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Il pirata vide i due ragazzi mormorarsi qualcosa nell'orecchio e prima ancora di poter aprire bocca quei due fuggirono dal suo campo visivo.
La presa stretta della donna lo stava ammazzando, civettava come una stupida con chissà quale personalità importante mentre lui cercava come un dannato di controllare la situazione.
Thiago aveva iniziato a bere in disparte in un angolo ed ebbe dannatamente voglia di raggiungerlo. Loro due erano veramente uguali, a dimostrazione che il sangue non fa la famiglia.
Quello non era il loro posto e non lo sarebbe mai stato.

Jack aveva anche seguito con lo sguardo i movimenti di Javier e lo aveva visto correre a perdifiato verso le scale maggiori, quelle da cui lui come uno stupido attendeva scendere la sua donna.
Teneva stretto tra le braccia una ragazza, così bella da fargli impressione.
Le sciolse i lunghi capelli dall'acconciatura e le tolse la maschera.
Il suo cuore perse un battito e senza nemmeno rendersi conto si avvicinò verso i due lasciando da sola la sua accompagnatrice.
Javier le baciò la fronte e lei si strinse al suo petto mormorando qualcosa.
Quella era la sua Angelica.
Quando gli sembrò di poter toccare con la propria mano Thiago lo bloccò e lo tirò da parte dietro una colonna.

- Quella è la figlia femmina.
Quella è Angelica. -

Rimase mezzo paralizzato dalla prima affermazione e soltanto quando si riprese un po' seguì con lo sguardo la mano di Thiago.
Si appoggiò alla colonna per non cadere sulle sue stesse gambe.
Era stato nel deserto per così tanto tempo che ora quell'oasi non gli pareva reale.
Si nascose dietro quella colonna sentendosi un guardone ma in quel momento veramente non riusciva a fare altro.
Per lui quella donna non era solamente bella, era una divinità perché non era umanamente possibile essere così.
La riconobbe dalla cicatrice sulla spalla e rise di sé stesso per essere così follemente innamorato da riuscire a vedere il particolare nel generale.
Aveva un bellissimo vestito aderente più blu della notte, portava i capelli in uno di quei chignon distratti ma eleganti che sapeva fare soltanto lei.
Desiderò così tanto in quel momento baciarle il collo e levarle "quella sottoveste che chiami vestito" che quasi si vergognò.
La vide sorridere mentre accarezzava i capelli del figlio ed un attimo dopo le vide anche il viso perché Javier si era abbassato per abbracciarla.
Era rimasta giovane grazie alla fonte ma la sua bellezza non sarebbe di certo sfiorita con un paio di rughe qua e là.

- Hai intenzione di stare qui a fissarla come un maniaco per tutto il tempo? -

- Sì -

Thiago scioccato di quella risposta lo spinse nella mischia e scacciò finalmente un sospiro di sollievo tornando ad ingozzarsi e tracannare qualsiasi cosa di alcolico capitasse.
Il pirata venne presto affiancato dalla sua accompagnatrice che gli sussurrò
- ma dove cazzo eri? Ti ho cercato come una dannata per una buona mezz'ora, menomale che dovevo essere la tua accompagnatrice! Non la lasciarmi più da sola se ti riesce, mi imbarazza -.
Lui non la ascoltò neppure figuriamoci se le diede una risposta.
Victoria si strinse a lui ma fu come stringersi ad un morto, ora avrebbe pagato per poter ricevere un minimo di quella freddezza e scortesia che almeno prima riceveva.
Seguì con lo sguardo quello dell'uomo e se non errava stava puntando sulla contessa.
Impossibile che uno come lui fosse interessato ad una come lei.
Voleva saperne di più di quella situazione così senza neanche saperlo invitò il diavolo a nozze trascinando Jack verso la suddetta famiglia felice.

- Sono gente importante, mi raccomando J -

- Lo so chi sono -

Il primo a salutarlo ovviamente fu Javier con una stretta di mano.
Lui era stato il suo sottufficiale, era meglio evitare effusioni in pubblico.
Gli mimò uno "vai tranquillo" con le labbra e si rivolse verso il resto della famiglia presentando il generale che lo aveva formato.
Alain era lì e teneva Angelica per un fianco.
Cercò di calmarsi o quantomeno di sorridere alla situazione.
L'uomo che aveva distrutto la sua famiglia ora gli tendeva la mano per presentarsi.

- Generale Suárez la sua reputazione la precede, spero che mio figlio si sia comportato bene. Permetta che vi presenta la mia famiglia...
Mia moglie Angelica, mia figlia Esperanza e Javier già lo conosce -

La sua famiglia.
Sua moglie.
Sua figlia.
Quella era tutta roba di cui lui doveva essere parte e non quel clown di un francese.
Ingoiò il secondo rospo della serata e gli strinse la mano.
Si avvicinò ad Angelica, che nel frattempo non gli aveva tolto gli occhi di dosso, e le baciò delicatamente la mano.
Erano fredde come sempre.
Al contatto con le sue labbra quasi lei ritirò la mano scottata.
Nell'altra aveva ancora i suoi anelli e questo era un buon segno.
Fece finta di non aver visto di averla turbata e ripeté il gesto con la ragazza.
Gli occhi di Esperanza brillavano.
Lei sapeva tutto.
Le fece l'occhiolino.

- La mia compagna... Victoria -

Alain le stava già sbavando addosso, non era mai stato bello ma con l'età dire che fosse brutto era realmente riduttivo.
Ma questo era positivo, avrebbe lasciato Angelica da sola e loro due avrebbero finalmente potuto avere un momento soli.

Si aprirono le danze e lui fu costretto a ballare un noiosissimo lento con Victoria.
Non c'era un secondo passato senza puntare gli occhi sulla spagnola.
Era triste nelle braccia di quel decerebrato senza passione, morta dentro come lui.
Di Gibbs e Scrum non c'era traccia.
Aveve perso di vista Thiago e Javier stava discutendo animatamente con una ragazza vicino al terrazzo principale.
Meno di un'ora passata in quel posto e già ne aveva piene le palle.

Come aveva programmato Alain si era allontanato da Angelica per addirittura un ballo con Victoria.
Lei aveva acconsentito conoscendo la potenza e l'influenza di quell'uomo, la ripugnava ma aveva un sacco di soldi.
Jack senza neppure chiedere il consenso prese Angelica tra le sue braccia.

- Lei fa sempre così con le donne?
Le prende e basta? -

Rise di cuore trovando quella situazione paradossale. L'acidità ed il sarcasmo non li aveva persi e questo era un buon segno.

- Avrebbe preferito rimanere sola in mezzo ad una sala piena di coppie? -

- Per favore, io non sarei mai e poi mai stata lasciata da parte. Ho un certo seguito di uomini sa? -

Lei l'aveva detto scherzando ma lui l'aveva avvicinata di più a sé, con la malsana paura che da un momento all'altro gli potesse sfuggire dalle braccia.
Abbassò leggermente la mano dal centro della sua schiena, quella era una presa che presupponeva confidenza ma ne lei né Alain protestarono.
Erano così vicini da mischiare gli odori.

- Sono a conoscenza del suo seguito. -

Stavolta fu Angelica ad incupirsi.
Era così maledettamente strana quella situazione che si dimenticò perfino del ruolo posseduto in quel mondo marcio.
Fece scivolare la sua mano destra dalla mano dell'uomo per la sua spalla fino a fermarsi sul suo petto.
Batteva così forte quel cuore che ebbe l'istinto di poggiare il suo orecchio contro.
Trasportata da quella mole di sensazioni gli fece una confessione

- Perché mi fissi? Non posso respirare se continui a guardarmi cosi -

Lui l'avvicinò così tanto che finalmente lei realizzò il sogno di ascoltare quel cuore con il proprio orecchio.
Si abbassò verso di lei solleticandole il viso con la barba e le fece una confessione

- Perché è così che deve essere guardata la donna che si ama. -

In alto mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora