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L'unica salvezza in tutto quel casino chiamato vita per un pirata era rappresentato ovviamente dall'isola di Tortuga. La cosa più vicina alla vita passata in mare che ci fosse sulla terra ferma.
Cattiva gente, ottime taverne e calorose compagnie di donne uomini o chicchessia!
Ci era voluto il tempo che ci era voluto ma per far provare a Thiago la sua prima esperienza piratesca valeva davvero la pena.
Era rimasto esterrefatto della pericolosità di quella striscia di terra, nemmeno aveva messo piede sulla terra ferma che già Edward aveva dovuto difenderlo da un ladruncolo di quartiere. Era rimasto esterrefatto anche di come lì fosse facile procurarsi ogni genere di merce, come se non ci fosse alcun tipo di giurisdizione o potere superiore al semplice cittadino.
Era favoloso ed angosciante al tempo stesso.

Aveva pregato per giorni interi Jack per fargli da guida in quella città ma era stato tutto inutile, nemmeno il ricordo di tutte quelle sbronze lo aveva fatto smuovere dal suo pensiero di non voler scendere dalla nave.
- Sto io di guardia, voi andate pure a divertirvi tutti insieme - aveva detto così ed ignorandoli completamente aveva riposato lo sguardo su delle strane carte nautiche.
Con gli altri si divertiva un mondo era innegabile ma lui era il suo maestro, ci sarebbe dovuto essere lui.

Per due interi giorni lo aveva ignorato nella speranza che quello capisse il proprio risentimento per quella scelta ma ovviamente nulla, quel dannato pirata riusciva ad essere frustrante come nessun altro al mondo. Quella sera però fu troppo, si era addirittura chiuso a chiave nello studio quel pazzo e per questo decise di agire, lo avrebbe scocciato fino al punto di farsi mandare a fanculo.
E Jack non era mai stato un tipo particolarmente paziente.

- Jack ti prego almeno stasera scendi a fare un po' di casino con noi tutti, te ne stai quassù sempre solo tra tutte queste carte... almeno una piccola pausa ti farebbe bene -

Quello lo intimò di stare zitto perché sennò perdeva la concentrazione ed avrebbe dovuto ricominciare da capo per la terza volta ma Thiago continuò ad incitarlo.
Bastò poco per fargli aprire la porta e per ritrovarselo imbronciato ed incazzato.
- No ho da fare - secco, senza nemmeno poter ribattere in qualche modo e di nuovo quella porta che si richiudeva alle sue spalle. Ma cazzo se solo avesse detto cosa stava combinando magari uno avrebbe potuto capirlo, avrebbe potuto aiutarlo o quantomeno lasciarlo in pace con la consapevolezza di non poter fare veramente alcunché per aiutarlo.
- Sei insopportabile capitano -
Quello riaprì di nuovo la porta e gli piazzò una bottiglia di vino in mano pronto a scacciarlo nuovamente via verso nuovi orizzonti ma poi decise che forse, forse eh, non aveva tutti i torti e magari qualche spiegazione la meritava pure...
così calmandosi gli disse
- Figliolo per tornare dalla mia famiglia ho un piano che non può essere attuato se non riesco a decifrare quei geroglifici che la santissima Angelica scriveva quando tracciava quelle dannate carte nautiche. Niente carta niente Angelica, capito? -
tornando scortese in un millesimo di secondo richiuse la porta.
Thiago gli fece mille gestacci a porta chiusa e solo successivamente raggiunse Scrum e gli altri nella locanda "Del Capitano".

Jack raccolse le sue carte sparse per la scrivania e si gettò sul divanetto profondamente sconcertato dai suoi pochi progressi.

- Cristo Angelica sono incomprensibili queste carte, ma che lingua è? Spagnolo o giapponese? -

Prese una di quelle foto di lei da giovane ed immediatamente gli si incurvarono le labbra, era bella come non mai quando si comportava da piratessa.
Si sentì sciocco quando con la punta delle dita provò a sfiorarle il profilo volendone sentire la consistenza della pelle.
Dio quanto cazzo gli mancava, ora più che mai visto che era un uomo libero.
Si sarebbe spinto in alto fino agli dei pur di riprendersela e con questo pensiero nella mente socchiuse gli occhi immaginando di averla distesa su di sé.
Li aveva semplicemente socchiusi.
Cinque dannatissimi secondi.
Perché diavolo allora la sua cabina era completamente sottosopra?!
Perché Thiago aveva una spalla fasciata e Gibbs un'occhio viola?
Ma sopratutto perché diavolo suo padre aveva rapito qualcuno?!
Si alzò esterrefatto dal divano e mise su la sua espressione migliore di schifo, non che in quel momento dovesse fingere sia ben chiara questa cosa, iniziando ad urlare come un forsennato

- Qualcuno mi spiega cosa cazzo sta succedendo qua? -

Indicò prima la stanza, poi i due feriti ed infine quel corpo che si dimenava nonostante avesse mani e piedi legati, la testa coperta da un sacco di patate ed ovviamente la bocca imbavagliata.
Ma nonostante tutto questo Edward era lì a tenerlo fermo.
Jack era inorridito, già pensava che quegli sbandati della sua ciurma avessero iniziato a contrattare con quei tipi strani del mercato nero degli organi ma nemmeno la sua più grande fantasia avrebbe potuto prevedere di lì a poco cosa stava per succedere.

Il corpo si dimenò ancora più forte di prima ed evidentemente cercò di mugugnare qualcosa che di preciso non si capiva.

- E smettila di frignare moccioso che ti sei liberato mezz'ora fa -

Quello scoperto, liberò prima i piedi poi le mani e solo in ultimo il volto.
Sputò per terra il fazzoletto che con forza gli era stato premuto in bocca, diavolo lui quella sera voleva soltanto una dannatissima birra in santa pace ed una bella donna con cui divertirsi qualche ora!
Erano poi arrivati quelli e niente più era andato a finire come previsto...

Il giovane era certamente un latino con dei bei lineamenti marcati, slanciato ed agile nella forma e sicuramente ricco vista la manifattura di quella camicia.
I capelli ricci erano raccolti dalla bandana blu mentre una barba molto meno curata delle altre volte gli induriva il volto.
Ma negli occhi aveva quella smania di fare che solo quando si è giovani si ha, la stessa che grazie a Thiago aveva rivisto dopo vent'anni.

- Ti ho portato tuo figlio che a proposito è fastidioso come te -

- Io non sono fastidioso. -

I due risposero all'unisono indignati come non mai da quell'affermazione ma non appena si resero ben conto di cosa era stato detto si guardarono scioccati.
Avevano risposto allo stesso modo.
Il primo a parlare fu Jack che giustamente pretendeva spiegazioni da quell'avventato di suo padre, come si poteva sparare una cosa così grossa e poi fare finta di nulla?!
Quanta delicatezza, che maniere...
Glielo avrebbe fatto vedere in quel momento lì ad Angelica visto che lo lodava sempre per quei suoi modi di fare.

- Scusa come sai che è mio figlio? -

Lui non rispose ma non fece neppure spallucce, semplicemente con la canna della pistola gli mostrò dapprima l'anello al collo e successivamente il merletto al polso.
Entrambi seguirono i gesti del vecchio pirata e quando quello concluse il ragazzo vide che anche sul polso dell'uomo c'era quella sua stessa striscia di merletto.
Impallidì di colpo.
La somiglianza con quell'uomo era così evidente che non aveva nemmeno perso tempo a negarla ma, che fosse proprio quel lui?

Il capitano Teague fece mossa di uscire a chi era in più in quella stanza ma quelli erano ancora troppo scioccati per la notizia che in un primo momento lo ignorarono.
Jack cercò lo sguardo di suo padre per ricevere conforto o quanto meno leggerci cosa fare ma si era già dileguato, trascinando con sé tutto il casino di quella stanza.
Ora regnava un silenzio assordante e gli occhi inquisitori del ragazzo non aiutavano per nulla a metterlo a suo agio.

- Rum? -

Quello non rispose né a parole né con un cenno. Continuava a fissarlo, fissarlo e fissarlo. Jack si alzò lo stesso per prendere due bottiglie.

Avrebbe fatto di tutto per sottrarsi a quei due pozzi.

- Non vuoi parlarmi e va bene, qui tutti i maschi della famiglia hanno problemi con il proprio padre. Questione di genetica caro -

Gli porse una delle due bottiglie con un sorriso ma dovette appoggiarla a terra perché il ragazzo non si mosse di un millimetro.

- Tu non sei mio padre -

- E tu non sai la storia Javier -

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