche questa sera.
Sentì le mani posizionarsi sulla sua vita e stringerla forte ma lei non aveva alcuna voglia di fuggire da quella presa.
La avvicinò di scatto facendo sbatterle la schiena contro il suo petto.

- Tregua? -

- ...Tregua. -

Rispose così, già mezza ansimante per quel tocco così deciso. Le mani di Jack dopotutto si stavano muovendo lungo tutto il suo corpo senza accennare a fermarsi un secondo, accarezzavano e stringevano qualsiasi cosa.
Le era mancata.
Già solo il fatto di averla più vicina lo rendeva più felice.
Ispirò l'odore dei suoi capelli, lavanda, si avvicinò al suo collo con le labbra.
Lei rise come una quindicenne.

- Che fai scemo? Puzzano del vomito di tuo figlio che non accenna ad andare via! -

Lui inspirò ancora, questa volta avvicinandosi completamente ai suoi capelli. Le lasciò un baciò, oltre all'odore di lavanda non c'era proprio nulla.
Lei gli strinse una mano e riconobbe il tocco freddo degli anelli che le aveva regalato anni fa, sorrise pensando a quanto diavolo passava in fretta il tempo e forse per questo le sussurrò:

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