40

90 3 0
                                    

- Angelica porta il tuo culo qua che ho ottime notizie -

Erano le cinque del mattino quell'imbecille cosa diavolo si urlava?!
Per non svegliare chiunque la spagnola si decise ad indossare una vestaglia e raggiungerlo ovunque quello stesse urlando.
Era ubriaco e probabilmente anche fatto, gli faceva triplamente più schifo del solito.
Non l'aveva mai amato ma un tempo quantomeno lo rispettava ed aveva provato affetto per lui, dopo quello che aveva fatto a lei ed alla loro famiglia non c'era stato un giorno però in cui non si fosse vendicata in qualche modo.

- Che cazzo ti urli a quest'ora? Si può sapere cosa ti manca adesso? -

Alain la squadrò dall'alto verso il basso ripetutamente e lei, se possibile, si coprì ancora di più. Le vennero i brividi addosso ricordando quello sguardo.

- Porto ottime notizie dalla mia visitina a quel bastardo di Sparrow -

Il fiato le si bloccò e lui notò la preoccupazione nel suo sguardo.
Era stato facile ricattarlo per diciotto anni, bastava solamente menzionare le parole sangue e figli per farla stare zitta e buona.
Angelica non avrebbe mai permesso che ad uno dei sue due figli venisse torto un capello nemmeno se questo significava dover rinunciare alla sua stessa felicità.
Forse le veniva più facile farlo perché in cuor suo sapeva bene che prima o poi lui sarebbe scappato ovunque fosse e sarebbe tornato da loro.
Non c'era stato giorno senza pensarlo o aspettarlo e non ci sarebbe mai stato un giorno diverso da quelli così.
Da sempre amato ed amato per sempre.
Gli resse il gioco e si mostrò interessata a quanto lui le aveva da dire, tanto era facilissimo prenderlo per culo, ormai era diventato il suo hobby prenderlo per culo e rendergli la vita un inferno.

- È morto -

La verità?
Quella serietà e quella voce piena di allegria un po' la spaventò ma dentro di sé era dannatamente sicura che Jack stesse bene.
Loro due erano collegati ed anche a distanza riuscivano a sentire quello che provava l'altro. Jack non soffriva in quel momento.
Era felice...
Sì sì il suo Jack era felice come quando nacque Javier.
Altro che morto!

- Te gustaría cabrón -

Fece per andarsene ma quello la spinse contro il muro impedendole di uscire.
Conosceva bene Angelica e sicuramente l'avrebbe colpito per liberarsi così si scansò ad ogni ginocchiata verso l'inguine.
Le bloccò le mani sulla testa con quella destra mentre la sinistra scendeva verso il nodo della vestaglia.
Così lei mise in pratica l'unica cosa che veramente avesse senso nell'allenamento con Jack:"Confondi il nemico, fai di te stessa un'arma e fuggi via"
Respirò lentamente e si concentrò sul naso, quando lui alzò lo sguardo verso di lei gli piantò una testata così forte che il naso gli iniziò a sanguinare.
Il francese si portò immediatamente le mani al viso lasciando scoperto tutto il resto e così approfittando di questa situazione lei sferrò un primo calcio all'addome che lo fece accasciare su sé stesso ed un secondo al collo che lo stese.
I suoi riflessi erano già pessimi per via dell'età ma tutto quello che aveva bevuto e preso per festeggiare la morte di quell'uomo di certo non aiutava. Aveva perso contro una donna incredibile.
Era una pazza quella altro che donna!

Si mise sopra di lui bloccandogli le mani con le ginocchia e con un sorriso sadico iniziò il suo gioco.
Sfilò la pistola che portava sempre con sé nella giarrettiera e lui impallidì alla sola vista di quella cosa.
Gli tappò il naso con una mano e lui sentì quell'orribile sapore di sangue scorrergli in gola, era una mossa per fargli aprire la bocca e lui lo sapeva bene ma non avrebbe potuto resistere oltre con il respiro trattenuto.
Aprì di poco la bocca e si trovò la canna della pistola dentro.
Sentiva quell'odore di morte nell'aria ma stavolta sarebbe stata la sua.

- Tu nomina Jack ancora e ti assicuro che nemmeno tua madre ti riuscirà a ricomporre. ¿Entendes? -

Mimò un sì con le labbra aspettando una pallottola che non arrivò mai perché lei con uno scatto felino si alzò ed andò via.
Lei non era nessuno per decidere della vita di un uomo.
Non spettava a lei ammazzarlo e neppure quello sciocco di Jack l'avrebbe fatto normalmente però forse in quel caso...
Dio come avrebbe voluto ammazzarlo.
Si riuschise in camera e la rabbia non le fece notare che Javier aveva visto l'intera scena.

Sua madre che aveva sempre pensato essere una di quelle donne pettegole d'alto ceto in realtà era un cazzo di ninja.
Bene, benissimo.
La sua vita diventava ogni giorno di più una bugia di cui lui non capiva assolutamente nulla.
Entrò nella stanza della sorella di fretta e furia e per poco non gli venne un infarto vedendo un ragazzo dormirle accanto, siccome il sangue non mente mai fece la prima cosa che gli venne in mente:
buttarlo fuori dal letto, minacciarlo, farlo fuggire via ed arrabbiarsi con la sorella.

- Quello è il mio ragazzo Javier ma stai bene con la testa?! -

- Quello è il tuo ragazzo? Ma seriamente facciamo? Poi sei troppo piccola per avere un ragazzo, ne riparliamo verso i quarantacinque anni okay? -

Si sedette sul letto e si prese uno spintone dalla sorella.
Fosse stato per lui l'avrebbe protetta per sempre da quel mondo di infamia, era la sua sorellina e non meritava di finire con il cuore spezzato per uno qualsiasi che comunque sarebbe stato così simile a lui.
I ragazzi non meritavano di stare con Esperienza ma se un giorno ne avesse trovato uno in grado di amarla almeno un quarto di quanto faceva lui allora si sarebbe fatto da parte, felice per i due.
Si ricordò del perché in quel momento fosse lì ma non ebbe il coraggio di raccontarglielo.
Cosa le avrebbe detto poi? Era una storia così assurda che probabilmente lo avrebbe mandato a fanculo.

- Domani mi imbarco, cerca di riprendere mamma dal crollo psicologico che le verrà visto che non sa nulla di tutto ciò -

Quella era soltanto una verità, una diversa verità dallo scopo iniziale di quella visita, per cui aveva bisogno dell'appoggio di sua sorella. Lei bastava che poi tutto il resto l'avrebbero appoggiato con il tempo.
Le sorrise mentre lei cercava di distoglierlo da quella cazzata, in quell'inferno di casa da sola non sarebbe mai riuscita a sopravvivere.
Loro erano sempre stati uniti, cosa sarebbe successo senza di lui?

- Tranquilla Espe tornerò per i tuoi diciott'anni -

- Visto che hai già deciso dimmi almeno perché vuoi andare via così di fretta e furia -

Lui si alzò di scatto ed aprì la finestra per far entrare le prime luci del mattino, si accese una sigaretta e puntando lo sguardo all'orizzonte le rispose molto semplicemente

- Ho bisogno di sapere chi sono -

In alto mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora