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Sulla Revenge a fare la guardia erano rimasti Thiago ed Esperanza, non che ci fosse bisogno di fare la guardia visto che adesso Sparrow, per la prima volta, disponeva di una flotta immensa.
Nessuno avrebbe osato rubare quella nave.
I due giovani non avevano avuto il coraggio di affrontare quello che era successo tra di loro e nessuno di loro riusciva a proferire parola.
Più lei non lo degnava di uno sguardo e più lui impazziva.
Era un tipo silenzioso che amava stare per i fatti suoi ma in quella esatta situazione, con quella dannata donna, non voleva per niente starsene in silenzio.

- Esperanza... -

Lei alzò un sopracciglio a mo' di "che vuoi?" ma continuò a non degnarlo di uno sguardo.
Se ne stava stesa sul parapetto totalmente incurante di poter finire giù e a Thiago questa cosa dava maledettamente ansia per svariati motivi: punto primo il padre, la madre ed il fratello lo avrebbero ucciso se le fosse successo qualcosa;
punto secondo si sarebbe ucciso da solo se le fosse successo qualcosa.
Cercò di attirare la sua attenzione richiamandola nuovamente ma ebbe un dito medio di ritorno.
Non potendo conversare rimase a fissarla e la studiò in ogni minimo particolare.
Era formosa e slanciata.
Si soffermò su quelle gambe che parevano non finire mai e poi sulle mani, curate e smaltate, come si addice ad una nobile. Abbassò lo sguardo sulle sue che invece erano grandi, nere perché sporche di grasso e piene zeppe di calli.
Esperienza profumava di dolci appena sfornati e le sue labbra, piene e rosse come una rosa, erano morbidissime.
La pelle sempre morbida e profumata mentre la sua era, invece, dura perchè corrosa dal sole.
Aveva i capelli lunghi e leggermente biondi, un viso costellato di lentiggini le quali lo addolcigano pur mantenendo la sua spigolosità latina.
La sua era una bellezza complessa.
E poi il suo savoir-faire e la sua eleganza da nobile, il modo in cui ancheggiava mentre camminava tale da stendere totalmente il mondo ai suoi piedi, la sua intelligenza e quella punta di veleno che aveva sempre sulla punta della lingua... lo mandavano in estasi.

Lui non si sentiva brutto al suo confronto, sapeva di essere bello e sapeva anche di avere un discreto seguito di donne ma non erano quel tipo di donna.
Thiago sapeva di riuscire ad avere conversazioni profonde ma non si sentiva all'altezza di farne una con lei. Lui tutto quello che sapeva lo aveva imparato totalmente da solo, non c'era mai stato qualcuno ad occuparsi di lui.
Era acculturato perché il suo unico passatempo durante l'infanzia era la lettura ma non possedeva di certo quella cultura enciclopedica che invece lei in più di una occasione aveva dimostrato di avere.
Sintesi?
Lui non andava bene per lei.

- Se continui a fissarmi mi consumerai quindi sei pregato di smetterla -

- Era un modo per farti parlare -

- Beh che vuoi? -

- Parlare per passare il tempo, non sappiamo quanto durerà quell'incontro e mi sto annoiando a morte soprattutto perché sembra di essere totalmente solo -

Lei si alzò di scatto pronta ad accusarlo ma ci pensò meglio e decise di continuare con il suo menefreghismo.
Lo lasciò sul ponte tutto solo mentre lei si ritirava nella sua cabina.
Thiago la seguì e mentre lei richiudeva la porta, quasi sbattendogliela in faccia, lui la anticipò bloccandola con il piede.
Si appoggiò allo stipite della porta con un fare naturale e sexy.
Era molto alto Thiago e quella camicia di lino sudata le faceva intravedere i suoi muscoli.
Ora era molto difficile continuare a fare la menefreghista.
Arrossì abbassando per qualche secondo lo sguardo e lui se ne accorse, non riuscì a trattenere un sorrisino.
Anche se con la mente pensava di non essere l'uomo adatto il corpo, invece, reagiva in tutt'altro modo.
Le fece segno di andare a sedersi mentre lui richiudeva la porta alle sue spalle.
Fecero giusto in tempo a rientrare che scoppiò un violento temporale.
Ora erano soli, fuori pioveva e litigavano da giorni.
Quello era un chiaro segno del destino, pensarono entrambi, che dovevano fare pace in un modo ben preciso.

Esperanza si sedette sul letto mentre lui continuava a studiare la cabina, non ci era mai stato ed era così diversa rispetto a quella che lui condivideva con Javier.
Femminile, ordinata e soprattutto pulita. Le due cabine sembravano quasi non appartenessero alla stessa nave.
Non chiedendo il permesso si andò a lavare le mani in bagno, si aggiustò i capelli e con la coda dell'occhio osservò se Esperanza lo stesse guardando o meno.

- Vuoi parlare? Guarda che se non vuoi io posso anche passare tutta la sera a fissarti -

- Io non parlo con mocciosi stronzi e indecisi -

- Ancora con questa storia? Io non sono né un moccioso, né sono uno stronzo né tanto meno sono indeciso. Io lo so molto bene cosa voglio ma so anche cosa posso o non posso volere -

- E cosa cazzo vuoi!? -

Senza accorgersene stavano urlando e si erano avvicinati pericolosamente l'uno all'altro, come due magneti.

- Ma non capisci che non posso! Sei la sorella del mio migliore amico, la figlia dell'uomo che mi ha dato per la prima volta una chance nella vita. Io non posso semplicemente voltare loro le spalle perché tu mi fai impazzire -

- Non lo sai come reagirebbero -

Lui scoppiò a ridere credendo che lei stesse scherzando ma quando capì che davvero era seria non riusciva più a controllarsi dalle risate.

- E come vuoi che reagirebbero scoprendo che la piccola di casa scopa con uno di cui si dovrebbero fidare? Mi ammazzeranno e francamente fanno anche bene visto che una come te si mischia con uno come me -

- E cosa vorrebbe dire questa stronzata? -

Lui le prese la mano e la condusse davanti allo specchio, si posizionò dietro di lei e scostandole i capelli dal collo si avvicinò all'orecchio.
Addolcì il tono mentre ogni tanto sfiorava con il pollice il dorso della sua mano.

- Guardati sei una principessa mentre io sono uno straccione. Tu non devi abbassarti al mio livello, hai bisogno di un uomo alla tua pari ed io non sono un principe.
Sei troppo bella e troppo intelligente per me.
Tra me e te andava bene una notte soltanto perché per una notte ti è concesso sbagliare ma poi saresti dovuta andare avanti con la tua vita, nel tuo palazzo di cristallo con il tuo cavaliere in armatura scintillante -

Lei si girò verso di lui e gli prese il volto tra le mani mentre la testa le stava scoppiando per il discorso appena concluso.

- Perché ti odi così tanto? Perché hai una così bassa considerazione di te? Eppure sei dannatamente affascinante, hai un lessico così forbito da fare invidia e soprattutto la tua intelligenza è fuori norma -

Esperanza avrebbe voluto dire altro ma Thiago si era già catapultato sulle sue labbra.
Non c'era un briciolo di dolcezza in quel bacio, pura passione.
In poco tempo si ritrovarono completamente nudi avvinghiati l'uno all'altro.

- Sei sicura di volerlo fare?-

- Sicurissima -

Thiago allora la prese di peso senza mai staccare quel bacio e la adagiò sul letto.
Iniziò ad accarezzarla lasciandosi guidare dai gemiti ed i sussurri della donna.
Sorrideva beato a quella visione, non si era mai in tutta la sua vita impegnato così tanto nel dare piacere ad una donna.
Lei smaniava di piacere mentre invocava continuamente il suo nome e lui aveva perso completamente il senno visto che stava facendo l'unica cosa che si era ripromesso di non fare.
Si baciarono disperati mentre iniziarono quel percorso alla ricerca del climax, che non tardò ad arrivare per nessuno dei due.
Si sdraiò accanto a lei, se la tirò sul petto e ridendo disse

- Se tuo padre e tuo fratello mi uccidono sappi che hai un morto sulla coscienza! -

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